Arte, Cultura & Spettacoli

Roma, restaurata la Fontana di Palazzo Venezia

Intervento finanziato dalla Rigoni di Asiago - di Mariella Morosi

La grande bellezza di Roma appartiene a tutti ed è sempre una piacevole sorpresa scoprire iniziative volte a renderla ancora più godibile, contrastando le inevitabili offese del tempo e del degrado urbano.

Un progetto di valorizzazione della fontana “Venezia sposa il mare”, posta all’interno del giardino di Palazzo Venezia, è partito dal Veneto per iniziativa della Rigoni di Asiago, che opera nell'alimentare biologico con un forte impegno in ambito sociale e culturale.

La fontana, opera di Carlo Monaldi, costruita nel 1730 nella corte grande di Palazzo Venezia per incarico dell’allora ambasciatore della Repubblica Veneta, Barbon Morosini, è stata restaurata secondo un progetto firmato dalla società Fondaco Italia in collaborazione con il Polo Museale del Lazio e con l’Archivio di Stato di Venezia.

Palazzo Venezia  fu costruito a partire dal 1455, quando il cardinale veneziano Pietro Barbo, fu nominato titolare della Basilica di San Marco. Eletto pontefice qualche anno più tardi con il nome di Paolo II (1464-71) promosse l'ampliamento dell'edificio con il nipote Marco Barbo, che gli successe al titolo della Basilica.

Nel 1929 il Palazzo fu scelto da Benito Mussolini come sede del governo fascista. Il suo  studio personale divenne la Sala del Mappamondo in cui si apre il celebre balcone settecentesco. Tra gli interventi di quegli anni è lo  scalone monumentale, progettato da Luigi Marangoni, per  celebrare i territori conquistati all'Austria nella Terza Guerra d'indipendenza (1866) e nella prima Guerra mondiale (1915-18).

La fontana “Venezia sposa il mare” è formata da una grande vasca ellittica, con bordo a fior di terra, fiancheggiata da un corridoio con due lunghi sedili in pietra con quattro graziosi puttini che sostengono gli stemmi dei territori d'oltremare conquistati da Venezia: Cipro, Dalmazia, Morea e Candia. I putti recanti gli scudi con i nomi delle conquiste veneziane vennero aggiunti nel 1930. Nella vasca numerosi pesci in travertino gettano zampilli d'acqua mentre al centro, su una doppia conchiglia sostenuta da tritoni, si erge una statua marmorea raffigurante Venezia, in fiero atteggiamento, con il corno dogale sul capo e in atto di gettare l'anello nuziale per lo sposalizio del mare.

Ai suoi piedi figura da una parte il leone alato di S. Marco con un libro aperto, dall'altra un sorridente puttino che svolge un rotolo con un iscrizione in latino che ricorda che la fontana fu costruita non solo a vantaggio degli abitanti del palazzo, ma anche di quelli vicini e che la deviazione dell'Acqua Vergine da piazza di Trevi fu dovuta alla munificenza dei pontefici Alessandro VIII Ottoboni (1689-1691) e Benedetto XIII Orsini (1724-1730).

Questo di Roma non è il primo intervento di valorizzazione di un bene culturale che effettua la Rigoni, in precedenza entrata in partnership per il restauro del milanese Atrio dei Gesuiti, l’entrata storica del prestigioso Palazzo di Brera, e a quella per il restauro dell’originale della statua di San Teodoro - il primo Patrono di Venezia- che si trova nel Palazzo Ducale. Il restauro è stato preceduto da un’attenta analisi delle superfici accompagnata da indagini diagnostiche, al fine di evidenziarne i degradi, i fattori inquinanti e gli interventi a cui sono state sottoposte in passato.


Autore: Mariella Morosi

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