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Montagnana, terra di storia e prosciutti dop

I Romani prima e poi Estensi, Carraresi, la Serenissima. Quanta storia!

Fra le città murate del Veneto, Montagnana è quella che ha saputo conservare la sua cinta medievale: appare come era nel XIV secolo. Nel 2003 ha ricevuto la “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, e nel 2014 quello dei "Borghi più belli d'Italia''.

Durante la II Guerra Mondiale le mura non subirono danni. Attorno alle mura corre un ampio fossato, oggi a prato, dove si corre ogni anno il Palio. Anticamente la roggia perimetrale esterna aveva funzioni di difesa e anche di scarico fognario.

Colpisce il colore roseo dei laterizi usati. Le torri merlate sono di tipo guelfo, perchè i Marchesi d’Este, erano sempre stati di parte guelfa. Dalle feritoie, poste ad altezza diversa perchè i soldati posti a difesa avessero agio nell'usare arco e balestra, la ronda osservava il territorio ed era in grado di dare immediato allarme.

Abitata già nel Neolitico e bagnata dall’antico corso dell’Adige poi deviato, Montagnana fu bonificata dai Romani, quindi fortificata contro le invasioni degli Ungari. Venne conquistata da Ezzelino III da Romano, vicario dell’Imperatore Federico II che decise l’edificazione del grande mastio di Castel San Zeno. Cosa rendeva questo luogo così speciale? La sua posizione vicinissima ai grandi centri di potere.

Dopo le contese fra i marchesi d’Este, Padova e Verona, Montagnana si consegnò a Venezia: ci fu una fioritura di attività agricole, artigianali e commerciali che favorì l’insediamento di facoltose famiglie, legate alla Serenissima, ma alla sua caduta nel 1797 seguì le sorti dell’area veneta. Poi arrivarono gli Asburgo e infine nel 1866 il Regno d'Italia. Vittorio Emanuele di Savoia dà le spalle alla chiesa nel monumento che domina la piazza a lui intitolata. Una posizione che dice qualcosa del non sereno rapporto tra la Chiesa e la Casa Reale dei Savoia.

Dal punto di vista socio-economico, oggi Montagnana vive di un’agricoltura fortemente meccanizzata e specializzata; all’allevamento tradizionale dei bovini si è affiancato quello di polli e tacchini. E qui si va giustamente fiori di una dop importante: il prosciutto crudo dolce di Montagnana “Veneto Berico-Euganeo” DOP (Denominazione di Origine Protetta).

Una delle eccellenze è rappresentata dal Prosciuttificio Attilio Fontana.
Attilio Fontana, il titolare, è anche presidente del Consorzio Prosciutto Veneto DOP Montagnana. Quando passa nei sui immesi magazzini sembra un generale che passa in rassegna le truppe.

Questo prosciutto è stagionato almeno 18 mesi, il Riserva non meno di 24 mesi. Il prosciutto dolce Fontana è da assaggiare tagliato sottilmente a macchina per apprezzarne le qualità, deve sciogliersi in bocca. La bassa salinità che lo contraddistingue fa percepire tutti gli aromi e la delicatezza del sapore. Nello stabilimento di Montagnana, dotato delle più moderne tecnologie per la sicurezza alimentare vengono lavorate in modo tipicamente artigianale cosce fresche selezionate. Ogni fase di lavorazione (dalla salagione alla stagionatura), avviene in loco. Il segreto? "Il microclima unico di Montagnana, con alternanza di periodi secchi e periodi umidi risponde il titolare. La coscia viene lavorata con pochissimo sale marino, senza conservanti e aromatizzanti.

Questa è terra di buoni vini e di imprenditori operosi riuniti in Consorzio. Claudio Tamellini presidente del Consorzio Vini Merlara DOC spiega che è il Friularo il vino che fa da vero ambasciatore del territorio.

Ed è anche terra di gastronomia eccellente: alla Hostaria San Benedetto dove Laura, Gianni (il cuoco) e Federico la seconda generazione, mostrano tutta la bellezza dei Colli Euganei con vini e piatti legati alle produzioni tipiche locali (gnocchi dolci con uvetta, cannella, grana padano e il butìro del Primiero, il patè di fegatini di gallina padovana accompagnati con zucca e gel di merlot).

Una magnifica famiglia e magnifici piatti. Deliziosa la crema di topinambur con una salsiccetta a donare il suo gusto, ottimo lo stracotto d'asino al Cabernet dei Colli Euganei e - per finire - il dessert: una mousse di castagne appoggiata su una crema di cachi e pan dolce croccante agli agrumi.


I DINTORNI DI MONTAGNANA

A Borgo Veneto, recente fusione tra Comuni della Bassa, bisogna fermarsi a Saletto per vedere la storica Fattoria Arzarello a conduzione familiare dei Crivellaro. Sono ormai alla quarta generazione e dal 1925 producono formaggi a...metro zero, nel senso che sono una intera filiera in proprio: dal foraggio...al formaggio, nel rispetto delle tradizioni naturali delle coltivazioni e dell'allevamento di bovini da latte. Le mucche sono di razza francese, mangiano foraggi bio, producono buon latte che viene lavorato. Persino il siero che verrebbe scartato viene reimesso nel mercato perchè utilizzato per potenziare i mangimi per animali.  Giorgio Crivellaro, titolare dell’azienda lavora insieme a moglie e figli ed è felice del suo piccolo mondo autosussistente.

La passeggiata eno-gastronomica iniziata a Montagnana può continuare a Bagnoli di Sopra per una visita al "Dominio", ex convento benedettino, oggi tenuta agricola e cantina, e terminare in un'altra plendida città murata: Este.

Adagiata ai piedi dei Colli Euganei, Este fu il principale insediamento degli antichi Veneti che la abitarono già nell'età del Ferro. Importante colonia romana fondata dai veterani di Augusto, la città ha una imponente fortezza medievale, edificata dagli Estensi ed ampliata dai Carraresi, (la  cinta muraria ha un perimetro lungo oltre un chilometro). Le due torri maistre residue racchiudono uno splendido giardino pubblico.

foto: www.veneto.eu

A Palazzo Mocenigo  il Museo nazionale Atestino, uno tra i più importanti d'Italia, racchiude importanti reperti di epoca pre-romana. Città nobile e crocevia di tanti poteri, Este dimostra la sua vitalità commerciale con botteghe e tanti localini dove degustare le bontà del territorio.

Ad Este suggeriamo di fare una sosta all'Osteria Nòva  per sperimentare il sorriso veneto. Il locale ha una grande Ostessa: Silvia Tolin, un po' artista e un pò chef, è la radiosa proprietaria di un locale dove la narrazione dei prodotti è parte dell'esperienza: dai vini dei Colli Euganei ai piatti legati alle produzioni tipiche locali di bassa corte, l’oca di Michele Littamè, il bolllito di la gallina padovana, i formaggi di Caseificio Morandi. Palcoscenico di questo ben di Dio il suo Tagliere dai Colli all'Adige, con la giardiniera casalinga a pezzettoni e i crunch. Ottima l'atmosfera, non a caso ogni sera piena di giovani. Silvia ama raccontare i prodotti che serve e reinterpreta la gatronomia locale in "crunch" al bollito di carne o con oca stufata da accompagnare a formaggi molli e stagionati.

Terre per un magnifico racconto, ogni volta diverso e sontuoso.
Se poi c'è anche il buon vino ad accompagnare il tutto, si può ben dire ...divino.

 


Autore: Corona Perer

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