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Carlo Cottarelli, i peccati dell'economia italiana

Politica e riforme: ''per farle si deve sapere dove si vuole arrivare''

Trento, 3 giugno 2021- La politica e le riforme ? “Per farle si deve sapere dove si vuole arrivare. Se non si definisce dall’inizio in quale mondo si vuole vivere, la politica diventa opportunismo”. Carlo Cottarelli, è  tornato per questa edizione del Festival perchè il tema è  elettivo per lui: il ritorno dello Stato e lo spazio che lo Stato deve saper occupare. A Trento venne per la presentazione del suo libro "I sette peccati capitali dell'economia italiana" e per l'edizione 2019 del Festival. A questa edizione porta il suo ultimo libro che si intitola: “All’inferno e ritorno, per la nostra rinascita sociale ed economica”.

Il titolo scatta una fotografia di un Paese che vuole uscire dalla crisi. Il direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici si è interrogato proprio riguardo quello spazio che che c’è tra un mondo sull’orlo dell’abisso e quello che verrà dopo. Lo ha  fatto dimostrando come l'Italia abbia certamente  bisogno di tornare a crescere ma chiarendo che lo dovrà fare in modo sostenibile da un punto di vista sia sociale che finanziario e ambientale. E deve fare le riforme chieste da tempo dall'Europa.

“Io dico nel libro le priorità, ma occorre fissare prima per bene le idee. L’opinione pubblica non è interessata a questi temi, votano chi fa promesse  nel breve periodo, senza spiegare il perché. Il problema non sono i partiti, oggi siamo noi. Vedremo se con le prossime elezioni cambierà questa situazione. Lo stesso Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) non è nato rispondendo a richieste della gente, sono davvero queste le cose che vuole?”.

Cottarelli si è detto dubbioso: “Temo che le riforme si faranno solo in parte. In Italia si è lavorato sulla redistribuzione più che sulle opportunità. Si è tagliato su scuola e sanità. Il capitalismo lasciato a se stesso non da’ opportunità a tutti. Senza questo passaggio non si premia nemmeno il merito. Le possibilità non  debbono essere solo legate alla nascita, serve l’uguaglianza di partenza ma il concetto di merito non può essere distrutto. A mio avviso una tassa di successione è valida, non credo invece ad una flat tax.  In Italia il Piano ora deve fare salire l’ascensore sociale, per farlo servono sia capitale fisico, risorse, che umano.  Il Piano non mette risorse a sufficienza nella pubblica istruzione, negli asili nido.  Servirà anche una maggiore semplificazione nella pubblica amministrazione” ha concluso.

 

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