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Lo strano caso dello stipendio dei cappellani militari

Figura da Grande Guerra? No, i cappellani militari esistono ancora

Forse non tutti sanno che l’ordinario militare (il cosidetto vescovo castrense), assimilato a un generale di corpo d’armata prende 126 mila euro all’anno; per il vicario generale (generale di civisione) ci sono 104 mila euro di sipendio. Il primo cappellano capo (maggiore) prende come un funzionario di buon livello in una amministrazione comunale: 48 mila euro e il cappellano (capitano) 43 mila.

Una delibera dell’8 febbraio del Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema d’Intesa tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede sull’assistenza spirituale alle Forze Armate. In essa vengono definiti l’inquadramento, lo stato giuridico, la retribuzione, le funzioni e la disciplina dei cappellani militari restano quasi le stesse di prima. I cappellani sono attualmente 204, si prevede che a seguito di pensionamenti ne resteranno in servizio 162. Lo Stato spenderà oltre dieci milioni di euro per mantenere i preti con le stellette. E l’Intesa sarà presto sottoposta alla firma delle due Parti, Stato e Santa Sede e il suo contenuto dovrà essere recepito con apposito disegno di legge del Parlamento. L’iter è ancora lungo, ma è in atto.

"Non è una buona notizia quella che ci arriva sui cappellani militari" commenta Padre Alex Zanotelli.

La posizione di Papa Francesco è chiara: per assistere spiritualmente i soldati, non servono sacerdoti con i gradi. E Papa Francesco è stato sulla tomba di don Milani, un duro contestatore di tale realtà con la famosa lettera “Ai cappellani militari toscani”.

"Tra poco Papa Francesco si recherà sulla tomba di don Tonino Bello che si è espresso contro i cappellani perché  “non consoni alla credibilità evangelica ed ecclesiale. Mi appello a Papa Francesco perché intervenga e renda così più credibile la scelta della Chiesa per la pace" aggiunge padre Zanotelli

La domanda sorge spontanea: chi nella Curia romana ha portato avanti questa intesa? La nomenklatura probabilmente. "Chiunque abbia deciso, una cosa mi sembra chiara: questa decisione è in chiaro contrasto con il magistero di Papa Francesco contro la guerra e in favore della nonviolenza attiva. Ma è in contrasto soprattutto con il Vangelo perché l’Intesa integra i cappellani nelle Forze Armate d’Italia sempre più impegnate a fare guerra ovunque i nostri interessi vitali siano minacciati”.

Facciamoci sentire, dice Padre Alex Zanotelli.

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