L'architetto nel suo studio (foto by Mart)
L'architetto nel suo studio (foto by Mart)
Arte, Cultura & Spettacoli

Mart - Concluso il riordino del fondo Salvotti de Bindis

Archivio del ’900 del Mart

(Rovereto 17 maggio 2024) - L'Archivio del ’900 del Mart, dopo due anni di lavoro spesi ad inventariare le carte professionali dell’architetto trentino Gian Leo Salvotti de Bindis, ha concluso il riordino del Fondo  da lui lasciato.

Figura di spicco dell’architettura italiana del secondo Novecento, Gian Leo Salvotti de Bindis nel 2020 ha generosamente donato il proprio Archivio al Mart.

Nato a Trento nel 1931 da una famiglia di antiche e nobili origini, Salvotti si laurea in architettura a Firenze nel 1955. Successivamente lavora per il suo relatore di tesi Adalberto Libera, e nel 1958 ritorna a Trento, dove svolge la professione e partecipa a numerosi concorsi.

In Trentino realizza appartamenti, sedi universitarie, poli produttivi, abitazioni e complessi residenziali. Negli anni Sessanta e Settanta si segnala a livello locale e nazionale per una serie di abitazioni, inaugurate dalla nota Casa Galina a Calceranica, progettate secondo uno stile definito da Salvotti stesso “plasticismo razionale”, per l’ispirazione ai maestri del movimento moderno e al tempo stesso per la volontà di dare priorità alla volumetria, così da arrivare a un’opera plasticamente significativa.

In questi anni avvia anche una ricerca che rientra nell’ambito del Radical design, con proposte progettuali svincolate dall’effettiva fattualità e volte a un ripensamento della disciplina architettonica. Tra le sue realizzazioni più rappresentative c’è il progetto della Facoltà di Ingegneria sulla collina est di Trento (Mesiano).

Già presidente dell’Ordine degli architetti della Provincia di Trento (1975 -1993), nel 1988 fonda con il collega Renato Rizzi la sezione trentina dell’Istituto Nazionale di Architettura (In/Arch), che si occupa in particolar modo di alimentare il dibattito locale su temi urbanistici e paesaggistici.

Nel corso dei due anni dedicati al riordino, il Fondo è stato inserito nella banca dati del Sistema informativo degli archivi storici del Trentino – AST: la descrizione inventariale è ora consultabile nel Catalogo Integrato del Mart (CIM), che fornisce informazioni su oltre quaranta fondi documentari di artisti, architetti e critici d’arte.

Figura poliedrica e innovativa, architetto, ma anche urbanista, intellettuale, studioso della società e di filosofia, Gian Leo Salvotti de Bindis ha lavorato instancabilmente dagli anni Sessanta sino a oggi nel suo studio di Via Oss Mazzurana, luogo fondamentale nella sua vita e centro generatore di idee complesse e controcorrente.

L’Archivio dell’architetto si compone di elaborati progettuali, fotografie, documentazione professionale varia (corrispondenza, bandi di concorso, materiale cartografico, preventivi, computi, documenti amministrativi, ecc.), materiale a stampa e strumenti di lavoro. Comprende inoltre un nucleo di 51 modelli che testimoniano il suo percorso, in bilico tra ricerca artistica e attività progettuale.

Le carte dell’Archivio Salvotti documentano circa cinquant’anni di attività dell’architetto, dai lavori di edilizia abitativa degli anni Sessanta-Settanta ai numerosi concorsi cui partecipa nei decenni successivi, alle importanti commissioni pubbliche, tra cui la Facoltà di Ingegneria di Mesiano.
 

 

Nell’ultimo quindicennio di attività, lo Studio Salvotti si occupa soprattutto di ristrutturazioni per committenti privati o di interventi di arredo urbano. Quest’ultima fase è documentata soprattutto da elaborati grafici nativi digitali, recuperati dal computer dello studio o dai vari dispositivi di salvataggio.

L’archivio professionale di Gian Leo Salvotti, acquisito dal Mart nel 2020, è stato oggetto di un riordino durato due anni ed è stato inserito nella banca dati del Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. L’attività di riordino è stata possibile anche grazie a un primo studio delle carte, svolto da Patrizia Regorda e Olimpia di Domenico, che ha consentito di precisare la datazione di molti progetti e ricostruire l’opera di Salvotti, a cui il Mart aveva dedicato una mostra nel 2021.

 

 

DI GIOTTO O... SU GIOTTO?

"Giotto e il Novecento" 

Va precisato: la mostra del Mart "Giotto e il Novecento"  non è un mostra su Giotto. Le operazioni di marketing del Presidente Vittorio Sgarbi sono sempre interessanti e quindi si tratta di una mostra senza opere di Giotto ma che spiega attraverso 200 opere, come artisti moderni e contemporanei siano stati ispirati dall’arte di Giotto, il maestro che rivoluzionò la pittura medievale. Va quindi intesa come "Giotto nell'arte del Novecento" titolo che sarebbe stato probabilmente ...più appropriato.

Non aspettatevi quindi opere di Giotto, ma altri e ugualmente interessanti capolavori. Nel primo novecento furono Carlo Carrà, Mario Sironi e Arturo Martini, ma anche Gino Severini, Massimo Campigli, Achille Funi, Ubaldo Oppi, che rintracciarono in Giotto il testimone di un’eternità alla quale guardare. L’eredità giottesca si trova anche in opere di alcuni protagonisti dell’arte italiana come Giorgio Morandi, Fausto Melotti, Mario Radice, Lucio Fontana, ma anche il lavoro di grandi artisti internazionali come Henri Matisse, Yves Klein, Mark Rothko, Josef Albers e Tacita Dean.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con Musei Civici di Padova.

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Mart di Rovereto
dal 6 dicembre 2022  al 19 marzo 2023

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