Arte, Cultura & Spettacoli

Mauro De Carli, artista anomalo

Fu sempre allergico al sistema dell'arte

(marzo 2019) "Orgoglioso di essere un perdente" scrisse Mauro De Carli. Per tentar di capire un artista, sapendo bene che non ci riusciremo affatto, conviene sostare sulle sue parole.

"Rivendico con forza il ruolo dell’individuo, dell’essere artista che deve riconquistare autonomia riappropriandosi degli strumenti intellettuali che lo rendono unico e libero, svincolato da qualsiasi sistema” scriveva lo scultore Mauro De Carli.

A dieci anni dalla sua prematura scomparsa,  lo scultore Mauro De Carli, uomo ed artista è stato ricordato alla Galleria Civica di Trento insieme a Piermario Dorigatti nella mostra "A tu per Tu"  (23 marzo -12 maggio 2015). Finora una bella mostra lo aveva ricordato nel 2015 nelle sale e nel parco di Palazzo Libera per iniziativa del Comune di Villa Lagarina grazie ad Angela Madesani e Fausta Slanzi, curatrici del catalogo (foto di Federico Nardelli) dove illustrarono quella "materia lieve" di cui fu artefice malgrado la fisicità potente dei materiali usati. La mostra fu occasione per rileggere (o incontrare) un personaggio apparentemente non facile, Mauro De Carli che si manifesta – attraverso le sue opere con tutta la sua dirompente lirica e forza espressiva.

Poco compiacente al sistema dell'arte, se ne è stato lontano in vita (e anche dopo si potrebbe dire). Mauro De Carli, era nato a Trento l’11 marzo 1944. Diplomato nel 1962 all’Istituto Statale d’Arte della sua città e poi all’Accademia di Belle Arti di Brera, seguì i corsi di scultura di Marino Marini. Per mantenersi agli studi lavorava presso moltissimi artisti e, come ritoccatore di cere, in una fonderia artistica.

Da allora in poi innumerevoli collaborazioni fino al diploma e alla nomina di assistente alla cattedra di figura e ornato modellato nel Liceo artistico statale di Milano. Lasciata Milano negli anni ‘70 per la Brianza insegnò incisione alla scuola di pittura di Lissone, diretta dal pittore Gino Meloni che lascia nel ‘77 per trasferirsi a Trento, dove fonda “La finestra”, una libera scuola di pittura, scultura e incisione.

Dal 1984 insegna discipline plastiche all’Istituto Statale d’Arte di Trento. Nel 1988 chiude la scuola da lui fondata. Prosegue l’attività di insegnamento presso l’Istituto Statale d’Arte di Trento fino al ’96 quando decide di dedicarsi, a tempo pieno, al lavoro creativo anche per rispondere alle richieste di una committenza pubblica e privata che egli, “testimone contro” del suo tempo, sottopone sempre ad un severo filtro culturale. Di questa tensione si trovano tracce significative nelle sue riflessioni scritte. Si tratta di brevi e graffianti testi attraverso i quali partecipa al dibattito pubblico sull’arte e sulla società contemporanee e nei quali compaiono frammenti di una estetica basata su una intensa, “inattuale” affermazione del rapporto diretto, “senza intermediazioni”, tra artista e popolo. Mauro De Carli, scultore, si spegne, dopo breve malattia, nella notte tra l’11 e il 12 settembre 2008.

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