
Tell a-Kharrar, la Betania sul Giordano
Papa Bergoglio iniziò qui il suo pellegrinaggio in Terra Santa
Anche se solitamente è tra Israele e Palestina che si tende a configurarla, la Terra Santa inizia proprio in Giordania. Qui si svolsero eventi cruciali narrati sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento. A partire da quello sguardo - che possiamo immaginare carico di sogno - che Mosè ebbe il bene di gettare sulla Terra Promessa contemplandola proprio dalle alture giordane del Monte Nebo.
Papa Bergoglio ha iniziato il suo pellegrinaggio in Terra santa proprio dalla Giordania nel maggio 2014. Nelle sinuose anse del fiume Giordano, che bagna e segna uno dei confini più pericolosi e unici di tutta la terra, predicò il Battista che gli studiosi riconducono al gruppo degli Esseni. Ed è in questa periferia che Gesù inizierà le sue predicazioni dopo i 40 giorni di deserto, presentandosi proprio a Giovanni per il rito battesimale. Quel luogo si chiama oggi Tell a-Kharrar e poco lontano da qui ci sarebbe il Colle da dove Elia salì in cielo.
La località - già nota in testi bizantini e medievali - è chiamata "Betania oltre il Giordano". Campagne di scavo hanno portato alla luce un edificio dell'inizio del III Secolo mosaicato, una sorta di "stanza della preghiera" cristiana. Nel 1996 il luogo è stato definitivamente identificato come il punto in cui visse e operò il Battista.
Qasr el Yahud è ritenuto identificabile con il sito in cui, secondo il Nuovo Testamento, Giovanni Battista battezzò Gesù (Matteo, 3: 13-17). Il sito è anche considerato il luogo in cui i figli di Israele attraversarono il Giordano quando entrarono nella terra di Canaan.
La storicità di Mosè è questione sulla quale si sono interrogati schiere di studiosi ed esegeti del testo biblico. La Bibbia narra che prima di chiudere gli occhi per sempre - e prima di affidare a Giosuè il compito di proseguire il cammino verso la Terra Promessa - Mosè vide la valle del Giordano, il luogo che ospiterà la Rivelazione Cristiana.
Il 10 gennaio scorso si è celebrata la festa del Battesimo di Gesù. I frati francescani della Custodia di Terra Santa si sono riuniti per la prima volta in 54 anni, presso la Chiesa di San Giovanni Battista , sulla sponda occidentale del fiume Giordano che invece si chiama a Qasr el Yahud e si trova sulla sponda israeliana.
Il lavoro archeologico sia sul Monte Nebo che su Betania è stato portato avanti da studiosi di prima grandezza fra questi il padre francescano Michele Piccirillo della Custodia di Terra Santa. Grazie a lui nel 1996 sono venuti alla luce vasellame, monete e resti architettonici di un monastero bizantino del V secolo.
Si deve al frate francescano se - incrociando il diario della pellegrina Egeria che rendicontò un suo pellegrinaggio effettuato nel 394 d.C. - si arrivò ad individuare in base alle distanze annotate che da lì si proseguiva al monte da cui Mosè vide la terra promessa e dove sarebbe stato sepolto: il villaggio di Faysaliyya sul monte Nebo.
Sulla vetta della montagna, nota come Siyagha, sono stati scoperti i resti di una chiesa e monastero e sei tombe scavate nella roccia. Qui Piccirillo ha chiesto di essere sepolto dopo una vita interamente dedicata alla ricerca e alla storia per conto della Custodia di Terra Santa.
Da questo punto, assolutamente magico si possono accarezzare le terre che anche Mosè avrebbe visto, abbracciando in un solo colpo d'occhio le alture di Gerusalemme che in linea d'aria si trova a poco più di 46 km., Gerico, il regno dei moabiti, nonchè la profondità del Mar Morto con le grotte di Qumran che sarebbero state destinate a svelare i loro tesori solo 3000 anni dopo (ritenendo valida la datazione di Giuseppe Flavio ed Erodoto che fissa il periodo di Mosè al 1550 avanti Cristo) e cioè nel 1950 quando vennero rinvenuti i famosi rotoli del Mar Morto. Si possono ammirare al Museo Nazionale Giordano della capitale Amman.
I rotoli sono un insieme di manoscritti: circa 900 documenti relativi alla Bibbia ebraica, scoperti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte a Qumran, sulla riva nord-occidentale del Mar Morto. Comprendono le più antiche copie superstiti dei libri biblici con relativi commenti di epoca Tardo Giudaica. Scritti in ebraico, aramaico e greco, per lo più su pergamena, altri su papiro, sono databili tra il 150 a.C. e il 70 d.C. Grazie ad essi si è potuta comprendere meglio anche la genesi del Nuovo Testamento. Uno tra i principali studiosi è stato il Cardinale Carlo Maria Martini.
I reperti sono oggi conservati in parte ad Amman al Museo Nazionale Giordano, in un'ala emozionante e di grande suggestione, ed altri alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Altri ancora si trovano nel Museo d'Israele e nel Museo Rockefeller, entrambi a Gerusalemme. Vari frammenti sono poi in possesso di istituzioni o di privati.
Nella foto di copertina (@cperer): Betania oltre il Giordano, qui battezzava il
Giovanni Battista e su questa roccia si presentò Gesù
Autore: Corona Perer
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