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I fari del demanio trasformati in hotel

Un'idea? Vacanze in un faro. Il progetto Valore Paese-Fari

Un'idea per il 2017: cercare un faro e andarci in vacanza. Sì perchè, fare di un Faro (...e scusate la formula cacofonica) un hotel di charme o magari un ostello è ormai di moda. Persino una cella monacale diventa straordinaria dentro un faro.

L’agenzia del Demanio e il ministero della Difesa, hanno lanciato ufficialmente l’operazione Valore Paese-Fari, rendendo nota la lista degli 11 fari che saranno dati in concessione a privati, per essere trasformati in strutture ricettive.

Nella lista dei fari in dismissione sono inclusi il Faro di Brucoli e di Murro di Porco (Siracusa), quello di Capo Grosso nell’Isola di Levanzo (Trapani), di Punta Cavazzi a Ustica, di Capo d’Orso a Maiori (Salerno), di Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia (Napoli) e a quello di San Domino alle Isole Tremiti (Foggia). A questi si aggiungono 4 fari messi a disposizione dal ministero della Difesa, due sull’Isola del Giglio, Punta del Fenaio e Capel Rosso, uno alle Isole Formiche (Grosseto) e quello di Capo Rizzuto (Crotone).

Le concessioni avranno lunga durata, fino a 50 anni, a fronte di progetti turistici con potenziale economico per tutto il territorio, in una logica di partenariato pubblico-privato, come ha spiegato il direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, a beneficio di tutta la collettività. I fari possono diventare anche residenze per fini religiosi o spirituali: cioè eremitaggi.

Un’operazione analoga è stata sperimentata solo per Capo Spartivento, in Sardegna, trasformato in resort di lusso, per cui il Demanio incassa un canone di concessione di 100.000 euro l’anno.

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