Terra di cime innevate, di laghi sospesi nell'azzurro, di ruvide pietre, l'Armenia è la patria di uno dei popoli più antichi del Vicino Oriente, con una sua distinta fisionomia etnica, linguistica, politica e un immenso patrimonio culturale. Un popolo che il 24 aprile di ogni anno si ferma.
Per la Turchia è fumo negli occhi. Vietato parlare del genocidio degli Armeni, nel primo del '900. Faticosamente entrato nei libri di storia, per la rimozione collettiva, non è mai esistito. Così il 24 aprile per i Turchi è un giorno come gli altri da trascorrere semmai in fretta.
Ma per gli Armeni, l'altra metà della Turchia (quella negata) il 24 aprile è il giorno del Metz Yeghèrn" cioè il "Grande Male", una piaga dell'anima per il popolo armeno e una pagina rimossa dalla Turchia ufficiale. Una pagina che ancora stenta a divenire memoria collettiva come è accaduto invece per la Shoah.
I giornali turchi sono profondamente divisi sul riconoscimento del genocidio armeno - che Ankara continua a negare a oltranza - anche se rimane prevalente la linea negazionista. Due quotidiani di opposizione hanno però aperto in prima pagina con titoli in armeno, "Mai Più!", per Cumhuriyet, e "Centenario del genocidio" per il pro-curdo Ozgur Gundem. La stampa vicina al governo invece attacca i sostenitori del rico...
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