foto Michele Purin
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Attualità, Persone & Idee

Pro loco e burocrazia

Fare turismo e promozione: cambiano in Trentino i criteri per finanziarle

Pro Loco e brurocrazia. Non è una novità leggere che la burocrazia ''uccide'' il volontariato. Ma è proprio così?

La burocrazia non è un male orribile. Di fatto, la presenza di regole, relative soprattutto alla sicurezza, è utile e necessaria, ad esempio alla tutela dell’incolumità delle persone. E non è vero che la burocrazia frena il volontariato. Il numero delle Pro Loco trentine è in continuo aumento da ben 15 anni (dalle 130 del 2003 alle 194 di oggi): scompaiono invece le associazioni mal organizzate e soprattutto quelle che non riescono a darsi obiettivi rispetto alla comunità in cui intervengono.

La Federazione trentina Pro Loco è dal 1983 l'ente di coordinamento delle Pro Loco trentine; ha sede a Trento, in Val di Non e Valle dei Laghi. Riunisce oltre 190 associati fornendo corsi di formazione, servizi, assistenza e tutoraggio, con l’obiettivo di professionalizzare e valorizzare il volontariato turistico, incentivando le 194 Pro Loco ( oltre 20.000 volontari) a divenire agenti di sviluppo del tessuto sociale e parti attive nel quadro del turismo provinciale. Essa rappresenta il Trentino in seno all’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia.

In Provincia Autonoma di Trento l'assessorato provinciale al turismo ha varato nuovi criteri di valutazione per il finanziamento delle Pro Loco, redatti a seguito delle proposte avanzate dalla stessa Federazione Pro Loco e tesi ad incentivare gli eventi che maggiormente valorizzano le produzioni locali e le Pro Loco che sviluppano sinergie sui territori. Parole chiave della nuova disciplina: tipicità, formazione, cura del territorio e sinergie.

Armonizzare le politiche di sostegno del settore delle Pro Loco alla nuova legge sulla promozione turistica provinciale incentivando allo stesso tempo la crescita e lo sviluppo del mondo Pro Loco. E’ quanto si prefigge la Provincia Autonoma di Trento con l’approvazione, avvenuta lo scorso 23 aprile, dei nuovi criteri di valutazione per i finanziamenti alle Pro Loco trentine.

Negli ultimi 20 anni le Pro Loco hanno vissuto grandi trasformazioni:sono passate da essere solo associazioni di animazione turistica, a soggetti chiave per la crescita e lo sviluppo delle comunità.

Un cambiamento che è stato riconosciuto anche a livello normativo: se infatti nel 2005 i finanziamenti della PAT alle Pro Loco venivano concessi solo in base alle presenze turistiche ed al numero dei residenti del comune di riferimento, dal 2016 questi parametri sono stati profondamente rivisti per premiare la qualità delle proposte e la capacità organizzativa delle Pro Loco.

Un report realizzato dalla Cgia di Mestre, parla di 6.200 Pro Loco presenti in tutta Italia: organizzano ogni anno ben 110.000 eventi che producono un effetto moltiplicatore sull’economia per cui ogni euro speso genera un valore triplo fra effetto diretto, indiretto e indotto, con significative ricadute occupazionali sui territori. Sono 600 mila i volontari delle Pro Loco quotidianamente impegnati, da un capo all’altro dell’Italia, in un’operosa azione che si estende dalla promozione dei territori, all’accoglienza turistica, dalla salvaguardia del patrimonio culturale alla promozione dei prodotti tipici, sino a comprendere un’insostituibile funzione di collante sociale, nelle aree a rischio spopolamento.

Un’attività stimata, in un anno, in oltre 25 milioni di ore di volontariato. Un patrimonio che va salvaguardato in ogni angolo d'Italia. In  Senato c'è una proposta legislativa che intende allegerire il peso sostenuto dalla Pro Loco per attività di promozione sociale come sagre o fiere.

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