
Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura
Alla Galleria Borghese dal 1 marzo 2022
Con Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura – a cura di Francesca Cappelletti – dal 1 marzo al 22 maggio 2022 la Galleria Borghese inaugura, a più di trent’anni dall’ultima grande esposizione italiana, la prima di una serie di mostre internazionali dedicate al Maestro del Seicento italiano.
La mostra ruota attorno al ritrovato dipinto di Reni Danza campestre (1605 circa), che da un anno è tornato a fare parte della collezione del museo. Appartenente alla collezione del cardinale Scipione Borghese, citato negli antichi inventari sin dall’inizio del Seicento, venduto nell’Ottocento, prima disperso, e poi ricomparso nel 2008 sul mercato antiquario londinese come anonimo bolognese, il quadro, dopo le opportune verifiche attributive, è stato riacquistato dalla Galleria nel 2020. Oltre a rappresentare un’importante integrazione storica del patrimonio del museo, la sua presenza nelle sale della pinacoteca accanto agli altri dipinti della collezione sottolinea la fondamentale importanza della committenza Borghese per Guido Reni e offre l’opportunità di riflettere sul rapporto del pittore con il soggetto campestre e la pittura di paesaggio, finora ritenuti “estranei” alla sua produzione.
Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura attraverso l’esposizione di oltre 30 opere, prova a ricostruire – partendo dall’interesse di Reni per la pittura di paesaggio in rapporto ad altri pittori operanti a Roma nel primo Seicento – i primi anni del soggiorno romano dell’artista, il suo studio appassionato dell’antico e del Rinascimento, lo stordimento rispetto alla pittura di Caravaggio da lui conosciuto e frequentato, e i rapporti con i suoi committenti.
Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura
a cura di Francesca Cappelletti
1 marzo – 22 maggio 2022
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Galleria Borghese, vanto italiano
di Mariella Morosi
novembre 2019 - L'ultima mostra ha celebrato il genio di Gianlorenzo Bernini. La Galleria Borghese ha dedicato al grande protagonista dell'arte italiana dl Seicento in occasione dei 20 della sua apertura al pubblico dopo un complesso restauro una mostra che grazie ai prestiti di musei e di collezionisti di tutto il mondo, ha consentito di ammirare tutta la produzione di questo grande interprete della stagione del barocco romano, sculture in marmo, ma anche pitture ad olio, busti in marmo e in bronzo, terracotte e bozzetti di opere monumentali. Un’occasione unica anche per approfondire il discorso critico sull’artista già avviato con la prima mostra “Bernini Scultore, la nascita del Barocco in casa Borghese” che, 20 anni fa, trasformò la Villa dei principi in un luogo d'arte aperto al pubblico.
La permanente del Museo Galleria Borghese è notevole. La Galleria custodisce una collezione di sculture, bassorilievi e mosaici antichi, nonché dipinti e sculture dal XV al XIX secolo. Tra i capolavori della raccolta, il cui primo e più importante nucleo risale al collezionismo del cardinale Scipione (1579-1633), nipote di Papa Paolo V, ci sono opere di Caravaggio, Raffaello, Tiziano, Correggio, Antonello da Messina, Giovanni Bellini e le sculture di Gian Lorenzo Bernini e del Canova.
Le opere sono esposte nelle 20 sale affrescate che, insieme con il portico e il Salone di ingresso, costituiscono gli ambienti del Museo aperti al pubblico. Oltre 260 dipinti sono custoditi nei Depositi della Galleria Borghese, collocati sopra il piano della Pinacoteca e allestiti come una quadreria. I Depositi della Galleria Borghese sono visitabili su prenotazione.
Per ragioni di sicurezza legate alla conformazione dell'edificio storico, l'accesso al Museo è regolamentato in turni di visita di due ore l'uno, per un massimo di 360 persone ciascuno, con uscita obbligatoria a fine turno.
info: galleriaborghese.beniculturali.it
Autore: Mariella Morosi
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