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Tim Berners Lee ''Fermiamo la deriva''

Un piano che coinvolga i governi e metta al primo posto la tutela della privacy

Trenta anni fa dal Cern di Ginevra partiva la rivoluzione: era il 1989 e Tim Berners Lee creava il World Wide Web. Se ci pensiamo bene sembra un'eternità ed invece è solo ieri: tre decenni che hanno cambiato il mondo. Oggi è un Sir, ma il 12 marzo del 1989 era solo un informatico inglese.

L'uomo che ha inventato il web da cui vengono l'informazione in tempo reale, i social network, la tv e la musica in streaming, questo stesso giornale, mette in guardia tutti perchè Internet è storia ed è futuro, ma è anche un'incognita.

Oggi viviamo di rete: 2 miliardi i siti nel mondo che nel frattempo è stato trasformato in una pubblica piazza. Ma il suo fondatore lancia un appello: dobbiamo trasformare Internet e renderlo migliore.

Occorre evitare disuguaglianze, censure e abusi online. Eppure sono stati spenti dei profili: si pensi a cosa è capitato a Donald Trump. Si pensi ai fat-checker che seminano bufale e dichiarano, da bufalari, ciò che bufala non è. Ne pagano le spese tanti onesti informatori.

Ma la minaccia che incombe sul web può venire dal controllo politico ed economico che se ne fa. ''L'indipendenza della stampa, della circolazione delle informazioni, è ciò che più garantisce la democrazia'' dice. Ed è ovvio che il denaro dragato dal sistema pubblico per sostenere organi di "informazione" alla canna del gas... non può che rendere peggiore il sistema informativo per trasformarlo in disinformazione al servizio del potere. I giornali perdono lettori ad ogni periodico report, ovvio che diranno "signorsì" a chi provvede a far arrivare loro forti iniezioni di denaro pubblico.

Una deriva che il creatore del Www aveva già paventato.  Serve quindi una road map per costruire una rete migliore. "I primi ad essere chiamati in causa sono i governi, ai quali viene richiesto di garantire il diritto alla connessione per tutti con l'accessibilità "completa" alla Rete, oltre al rispetto dei diritti fondamentali della privacy e alla tutela dei dati personali.

Le sfide che ci sono di fronte? Il problema della privacy. Tutelare i nostri dati diventa prioritario perchè il web ha portato anche attacchi hacker, truffe, pedofilia, deep-web, terrorismo e un linguaggio d'odio che inquina le relazioni e la politica.

Nei prossimi 30 anni la rete potrebbe cambiare ancora. Tim Berners Lee si augura in meglio. Nel trentennale ha rilanciato al Web Summit di Lisbona un 'Contratto per il web', per mettere insieme un gruppo di lavoro su norme, leggi e standard chiari per un rete ....migliore. Alla quale ognuno di noi deve collaborare offrendo buoni contenuti e notizie vere in un panorama inquinato da troppe fake-news. "The web we want!".

"Abbiamo la responsabilità di assicurarci che il web sia riconosciuto come un diritto umano e costruito per il bene pubblico. È il momento di celebrare quanto lontano siamo arrivati, ma anche di riflettere quanto lontano dobbiamo ancora andare. La lotta per il web è una delle battaglie più importanti del nostro tempo" afferma Tim Berners Lee. "Il web è diventato una piazza pubblica, una biblioteca, uno studio medico, un negozio, una scuola, ma il divario tra chi è online e chi non lo è aumenta, oggi la metà del mondo è online. È più che mai urgente assicurare che l'altra metà non sia lasciata indietro offline e che ognuno contribuisca ad una rete che promuova uguaglianza, opportunità e creatività. Il web è per tutti e abbiamo il potere di cambiarlo".

Quando Tim Bernes Lee venne per una lecture agli Ict Days di Trento (2016) portò dati eloquenti: il Pew Research Center affermava che gli utenti statunitensi sarebbero più disposti a separarsi dal loro televisore piuttosto che della connessione al web: per il 53% sarebbe 'molto difficile' separarsi dalla rete (era il 38% nel 2006).

"La sfida del web è il controllo dei dati da parte di un'unica realtà" disseTim Berners-Lee. "Abbiamo bisogno di collegamenti potenti per risolvere i grandi problemi del mondo, dovremmo condividere conoscenze ed esperienze e questo richiederà una sempre maggiore partecipazione globale. Il web è lo strumento che ci aiuta a entrare in contatto con altre comunità, con altre persone, che ci aiuta ad allargare la nostra conoscenza".

Ma ci sono anche altri obblighi, che competono alle aziende: prezzi sempre accessibili per i servizi di connessione; il rispetto della privacy garantito come patto di fiducia per chi accede alla Rete; sviluppo di tecnologie che valorizzino il meglio dell'umanità, arginandone i lati peggiori.

Poi però sono i cittadini a dover rispettare i pilastri della libertà online. Come? Diventando creatori e collaboratori attivi del web; costruendo community forti usando un linguaggio civile in pubblico e nel pieno rispetto della dignità umana; lottando per una rete migliore.

E per la verità. In tempi come questi, una parola!

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