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Turchia, carcere ai giornalisti

Amnesty: Criminalizzato chi difende i diritti umani

(3 luglio 2020) - Si è chiuso con una sentenza scandalosa a Istanbul il processo a carico di 11 difensori dei diritti umani i cui arresti erano avvenuti tre anni fa.

Taner Kılıç, ex presidente e presidente onorario di Amnesty International Turchia, è stato giudicato colpevole di “appartenenza all’organizzazione terroristica Fethullah Gülen” e condannato a sei anni e tre mesi di carcere.

İdil Eser, ex direttrice di Amnesty International Turchia, Özlem Dalkıran e Günal Kurşun sono stati giudicati colpevoli di “assistenza all’organizzazione terroristica Fethullah Gülen” e condannati a 25 mesi di carcere.

Assolti gli altri sette difensori dei diritti umani a processo; Veli Acu, Nejat Taştan, Nalan Erkem, İlknur Üstün, Şeyhmus Özbekli, Ali Gharavi e Peter Steudtner.

“Abbiamo assistito a una parodia della giustizia di proporzioni spettacolari. Questa sentenza non è un colpo durissimo solo per le persone coinvolte e per le loro famiglie ma per tutti coloro che credono nella giustizia e nell’attivismo per i diritti umani in Turchia e nel mondo” ha dichiarato Andrew Gardner, ricercatore di Amnesty International sulla Turchia, presente all’udienza. “Dopo 12 udienze, era emerso in tutta evidenza che ogni singolo elemento di accusa era privo di sostanza. Il verdetto del tribunale di Istanbul sfida ogni logica e rivela l’obiettivo iniziale inseguito per tre anni: ridurre al silenzio le voci indipendenti”.

Questa vicenda è stata la cartina di tornasole del sistema giudiziario turco. "E' tragico constatare quanta parte abbia giocato e continui a giocare nella criminalizzazione di chi difende i diritti umani. Continueremo a stare vicini ai nostri amici e colleghi nel loro appello contro questa vergognosa sentenza” conclude Gardner.

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