Arte, Cultura & Spettacoli

John Lennon, canzoni, storia e traduzioni

Immancabile tra i libri degli appassionati il lavoro di Oliva e Russino per Diarkos

Aveva 40 anni, oggi ne avrebbe 80. E ne sono passati 40 dalla morte, anche se sembra ieri per chi - in quel 1980 - aveva almeno vent'anni. Quando John Lennon morì, l'8 dicembre 1980, il mondo pianse la scomparsa di un mito.

A 40 anni dalla morte, un libro getta nuova luce e svela anche molti inediti. "John Lennon - Canzoni, storia e traduzioni" scritto da Vincenzo Oliva e Riccardo Russino ed edito da Diarkos ((pagine 400 – 19 euro), approfondisce il grande amore e la condivisione intellettuale vissuta con Yoko, la donna che era stata amica-amante-musa.

''Questo libro racconta la storia di tutte le canzoni scritte da John Lennon dopo lo scioglimento dei Beatles. Leggere i testi di Lennon è il modo migliore di avvicinarsi sia all'artista sia all'uomo: disco dopo disco, si era raccontato senza paura di mostrarsi debole, insicuro, geloso, rancoroso. Emerge così un uomo contraddittorio, mai in pace con se stesso e spesso insicuro" spiegano gli autori.

Il legame John-Yoko è la chiave di lettura. Insieme scrissero Imagine che racchiude un concetto fondamentale: se tutti immaginano un futuro migliore sarà più facile raggiungerlo. Nel 1980, poco prima di morire, Lennon dirà: "Prima di tutto bisogna pensare a volare, poi si vola. Concepire l'idea è la prima mossa". Quando il brano arriva nei negozi, Lennon si è già stabilito a New York, stanco della perbenista Inghilterra. ''Nella Grande Mela sono trattati come veri artisti'' raccontano gli autori, che muovono sempre tra biografia e canzoni.

Il primo disco che Lennon  registra negli Stati Uniti è "Happy Christmas" destinato a diventare un classico natalizio, un brano che respira di quell'universalismo quintessenza del suo pacifismo.

"Le mie canzoni sono tutte personali, come dei diari. In fondo sono semplici parole; d'altra parte anche i libri che ho scritto sono diari personali, in prima persona o magari sotto forma di semi follia...e non sono poi tanto  diversi dalle mie canzoni''
(John Lennon).

Quando Lennon afferma che le sue canzoni sono la sua vita, dice il vero. Jealous Guy ad esempio, all'inizio aveva un testo completamente diverso. Ma la rottura (temporanea) con Yoko ed il suo desiderio di essere amato e perdonato la fa virare verso un brano di grande intimità. "Non volevo ferirti, ero solo un tipo geloso" canta John. Attraverso il canzoniere, si individua la sofferta separazione da Yoko Ono, una tappa verso la consapevolezza che ci restituisce un Lennon autoriflessivo, capace di guardare i propri limiti e di parlare del suo senso di inadeguatezza, rivelando disarmante fragilità e desiderio di essere compreso e accettato dalla donna che è ormai il suo alter ego.

L'analisi dei testi, fa comprendere alcune frasi iconiche. Una di queste è contenuta in "Beautiful Boy" un vero e proprio atto d'amore per il figlio Sean. Nel brano si fondono sentimenti protettivi e consigli per affrontare la vita e tra i versi spicca una frase straordinaria e di grande verità, in seguito abusata in migliaia di citazioni: "...la vita è quello che ti accade mentre sei occupato a fare altri progetti".

L'incontro con Yoko - l'artista - aveva cambiato radicalmente il suo modo di essere e lo aveva trasformato in un autentico intellettuale. ''Nelle canzoni d'amore a lei dedicate, John appare quasi sempre in posizione subordinata rispetto a lei, come se solo grazie a Yoko, lui fosse diventato l'uomo che era'' spiegano gli autori. Fu certamente così, perciò il libro restituisce a Yoko, tutto il merito avuto della sua presenza nella vita di John.

Yoko Ono era ciò che stava cercando per imprimere una svolta alla sua vita. Così nei primi tempi della loro vita a due, John dà sfogo a tutti quegli aspetti della sua personalità che aveva represso in precedenza. Gli autori lo descrivono "...come  un cavallo costretto a restare fermo, che una volta libero corre all'impazzata senza meta, per il solo gusto di essere libero". Nella dolcissima "Oh my love" svela di aver davvero aperto gli occhi sul mondo grazie a lei. "Tutto è chiaro nel nostro mondo".

Fondamentale nella loro vita la "scelta americana": Londra li giudica e li ritiene due stravaganti, ma New York ne intuisce il tratto intellettuale, così il loro genio si dispiega in totale libertà dando spazio all'impegno civile e al pacifismo.

Inevitabilmente il lavoro di ricerca svolto da Vincenzo Oliva e Riccardo Russino ripercorre anche le vicende interne ai Beatles. La causa della rottura non fu certamente Yoko, ma le liti e l'acredine con Paul McCartney. I rapporti erano tesi da molto tempo, tanto che nella prima fase della loro vita da solisti, si lanciarono anche attraverso le canzoni reciproci attacchi. Tra i fatti drammatici di quel periodo anche la morte del produttore Phil Spector: si sparò un colpo di pistola in studio di registrazione, durante una lite con Lennon.

Tra canzoni, storia e traduzioni, il volume di Diarkos ci mostra l'anima di un uomo ispirato, che molto avrebbe ancora potuto dire, e pensieri intimi anche se svelati in interviste nelle quali al tempo non se ne poteva comprendere appieno il senso. Il pensiero di questo musicista, che ha segnato un'epoca, è semplice, ma non meno ispirato e intenso, contenuto in brani che continuano ad incantare e che figurano tra le migliori cose che ci sono state donate dalla musica.

Attraverso la genesi dei testi il vero appassionato, tanto dei Beatles quanto di John Lennon, trova in questo libro lo stupore per qualcosa di irripetibile. Come irrepetibili furono John e Yoko. Chissà quante altre battaglie avrebbero fatto insieme in tempi come questi.

Il lavoro di Vincenzo Oliva (collezionista di dischi dei Beatles e autore di saggi sui Beatles) e di Riccardo Russino (giornalista ed anche lui esperto beatlesiano), affianca alla traduzione e all'analisi dei testi, la ricostruzione del contesto in cui le canzoni sono state scritte, fino ai brani a cui stava lavorando quando è stato assassinato.

L' 8 dicembre 1980 Lennon si reca in sala di registrazione, terminata la seduta, saluta il produttore Jack Douglas e torna a casa. "Arriva verso le ventidue e cinquanta e Chapman è lì ad attenderlo: Lennon scende dall’auto, sente una voce che lo chiama, fa per voltarsi e l’assassino gli spara cinque colpi di pistola. Quattro lo colpiscono, il quinto manda in frantumi una vetrata del Dakota" scrivono gli autori. "John riesce a fare qualche passo verso il portone, poi crolla a terra, Yoko urla disperata, qualcuno chiama un’ambulanza, la situazione è drammatica per attenderla''.

Viene caricato su un’auto e portato di corsa St. Luke’s Roosevelt Hospital: entra in sala operatoria ma le ferite sono troppo profonde. John Lennon viene dichiarato morto alle ventitré e sette minuti dell’8 dicembre 1980, poco più di un quarto d’ora dopo essere stato ferito. La salma sarà poi cremata e le ceneri portate a Yoko Ono al Dakota. Lasciava il figlioletto Sean di 5 anni e la donna che lo aveva trasformato.

«L'assassino deve restare in carcere» afferma oggi Yoko Ono,  87 anni. Lei non può nè dimenticare nè perdonare. Nonostante la malattia di questi ultimi anni ricorda nitidamente quell'8 dicembre 1980 quando Lennon venne colpito quattro volte alla schiena da Mark David Chapman. Di perdonarlo non ne ha mai voluto sentir parlare.

Gli attimi che seguirono quella follia sarebbero indelebili per chiunque. Tanto più per lei, che con John regalò al mondo la rappresentazione plastica di un amore grande.
Un grande amore.

(cperer)

 


Autore: Corona Perer

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