foto corona perer
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Sulle tracce dell'antica Salapia

Trinitapoli, tra saline e siti ipogei

di Corona Perer - Da queste parti lo sguardo si perde in orizzonti vastissimi. L'habitat lagunare crea geometrie e colori stupefacenti: si va dal verde della laguna, al blu del mare, dal porpora della salina, fino al rosa che precede il bianco roseo del sale di Trinitapoli. L'animo si trova ad osservare una vastità che certamente doveva aver stupito anche l'uomo dell'età del Bronzo che naturalmente si sentì chiamato a stabilire contatti tra terra e cielo. Le prove si trovano proprio qui.

Chiamata inizialmente Casale della Puglia, a metà del 1100 venne donata da Maureliano, signore di Salpi, ai benedettini dell’abbazia della Santissima Trinità di Monte Sacro sul Gargano: in questa occasione prese il nome di Casale della Trinità o Casaltrinità. Oggi si chiama Trinitapoli.

Da queste parti studiano importanti università archeologiche. Da qualche anno all'Università di Foggia si è affiancato con grande slancio un team di studiosi della McGilly University di Montreal e di quelle del Michigan e North Carolina che sono ormai sulle tracce delle due città antiche: quella Romana e quella medievale. Il primo nucleo del borgo nacque per opera dei Salpi ma fu abbandonata perché divenuta zona malarica. Anche i pastori abruzzesi hanno un ruolo nel suo sviluppo: ogni anno affrontavano la transumanza fino alle pianure foggiane, dove portavano le greggi a svernare. E una via centrale del paese si chiama appunto "Via della Trasumanza".

"Se siamo fortunati troveremo il Castrum Medievale di Salpi. In questa zona umida abbiamo trovato monete e mosaici molto interessanti e ringraziamo il Comune di Trinitapoli che ogni anno ospita i nostri studenti per campagne di scavo" afferma la giovane professoressa Darian Totten che ha iniziato a occuparsene muovendo da Vitruvio il quale - nel primo libro di architettura - spiegando "come" si costruisce una città, offre l'esempio di Salapia, letteralmente ricostruita dalla sua sede originaria per la malsana aria che infliggeva agli abitanti  della laguna il flagello della malaria.

Trinitapoli sorge su un territorio pianeggiante e comprende anche Alma Dannata, Fiume Ofanto, Saline, Santa Chiara. Il Borgo si trova a poca distanza da Barletta-Andria-Trani. Trinitapoli riunisce anche la località di Santa Chiara e la zona delle saline.

I luoghi storici-archeologici di quest'area sono affascinanti. Il Parco Archeologico di Trinitapoli nasce attorno a due ipogei: l’Ipogeo dei Bronzi e l’Ipogeo degli Avori. Gli Ipogei sono dei templi sotterranei in cui si svolgevano riti sacri di carattere propiziatorio. Scavati nella roccia calcarea servivano a per riti collegati alla caccia e alla fertilità del raccolto e in seguito furono riutilizzati come sepolture collettive. A Trinitapoli in ognuno dei due ipogei sono state rinvenute circa 200 sepolture tra adulti e bambini di entrambi i sessi, inumati in posizione fetale e accompagnati da ricchi corredi funebri. L'elevato numero di sepolture rende l'area una vera e propria necropoli, unica in Italia tra i rilevamenti riguardanti l'età del Bronzo.

L'architettura ipogeica ricorda - secondo gli studiosi - strutture micenee realizzate in Grecia nello stesso periodo. L'accesso è costituito da un "dromos", stretta e ripida rampa a cielo aperto a cui segue uno stretto corridoio sotterraneo (lo "stomion"). La grande sala principale presenta al centro della volta un'apertura circolare per l'aerazione e la fuoriuscita del fumo.

Al Museo Civico Archeologico è possibile ammirare i resti della “Tomba dei giganti” e della “Signora delle ambre”. Reperti che permettono di ricostruire l’immaginario religioso delle antiche genti attraverso l’esame dei resti degli animali sacrificati, le suggestive cerimonie di consacrazione e reperti dei corredi funerari. Nel Museo Civico è esposta anche la Tavola di Trinitapoli, contenente la pubblicazione di un atto normativo indirizzato da Valentiniano I a Sesto Claudio Petronio Probo, prefetto del pretorio per l’Italia nella seconda metà del 300.

Anche le chiese del borgo meritano una visita. La più antica è quella della Beata Vergine di Loreto, di cui le prime testimonianze risalgono al 1204. La Chiesa  di Sant’Anna è l’antica ecclesia Sancte Trinitatis, completamente ricostruita nel 1832. Al suo interno conserva una reliquia della croce in una preziosa urna dorata.

Da queste parti è bello anche inforcare una bici per una bella pedalata  storico-naturalistica-gastronomica attraverso la zona umida che ha un grande valore ambientale, tanto da essere la zona protetta dalla convenzione internazionale firmata a Ramsar (Iran) più estesa della Puglia e seconda in Italia, dopo quella delle Valli di Comacchio. Qui il centro di documentazione Casa di Ramsar oltre a svolgere il ruolo di vedetta, programma attività di educazione ambientale, escursioni e birdwatching.

La pista ciclabile che unisce Margherita di Savoia a Trinitapoli è lunga circa 5 km, è pianeggiante, non richiede particolari sforzi e attraversa tutta la zona umida delle saline, in un paesaggio (unico in Provincia di Foggia) tra fenicotteri, montagne di sale e vasche di contenimento.

Alla passeggiata si può unire una visita alle cantine del luogo: queste sono le terre del Nero di Troia. La Biocantina Giannattasio lo produce biologicamente nei suoi 14 ettari da cui escono ogni anno 40.000 bottiglie. Va molto il Rosato, ottimo il Bombino bianco, ma è il Nero di Troia a farla da padrone. Un'altra importante realtà vinicola è la Cantina Casaltrinità, riconoscibilissima nel suo marchio ripreso dall Croce dei Cavalieri di Malta perchè qui osservavano una sosta alla Chiesa di Sant'Anna per onorare la citata reliquia . I suoi 200 soci sono l'equivalente di un distretto agricolo da 200 ettari di vigneti compreso tra gli agri di San Ferdinando, Cerignola, Trinitapoli e Foggia. Con una curuiosità: per le sue grappe si affida ai mastri distillatori della Val di Cembra, in Trentino.

Quanto alla gastronomia mangiare bene in Puglia è la regola. A Trinitapoli merita certamente una menzione il Ristorante Corte Maria in Corso Giuseppe Garibaldi un po' osteria e un po' negozio bio: piccolo e per una clientela selezionata. Da provare.


Autore: Corona Perer

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