Arte, Cultura & Spettacoli

Luigi Bonazza, tra secessione e déco

Mostra al Mart di Rovereto dal 6 dicembre a cura di Alessandra Tiddia

A 60 anni dalla morte e a 40 anni dall’ultima grande mostra a lui dedicata, il Mart presenta un’ampia monografica sull’artista trentino Luigi Bonazza (Arco, 1877 – Trento, 1965). E' il pittore dell'Edelweiss,  ma anche della montagna e della sua città, Trento. ''Luigi Bonazza, tra secessione e déco'' dal 6 dicembre a cura di Alessandra Tiddia ricorderà l'artista che formatosi nel clima della Secessione viennese,  fu uno dei protagonisti del fermento culturale di inizio secolo.

Il grande dolore di Luigi Bonazza (Arco, 1877) fu smettere di dipingere per problemi alla vista, all’inizio degli anni Sessanta. I suoi occhi erano ancora pieni di quell'Edelweiss che aveva cercato e dipinto.

In capo a cinque anni dai primi cintomi morì a Trento nel 1965. Bonazza fu uno degli ottimi frutti della Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, che frequentò dal 1890 al 1893.

 

Dopo il diploma, nel 1897 si era trasferito a Vienna dove si iscrive alla Kunstgewerbeschule, e qui segue le lezioni di Felician von Myrbach, raffinato illustratore che gli insegna a disegnare e che lo avvicina alle tecniche dell’incisione e dell’acquerello.

Dal 1898 frequenta il corso di pittura di Franz von Matsch, artista che lavora con i fratelli Klimt.

Nella capitale austriaca, dove affitta un atelier, collabora con alcune riviste e riceve le prime commissioni. Mantiene i contatti con il Trentino e con l’ambiente culturale italiano partecipando ad alcuni concorsi per decorazioni e illustrazioni, come quello promosso dalla rivista milanese “La Lettura”, che vince nel 1904.

 

In questo stesso anno inizia a comporre la sua grande tela “La leggenda di Orfeo”, presentata all’Esposizione internazionale di Milano l’anno successivo, e intraprende la realizzazione del ciclo “Jovis Amores”, una serie di incisioni a tema mitologico esposte con successo alla mostra della Secessione e pubblicate nella rivista tedesca Die Kunstwelt e nelle inglesi The Studio e The Graphic.

 

Nel 1911 inizia il ciclo delle “Allegorie del giorno”, che porterà a termine solo dopo la prima guerra mondiale. Nel frattempo torna a Trento, dove ottiene l’incarico di professore ordinario presso l’Istituto tecnico, e riprende i contatti con l’ambiente artistico locale, partecipando alla fondazione del Circolo artistico trentino.

Nel marzo del 1914, a pochi mesi dallo scoppio della guerra, fugge a Milano. Qui ottiene un lavoro come disegnatore presso le officine Caproni a Vizzola Ticino, dove esegue delle acquaforti sul tema dei velivoli.

 

Alla fine del 1918 ritorna a Trento e riprende il suo lavoro di insegnante all'Istituto tecnico.

Nel 1930 gli viene commissionata la decorazione del Palazzo degli uffici postali di Trento. Negli anni Trenta esegue affreschi di soggetto sacro per alcune chiese della sua città. Tra il 1935 e il 1938 soggiorna a Torbole, dove realizza interessanti paesaggi lacustri. Da questo momento si dedica principalmente alla pittura da cavalletto, portando a termine sia ritratti sia paesaggi.

Muore a Trento nel 1965.

(cperer)


Autore: Corona Perer

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