Intervista a Margherita de Pilati
Galleria Civica Trento (Mart)
di Corona Perer - La Galleria Civica di Trento lavora da sempre sugli artisti emergenti, promuove l'arte del territorio, apre spazi di confronto e discussione dentro la città. Si deve certo alla dinamica direzione di Margherita De Pilati (e lo abbiamo sempre scritto) questo sforzo che è in piena aderenza con la mission che un museo territoriale deve darsi.
Attenta alle novità, forte di uno sguardo pronto a cogliere ciò che conta e intercetta le sensibilità contemporanee, Margherita De Pilati è sempre stata sensibile anche al collezionismo trentino spesso sconosciuto, riservato, intimo. "Va valorizzato" afferma. Cosa che lei ha fatto con mostre intime, preziose e a costi ridotti.
Cosa emerge dal collezionismo trentino?
Una ricerca appassionata, scelte precise e oculate, emozioni e entusiasmo. E' un collezionismo che merita attenzione, promozione, incoraggiamento. Ho trovato nei collezionisti trentini una generosità, una disponibilità e una apertura straordinaria.
Ne è venuta una bellissima mostra qualche tempo fa...
Sì, perchè hanno collaborato attivamente e questo ci ha permesso molte economie di esercizio. C'è anche chi ci ha portato in sede le opere e come noto sono proprio i trasporti che incidono di più nella produzione di un evento d'arte. Non posso che ringraziarli.
Margherita De Pilati
Nella mostra che la Civica ha allestito si notava però anche una grande disinvoltura negli accostamenti e questo è il lavoro di chi "cura"...
E' stato bello accostare Vedova, Afro, Birolli, opere mai esposte prima con un Guido Polo o un Colorio accanto a Morandi, o uno Schwaizer accanto a un Picasso. Nel primo caso l'accostamento nasce perchè ho sempre pensato da storica dell'arte che la produzione del nostro Polo e anche di Colorio, avevano molto a che fare con lo stile di Morandi. Il secondo racconta relazioni e affinità. E quindi la mostra dice anche le assonanze fra gli artisti.
Criteri di scelta?
Sono opere che sono state scelte non solo per la qualità estetica e formale, ma anche e soprattutto per affinità stilistiche, attivando “dialoghi” stimolanti e impensati.
Il legame tra la Civica e Trento è migliorato?
Il legame, bisogna dirlo, va ricostruito in qualche modo. Con le scelte delle ultime due direzioni si era un poco guastato perchè scelte troppo rivolte alla contemporaneità. Stiamo quindi facendo moltissimi appuntamenti su tematiche diverse per ricostituire quel legame.
(cperer)
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