Arte, Cultura & Spettacoli

Armando Testa, genio colto della pubblicità italiana

di Anna Lorenzetti

Girando al Mart  tra le sue elaborazioni, il pensiero dominante porta alla creatività versatile, l'ironia graffiante, il bagaglio culturale stratificato in solida base,l a facile vena nonsense sempre calibrata ed elegante, fanno di Testa un autore che è riduttivo pensare come grafico pubblicitario.

Trovate stupefacenti, la graziosa amabilità degli spot che passavano nello storico "Carosello",  ma anche delle creazioni che omaggiano tutte le nuove avanguardie che il nostro ha vissuto e certamente amato. Echi profondi che rimandano al Dadaismo,elaborazioni che richiamano certo Surrealismo,fino all'Astrattismo  di Mondrian e al Suprematismo di Malevič. Il titolo dato a questa Mostra lo dichiara a chiare lettere: "Tutti gli ismi di Armando Testa"

Quello che risulta è la figura di un personaggio che faceva il pubblicitario con una grande anima di artista colto e sensibile.

La mostra, a cura di Gianfranco Maraniello e della vedova Gemma De Angelis Testa, rende omaggio all'estro di uno tra i migliori comunicatori italiani. Nato a Torino nel 1917, inizia a lavorare a soli quattordici anni come apprendista tipografo, frequentando, allo stesso tempo, la Scuola Tipografica Vigliardi Paravia con il pittore Ezio D’Errico, che lo avvicinerà all’arte moderna e contemporanea.

Nel 1936, a soli vent’anni, vince un concorso nazionale indetto dalla rivista “Graphicus” per la realizzazione di un manifesto.Dopo la guerra, dove è impegnato come aviere fotografo, torna a Torino per riprendere l’attività di grafico. Apre così un piccolo studio ed inizia a lavorare per importanti aziende, come Martini & Rossi, Carpano, Borsalino e Pirelli.

Nel 1956 nasce lo Studio Testa, un’agenzia di pubblicità, non solamente grafica ma anche televisiva e firma importanti campagne. Nel 1958 vince il concorso per il manifesto ufficiale delle Olimpiadi di Roma del 1960. Cinque anni dopo tiene la cattedra di Disegno e Composizione della Stampa presso il Politecnico di Torino, dove insegnerà fino al 1971. Nel 1978 lo Studio Testa diventa Armando Testa S.p.A., con sedi anche all’estero e nel 1989 gli viene conferita la Laurea ad Honorem dall’Università di Fort Collins in Colorado.
Muore a Torino il 20 marzo 1992.

Di una generazione più giovane del nostro caro Depero, Armando Testa sembra raccogliere il testimone dal grande trentino, principe e padre di tutti i grafico-pubblicitari e portare a compimento questo modo del tutto nuovo di coniugare parola-segno-immagine, mixando il tutto in una inedita concezione di messaggio per un altrettanto inedito modo di vivere.

Stupefacente è la capacità di Testa di comporre, con grazia leggera,con elementi del tutto banali,presi a prestito dal mondo naturale ma spaesati,riproposti,vestiti di altro significante o variati nelle dimensioni e negli accostamenti incongruenti. Tutto apparentemente facente parte di un divertissement quotidiano, anche quando le variazioni giocose riguardano il segno sacro per eccellenza:la croce.

Ma, andando avanti nella disanima,un pensiero urge: questo gioco Testa lo ha giocato con la storia, con i nostri anni migliori, con tutti i miti e le speranze di un'Italia che pareva spendere vittoriosamente il futuro che l'accompagnava verso il terzo Millennio.

Rovereto, 23 luglio 2017


Autore: Anna Lorenzetti

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