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Trento città aperta

L'amministrazione investe nella mobilità del futuro

L'amministrazione comunale di Trento investe nella mobilità del futuro e sui cittadini. Tra le molte misure finanziate la tramvia, nuove piste ciclabili, riqualificazione di tre edifici scolastici, il percorso di visita delle torri della città (Civica, Verde, Tromba e Vanga), il recupero della Barchessa sud, il potenziamento del wellness a Manazzon, interventi sugli impianti sportivi.

Per quanto riguarda la mobilità del futuro, l'idea della tramvia sta incontrando più di un parere positivo, segno che la città è pronta a ragionare sulla mobilità del futuro e una linea tranviaria di circa 7 km. (circa 20 fermate) che potrebbe collegare il cuore di Trento a Gardolo (capolinea a Spini). Si tratta della prima periferia verso Nord, sull'asse di via del Brennero arteria molto trafficata, dove hanno sede  molti uffici direzionali provinciali. Il risultato atteso è la diminuzione di auto in città,  e tutto potrebbe avversarsi nell'arco di 5 anni (2026) utilizzando i fondi del Recovery Plan.

"Trento aperta" è una manovra che investe per davvero sulla famiglia e sui cittadini  azionando diverse leve: abbattimento delle rette degli asili nido, sostegno alla natalità;  facilitazioni a quelle associazioni che contribuiscono al benessere della comunità; un fondo di solidarietà per chi è in disagio sociale e richiede risposte immediate ed efficaci, bonus affitti, e poi contributi a fondo perduto e credito alle imprese per rafforzare la coesione sociale.

"Non si tratta solo di far ripartire l'economia: l'obiettivo è dare una prospettiva a chi lavora e contrastare le tante povertà del nostro tempo, la povertà economica certo ma anche quella educativa e culturale. Trento deve ritrovare la sua anima 'sociale', inclusiva e accogliente e diventare, ancor più di prima, la città delle possibilità, delle opportunità e della valorizzazione dei talenti'' ha detto il Sindaco Franco Ianeselli

 

E così il capoluogo Trento sembra più rosminiano di Rovereto, che ha dato i natali ad un filosofo (Antonio Rosmini) che proprio questo chiedeva ai politici illuminati: di intervenire sopratutto verso le povertà educative, perchè questo era il modo migliore per operare la "carità" facendosi carico dei più deboli.

Una carità che prima di essere materiale deve essere intellettuale.



 

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