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Serena Gamberoni, soprano - Il duro lavoro della lirica

''La grande lezione che ho ricevuto dalla mia terra? Lo spirito di sacrificio''

di Corona Perer - “La grande lezione che ho ricevuto dalla mia terra? Non essere superbi, lavorare seriamente e duro. Ecco, credo che lo spirito di sacrificio me l'abbia dato il mio territorio”. Serena Gamberoni soprano parla da Genova dove vive con il marito il tenore Francesco Meli e i tre figli (Melissa che studia canto pop, Giovanni già al violoncello e Leonardo). L'affetto che la lega a quel Trentino che l'ha vista nascere, crescere e... partire, si sente.

Nata a Rovereto l’8 agosto del 1981, Serena Gamberoni ha sempre amato cantare. Era bambina che scalpitava per entrare nel coro parrocchiale a Marco e finché non ci è entrata non ha smesso di chiederlo con insistenza e convinzione. Avviata dalla famiglia a studi commerciali (all'ITC Fontana di Rovereto), racconta di aver avuto in testa sempre un solo sogno: la lirica.  E intanto studiava volino: a Casa Mozart a 15 anni  ha fatto i suoi primi saggi. 

“Ricordo tutto ed è tutto presente nella mia mente: andavo in autobus da Marco a Rovereto col mio violino, pur di frequentare le lezioni alla Civica. Sarei volentieri rimasta in Trentino,  ma dopo il matrimonio stabilirci a Genova ha facilitato le cose in questa  professione”.

Alla lirica si è avvicinata durante le ore di canto corale al conservatorio di Riva del Garda, dove era allieva di violino. L’insegnante di ruolo di quell’anno, ero in seconda media, stava preparando il coro per accompagnare i solisti della classe di canto lirico in alcuni brani dell’elisir d’amore “E' stato amore alla prima nota” ricorda oggi che nel suo curriculum si annoverano  collaborazioni con Zeffirelli, Carla Fracci. La sua voce ha anche impreziosito la veglia Pasquale celebrata da Papa Francesco in San Pietro in Vaticano nel Sabato Santo della Pasqua del 2017.

E' talmente lanciata che la sua agenda sa già cosa farà nel 2021: sarà a Tokyo. Presto andrà invece alla Londra Royal Opera House dove si esibirà nel “Così fan tutte” di Mozart. Poi si concentrerà con Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino per le “Nozze di Figaro”.

E intanto si gode gli ultimi e più recenti applausi ricevuti sul palco del Teatro La Fenice dove è stata chiamata dal Maestro Myung-Whun Chung accanto al marito tenore.

“Wonder Woman” la chiama Myung-Whun Chung che l'ha fortemente voluta a Venezia alla sua sedicesima volta da direttore del concerto di Capodanno. Chi l'ha vista crescere a Rovereto e l'ha seguita nei primi passi verso la musica, ha gioito che il suo talento l'abbia portata al meritato successo e su quel palco per il concerto in eurovisione, che non manca mai nelle case degli italiani in ogni Capodanno che si rispetti.

La strada di Serena Gamberoni è stata costellata da uno studio continuo.  Dopo aver conseguito l’esame di violino sotto la guida del M° Zoran Milenkovic, ha iniziato lo studio del Canto al conservatorio Bomporti di Trento, nel 1996. Nel 1999 si è diplomata in Canto Lirico, sotto la guida della Prof.ssa Paola Fornasari, ed ha frequentato inoltre vari corsi di perfezionamento. Allieva del soprano Alida Ferrarini e di Raina Kabaivanska, nel 2000 ha tenuto il suo primo concerto da solista, ma è nel 2004 che dopo aver già vinto diverse borse di studio in vari Concorsi italiani, è risultata vincitrice del Concorso Europeo Aslico per i ruoli di Adina in Elisir d’Amore e Sophie in Werther. Cioè in ben due distinte opere e questo premio consiste nell'essere scritturata per quelle opere. “La mia carriera professionale è di fatto partita lì” afferma Serena Gamberoni che da quel momento in poi ha girato il mondo: Gilda in Rigoletto a Caracas, Giannetta in L’Elisir d’amore, Susanna ne Le nozze di Figaro nel 2005, Norina in Don Pasquale, Nannetta in Falstaff. Ma la sua voce "leggera" le ha regalato grandi successi anche nel ruolo maschile di Oscar in "Un ballo in maschera".

A Teatro Zandonai doveva venire per l'inaugurazione nel 2014, con l'Elisir d'Amore, ma poi l'amministrazione non proseguì nel progetto. “Da giovane sognavo lo Zandonai: riuscivo ad ottenere dalla mamma il permesso di uscita anticipato per andare a seguire le selezioni del concorso lirico che si teneva proprio alla Zandonai”.

Certo, le sarebbe piaciuto dare qualcosa anche al suo Trentino. “Sono tanti anni che manco, ci vengo per le vacanze e per le periodiche visite ai parenti (che ancora vivono a Marco n.d.r). Il Trentino ha grandi scuole musicali che qui a Genova sono solo private, quindi c'è una grande sensibilità tanto che persino le scuole elementari lavorano su progetti musicali. Ho ricevuto di recente una richiesta da parte di una scuola di Rovereto, e sono ben lieta di venire”. Che poi ci sia in Trentino tanto talento diffuso  è una verità incontestabile: tornando al concorso europeo da lei vinto nel 2004 basterà ricordare che tra i 500  concorrenti ne furono selezionati 90, 8 di loro divennero finalisti e tra gli  8 vincitori due erano trentini. Lei e un collega di Riva.

A Rovereto dedica un pensiero pieno di affetto. “E' una città bellissima dove torno sempre volentieri. Lo sa che ho anche fatto la stagista in Comune con il Progetto Dedalus? Mi avevano mandato al protocollo delibere e lo ricordo sempre con piacere”.

E tra i ricordi emerge anche un paradosso. “Nonostante mi fossi innamorata dell’opera l’ultima cosa che volevo fare nella vita era diventare cantante d’opera. Dicevo di quelli che cantano: non si capisce niente ! Ma la mia folgorazione per Elisir, che fu anche il mio primo spartito e il mio primo cd, fecero nascere in me l'amore per quest’arte che mi lega al nonno: l'unico che in famiglia cantava qualche Ave Maria ai matrimoni con voce alla Claudio Villa”. Sicuramente non una banale coincidenza.


Autore: Corona Perer

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