
Francesco Moser una vita in bicicletta
74 anni festeggiati al Boomerang Rewind Festival 2025
Oggi la sua passione è camminare in vigna a Maso Warth, nei dintorni di Trento, con la cesoia in mano, pronta a tagliare quei rami che non daranno frutti. Dopo una vita in biciletta, da campione italiano e internazionale, Francesco Moser si dedica alla cantina di famiglia, fondata nel 1979, ma viene conteso ovunque per i suoi ricordi...sportivi.
Francesco Moser è il ciclista italiano con il maggior numero di successi. Il 19 giugno 2025, giorno del suo 74 compleano, è andato a festeggiare nelle Marche, a Fano, dove si è raccontatoal Boomerang Rewind Festival, intervistato dal giornalista Marco Giovenco. A Fano ha fatto il suo ingresso su due ruote insieme al conduttore dell'evento.

Fano 19 giugno 2025 - foto Ramona Neri
E' stata l'occasione per rivolgere al campione alcune domande tra le memorie di ieri e l'attualità sportiva odierna. Ecco l'intervista di Marco Giovenco.
Come sta il ciclismo italiano?
«Il ciclismo italiano oggi fatica: manca competitività e soprattutto scarseggiano le squadre. Le priorità su cui intervenire? In primis, la carenza di team e la questione della sicurezza, perché senza strade sicure e percorsi protetti dove potersi allenare, è difficile costruire qualcosa di solido».
L’atleta è ancora il protagonista assoluto come ai tuoi tempi?
«Ho attraversato un’epoca di passaggio tra il ciclismo “di una volta” e quello moderno. Eppure, anche in quel cambiamento, il vero protagonista restava sempre l’atleta. Eravamo noi, con uno sguardo, un cenno, o una mossa studiata prima della corsa – o perfino durante – a decidere come muoverci. L’unico vero punto d’appoggio era l’ammiraglia, pronta a intervenire in caso di problemi tecnici. Oggi vedo che tanti di questi aspetti più “umani” si sono persi, sopraffatti dalla tecnologia. Si può discutere se sia un bene o un male, ma è parte di un’evoluzione che riguarda ogni ambito, anche lo sport».
Il movimento del biking è sempre più forte: l’Italia è pronta?
«Come in ogni progetto serve convinzione, una strategia chiara e la pazienza di aspettare i risultati. Se il piano è ben costruito, i frutti arrivano. L’Italia, per chi ama il ciclismo, ha un potenziale enorme: la varietà dei territori è un valore aggiunto incredibile. Ma serve più organizzazione. Negli anni ’80, quando correvo ancora, la Romagna fu pioniera con i primi bike hotel. Oggi ne esistono tanti, specie al centro-nord, ma per fare del cicloturismo un punto forte dell’offerta turistica, bisogna investire seriamente lungo tutta la filiera, sia pubblica che privata. In Paesi come l’Oman o la Spagna ho trovato condizioni ideali per pedalare. L’Italia, se vuole, può tornare al passo: basterebbe davvero poco».
Il Boomerang Rewind Festival è la manifestazione ideata e organizzata da Onstage, giunta alla sua quarta edizione, che celebra gli iconici anni 80/90 attraverso un palinsesto di iniziative che, spaziando dal gaming allo sport, dalla musica al cinema, dal food ai motori, si pongono l’obiettivo di far vivere al pubblico un’esperienza culturale immersiva di un periodo storico diventato iconico anche nell’immaginario della Gen Z di oggi.
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