Arte, Cultura & Spettacoli

Courbet e la natura

Racconti d'arte - L'artista traghettò l’arte francese dal sogno romantico alla realtà

Con Courbet l’arte si emancipa dagli ideali classici e romantici e il vero e la natura diventano i perni attorno a cui far ruotare le narrazioni della propria epoca, quanto più vicino possibile al reale. Provocatore, padre del realismo e uomo dalla personalità complessa, Courbet fu un eccellente paesaggista, che considerava la natura la sua principale fonte di ispirazione: non a caso due terzi della sua produzione sono costituiti da panorami, vedute, scorci, orizzonti, lande campestri, in cui il protagonista è l’elemento naturale.

Nato il 10 giugno 1819 ad Ornans, cittadina nel cuore della Franca Contea, incastonata nel massiccio del Giura (vicino alla Svizzera), Jean Désiré Gustave Courbet era il primogenito di una prospera famiglia di agricoltori proprietaria di un vasto patrimonio terriero.  ebbe inoltre tre sorelle, Zoé, Zélie e Juliette. Per tutta la sua vita Courbet fu legato ai suoi familiari da un saldo vincolo affettivo, tanto da ritrarli diverse volte a fianco dei protagonisti delle sue composizioni; provò un'appassionata devozione anche per i suoi luoghi dell'infanzia, che spesso incluse nell'ambiente paesistico di diversi suoi quadri.

Dotato di una rara sensibilità (e anche di un carattere sanguigno), la sua visione personale ma realistica del mondo lo ha portato a innovare profondamente la pittura. Le sue opere, mantenendosi in bilico fra gli echi del Romanticismo e i riflessi di un Impressionismo che proprio in quegli anni muoveva i primi passi, rappresentarono un sicuro modello di riferimento per Manet, Monet, Degas e compagni.

Artista engagé e grande pittore di nudi femminili, Courbet preferì sempre la rappresentazione degli elementi naturali, en plein air o nello studio, anche quando si trovò ad affrontare i temi sociali che lo resero famoso, o quando si concentrò su semplici scene di vita quotidiana. .

In questo senso la sua passione per il mondo naturale lo portò a “fotografare” gli angoli più reconditi dei luoghi in cui si recò nel corso dei suoi frequenti viaggi – Parigi, la natia Ornans e i suoi dintorni, le coste della Normandia e del Mediterraneo, la Germania e la Svizzera – restituendoci tutto il sentimento realista, e insieme lirico, di quegli umidi sottoboschi, dei cieli immensi, dei mari, dei torrenti, delle cascate, dei corsi d’acqua e delle grotte.

Courbet, certamente tra i più grandi pittori dell’Ottocento, ha lasciato un segno indelebile sulla sua epoca riuscendo a traghettare l’arte francese dal sogno romantico alla cruda pittura di realtà, e da questa a un nuovo amore per la natura.

Nell'autunno 2018, dopo circa cinquant’anni dall’ultima rassegna a lui dedicata, Gustave Courbet è tornato in Italia per l'omaggio che gli è stato dedicato a Ferrara a Palazzo dei Diamanti a cura di Dominique de Font-Réaulx, Barbara Guidi, Maria Luisa Pacelli, Isolde Pludermacher e Vincent Pomarède. Un’importante retrospettiva che ha raccontato la carriera del grande maestro francese approfondendo, in particolare, la sua ampia produzione di paesaggi e il suo singolare rapporto con la natura.

L’esposizione (chiusa nel gennaio 2019)  ha presentato circa cinquanta tele provenienti dai più importanti musei internazionali: dalle vedute della natia Franca Contea alle spettacolari marine spesso scosse dalla tempesta, dalle misteriose grotte da cui scaturiscono sorgenti alle cavità carsiche che si spalancano nei torrenti, dai sensuali nudi immersi in una rigogliosa vegetazione alle suggestive scene di caccia, fino ai potenti capolavori realisti della maturità.

Oltre che pittore di composizioni figurative, paesaggi terreni, marini e donne, Courbet si occupò anche di problematiche sociali, prendendosi a cuore le difficili condizioni di vita e lavoro dei contadini e dei poveri. Artista a tutto tondo.

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