il papa tra le macerie
Un papa tra le macerie
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Pellegrinaggio in Iraq

L'antica Terra di Abramo, padre riconosciuto di ebrei, cristiani e musulmani

di Ibrahim Faltas - Papa Francesco, il primo Papa nella storia, che  come pellegrino di pace, visita l’Iraq, l’antica Terra di Abramo, padre comune riconosciuto da ebrei, cristiani e musulmani. Ed è il primo Papa  he fa visita in un paese di maggioranza sciita,  in una terra dove la comunità cristiana, ha subito inaudite violenze a causa dei lunghi anni di terrorismo del Daesh.

La presenza di Papa Francesco, tra le macerie di Mossul, nella piazza delle quattro chiese, siro-cattolica, armeno-ortodossa, siro-ortodossa e caldea distrutte dagli attacchi terroristici, per la preghiera di suffragio per le vittime della guerra, ha toccato il cuore degli iracheni, ma penso anche il mondo intero, che ha visto queste immagini e ascoltato le testimonianze della gente.

Forte l’appello di Papa Francesco: “Se Dio è il Dio della vita, e lo è, a noi non è lecito uccidere i fratelli nel suo nome. Se Dio è il Dio della pace, e lo è, a noi non è lecito fare la guerra nel suo nome. Se Dio è il Dio dell’amore,  e lo è, a noi non è lecito odiare i fratelli”.

Un viaggio sulle orme del documento firmato ad Abu Dhabi con l'imam sunnita di Al-Azhar Ahmad Muhammad Ahmad al-Tayyib, come primo passo  verso la “fratellanza universale” così ben delineata nella sua ultima enciclica. Nel 1999, San Giovanni Paolo II  aveva  progettato come prima tappa del cammino giubilare, il pellegrinaggio  a Ur dei Caldei  nei luoghi della salvezza, che non riuscì mai a realizzare a causa delle tensioni e della guerra, un’enorme ferita fonte di continui attentati. Nel 2020 la popolazione ne  ha subito più di 1400.

In molti pensavano che questo viaggio fosse rinviato per i numerosi pericoli che presentava: l’instabilità della sicurezza nel paese, la Pandemia mondiale in atto,  per la salute del Papa e  per le fatiche fisiche che avrebbe  dovuto affrontare. Nessuno della popolazione credeva, che questo viaggio si sarebbe avverato! Papa Francesco ha avuto molto coraggio e con determinazione  è andato controcorrente perchè ha sentito forte il dovere di visitare la popolazione irachena, cristiani e musulmani che vivono sulla stessa terra,  per portare  una parola di speranza  e di fratellanza: una carezza di Dio per ricostruire insieme dalle macerie, una terra di pace.

           foto VaticanNews

Papa Francesco, durante il volo che lo portava verso a Baghdad,  ha fatto un gesto che ha sorpreso tutti:  ha inviato un messaggio di pace e di preghiera e un saluto fraterno  al presidente della Palestina  Mahmoud Abbas e ai Palestinesi. La notizia ha fatto il giro in Palestina come un lampo, perchè ricevere un messaggio di pace,  un pensiero rivolto ai palestinesi, mentre si appresta a fare un viaggio così difficile e complesso, ha lasciato tutti stupefatti: Grande Papa Francesco! Mai nessun capo di stato ha fatto un gesto simile.

L’amicizia fraterna di Papa Francesco e il Presidente Mahmoud Abbas, è un’amicizia consolidata dal comune obiettivo di portare la pace, la riconciliazione, il perdono, e di bandire la guerra, i fraticidi, ma di vivere nella fratellanza, sono i  profeti del nostro tempo.

In un’incontro che ho avuto con il Papa a Roma, in occasione di una missione insieme alla  delegazione palestinese dalla Terra Santa  rappresentata dal Presidente del Comitato Presidenziale per le Chiese, il Dr. Ramzi Khoury e dall’ambasciatore per la Palestina presso la Santa Sede, Issa Kassisieh, abbiamo consegnato nelle sue mani la lettera del Presidente Mahmoud Abbas, che in quei giorni si trovava a New York, presso l’Onu. Papa Francesco ha ringraziato molto Abu Mazen, definendolo, angelo della pace,  un uomo nobile, nato per la pace, una persona dall’animo pulito, che lui porta nel cuore. Il Santo Padre è rimasto sorpreso nell’apprendere dell’esistenza di un Comitato Presidenziale per le Chiese per tutto il medioriente, e ha elogiato questa iniziativa complimentadosi con il Presidente Abu Mazen.

Abbiamo avuto un lungo colloquio su come salvaguardare la presenza cristiana in Terra Santa. In quella occasione ci donò un messaggio molte forte che ci ha fatto riflettere: continuare a coltivare le relazioni di dialogo per un futuro di pace, perchè il medioriente senza cristiani non esisterebbe, continuerà ad esistere solo con la presenza dei cristiani.

La grandezza di Papa Francesco è anche in questi gesti, nel pensiero che lui rivolge continuamente verso il medioriente. Facendosi pellegrino in Iraq, nei luoghi santi ha visto solo macerie, capitelli divelti, teste mozzate delle statue della Madonna, luoghi della storia cancellati dalla devastazione di Daesh, ma ha incontrato il nuovo Santuario di Dio, la popolazione che nella fede è rimasta aggrappata alla propria terra.

Nel primo incontro ufficiale il  Presidente della repubblica Barham Salih Qassim  a nome del popolo iracheno, ha detto che il paese era fiero di avere il Santo Padre in mezzo a loro. Ricordo qui alcuni flash pieni di significato: la visita nella cattedrale di Baghdad, alla comunità siro-cattolica, dove dieci anni fa, 48 persone tra fedeli e sacerdoti sono stati  uccisi mentre partecipavano alla Messa  domenicale.

Memorabile l'incontro con l’incontro del  Grande Ayatollah Sayyid Ali Al-Husayni Al-Sistani, il grande saggio dell’Islam sciita, nella città sacra di Naja. Un punto di forza importante per incoraggiare tutti, i cristiani e i musulmani nel mondo a vivere insieme,  è l’unico cammino che conduce alla vita. 

Papa Francesco, sta seguendo un cammino intrapreso 800 anni fa da San Francesco, abbracciando le due anime dell’islam, il mondo sunnita con l’incontro di Al-Azhar, e il mondo sciita con Al-Sistani. Il sogno di San Francesco, si è concretizzato con la preghiera interreligiosa nella piana di Ur dei Caldei, la “patria” di Abramo,  incontrarsi e pregare insieme per essere strumenti di riconciliazione e di pace.

Il viaggio del Santo Padre, ha toccato  le zone più lontane, Mosul, ex capitale del Califfato islamico, Qaraqosh, Erbil, nomi di citta’ che conosciamo per essere state distrutte dal fanatismo dell’Isis. A Qaraqosh, città santa per cristiani iracheni  dove  vive la più grande comunità il Santo Padre ha restituito il Libro Sacro, Sidra, che venne salvato dalla distruzione  cruenta da parte del califfato. Il manoscritto è stato restaurato in Italia e ora riconsegnato ai cristiani iracheni della Piana di Ninive. Qui Papa Francesco, nella cattedrale dell’Immacolata Concezione  ha incoraggiato la comunità:

“Non smettete di sognare! Non arrendetevi, non perdete la speranza, perche’ il terrorismo e la morte non hanno mai l’ultima parola” ha detto Papa Francesco.

Il viaggio si è concluso con la celebrazione della Messa, nello stadio di Erbil, capitale del Kurdistan  iracheno, dove sino a quattro anni fa era impossibile solo pensare di fare questa celebrazione,e dove tanti di loro si erano rifugiati scappando dall’Isis. Le parole del Papa sono state forti. "...Oggi, posso vedere e toccare con mano che la Chiesa in Iraq è viva, che Cristo vive e opera in questo suo popolo santo e fedele.. il perdono è necessario per rimanere cristiani”.

Più volte con coraggio  Papa Francesco ha implorato un cammino di pace. ''Non ci sarà pace, finché le alleanze saranno contro qualcuno, perché le alleanze degli uni contro gli altri aumentano solo le divisioni... La Pace non chiede vincitori né vinti, ma fratelli e sorelle che, nonostante le incomprensioni e le ferite del passato, camminino dal conflitto all’unità”.

Il viaggio apostolico in Iraq di Papa Francesco è stato questo: oltre a essere un messaggio al mondo per la situazione irachena, è un appello alla comunità internazionale per far cessare le guerre, le occupazioni e le divisioni in tutto il medioriente.

Fr. Ibrahim Faltas, 13 marzo 2021

 


Autore: Ibrahim Faltas

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