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Banksy, Vita opere e segreti di un artista ribelle

Il libro di Marco Trevisan (Diarkos) racconta vita opere e segreti di un artista ribelle

Un susseguirsi di colpi di scena, apparizioni misteriose, provocazioni planetarie: questo e molto altro è Banksy, il leggendario writer mascherato.

Il giornalista Marco Trevisan (1966) gli dedica il libro ''Banksy, Vita opere e segreti di un artista ribelle''. Per Diarkos ha pubblicato Pasolini. L’uomo che conosceva il futuro (2021) e Nikola Tesla. Un genio moderno (2022).

Tutto è possibile quando c’è di mezzo Banksy. Può capitare che rivendichi la paternità di una sua opera attraverso Instagram (come nel caso di Morning Is Broken), o che un suo disegno battuto all’asta per 1,2 milioni di euro (Girl With Balloon) venga di colpo ridotto in striscioline da un tagliacarte meccanico, per poi essere rivenduto a 18 milioni di sterline (Love Is In The Bin). Un monumento alla caducità? Uno sberleffo al mercato dell’arte e alla mercificazione delle opere?

 

Da oltre venticinque anni, l’artista britannico sembra essere dappertutto e da nessuna parte, curarsi di nulla e di nessuno. I suoi provocatori murales, improntati a una corrosiva critica e denuncia sociale, sono apparsi sui muri di tutto il mondo. Ma chi è davvero Banksy, il misterioso e geniale artista senza volto? Marco Trevisan, attraverso le testimonianze di amici, colleghi e persone che sostengono di averlo conosciuto, frequentato o visto all’opera, ricostruisce indizio dopo indizio la vita del più geniale e poliedrico street artist del pianeta, togliendogli finalmente la maschera.

Abbiamo intervistato l'autore.

Il mistero del nome è stato svelato. La sentenza degli storici dell’arte è che si tratti di Robin Gunningham. Tu cosa dici: hanno ragione?
Certo, anche io sostengo nel libro che Robin Gunningham è Banksy, e lo dimostro. Era comunque una cosa già data quasi per certa, gli indizi erano schiaccianti, come potete scoprire leggendo il mio libro.

Cosa svela questo libro che non sia stato detto prima?
Innanzitutto racconto la sua vita artistica anno per anno, opera per opera, andando a fondo come nessun altro, credo. E nel fare questo svelo tutti i retroscena e le ragioni artistiche di una "grande coscienza critica" della nostra epoca, oltre che di un grande artista. Poi indosso i panni del segugio per tentare di svelare l'identità di Banksy indizio dopo indizio, come in un giallo: e, stando a quanto appreso in questi giorni, ci ho visto giusto (non sono il solo, a dire il vero, altri avevano già puntato il dito su Robin Gunningham).

Il rifiuto dell'art-system, la volontà di sottrarsi alle regole di mercato: pensi che Banksy non incasserà mai il valore che gli viene giustamente accreditato?
Sinceramente mi pare che abbia incassato tutto l'incassabile. Soldi, fama, riconoscimenti artistici, riconoscimenti morali (salvo qualche eccezione da parte della critica più ostinata). Inoltre è riuscito a costringere le autorità britanniche (e non solo, anche quelle italiane) a proteggere graffiti che, se realizzati da altri, sarebbero stati cancellati e dichiarati fuorilegge. E' riuscito a costringere insomma la legge borghese a fare un'eccezione e a inchinarsi davanti al suo genio.

Quale aggettivo secondo te è più appropriato per definire questo grande e misterioso artista?
Se mi consenti, userò una frase, non un aggettivo: Banksy è uno dei principali interpreti della realtà contemporanea, capace di usare le immagini per raccontarci il presente, i cambiamenti epocali, le svolte. Quando in Devolved Parliament rappresenta il parlamento britannico come una adunata di scimmie, riesce a rendere plasticamente il livello di caos raggiunto dalla classe politica di quel paese al tempo della Brexit meglio di chiunque altro, come hanno riconosciuto molti commentatori.

Nell'attuale  guerra contro Gaza sappiamo da che parte starebbe. Tu hai visitato il suo albergo a Betlemme?
Non sono affatto sicuro che si schierebbe dalla parte di Hamas: significherebbe schierarsi dalla parte di chi ha massacrato 250 giovani inermi, oltre ad aver ucciso e rapito centinaia di donne e di bambini per sottopolrli a linciaggio: non credo sarebbe così stupido.

Intendevo dire che sarebbe certamente dalla parte deglo oppressi...
Banksy è sempre dalla parte delle vittime. E in questo caso le vittime non sono i palestinesi. Credo che ancora una volta di schiererebbe dalla parte del dialogo, non della violenza. Banksy si pone al di là dell'ideologia, che invece domina un po' ovunque, specie in Italia. Anche per questo si pone a un livello più alto. Appare chiaro che azioni come questa condotta da Hamas, oltre che criminali, possono rappresentare un danno pesantissimo alla causa palestinese.

Quale è la più grande lezione di Banksy?
Che la forza dell'arte può sovvertire tutti i valori e cambiare il mondo, capovolgere lo sguardo sulla realtà. Almeno in parte. Teniamo presente però che l'arte sovversiva di Banksy è stata digerita molto bene dal sistema, che ha dalla sua questa forza quasi invincibile: quella di inglobare al suo interno tutte le spinte radicali e rivoluzionarie, omologandole e mercificandole. E a questa legge nemmeno Banksy è riuscito nel tempo a sfuggire. Si è battuto per gli oppressi e le fasce deboli della popolazione, ma lo ha fatto arricchendosi. Un po' come Batman: dalla parte degli oppressi sì, ma dietro la maschera un miliardario. Ha usato l'anonimato sia come necessità ma anche come strategia di marketing. Si è definito più volte un vandalo, cioè un fuorilegge, ma ha usato la legge e schiere di avvocati per tutelare il suo copyright. E potrei continuare. Insomma, non è stato esente da gigantesche contraddizioni.

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Banksy. Vita, opere e segreti di un artista ribelle

Marco Trevisan Collana Società DIARKOS EDIZIONI

288 Pagine
EAN
9788836162949


Autore: Corona Perer

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