Arte, Cultura & Spettacoli

Arte Russa al Mart: Eugene Berman

Retrospettiva ''Modern Classic'' dal 27 settembre 2025 al 1 marzo 2026

Il Mart presenta la più grande retrospettiva mai dedicata a Eugene Berman (San Pietroburgo 1899 – Roma 1972). Pittore, scenografo, illustratore e fotografo di viaggio, Berman fu uno dei protagonisti dell’arte neo-romantica del secolo scorso, interprete di un linguaggio che unisce modernità e classicità.

Nato a Pietroburgo da Gustav Lazarevič Berman e Lidija Borisovna Manasevič (1872 – 1935, Parigi). Alla morte del padre viene educato in casa del giurista Efim Grigor'evič Šajkevič, suo fratellastro è il critico teatrale Anatolij Efimovič Šajkevič. Dal 1908 al 1913 vive e studia in Germania, Svizzera e Francia.

Di ritorno a Pietrogrado nel 1914, studia pittura con Pavel Naumov (1884-1942) e architettura con Sergej Gruzenberg (1888-1934). Nel 1917 viene arrestato dalla Čeka per la sua opposizione alla rivoluzione bolscevica e liberato poco dopo a patto di lasciare la Russia. Abbandona così definitivamente il paese insieme alla famiglia, stabilendosi a Parigi, in Avenue Malakoff. Qui studia insieme al fratello maggiore Leonid Berman all'Académie Ranson, seguendo i corsi di pittura di Pierre Bonnard, Edouard Vuillard e Maurice Denis.

A Parigi partecipa dal 1923 al 1925 al Salon d'automne, dal 1925 al 1927 al Salon des Tuileries e dirige la rivista «Formes». Nel 1926 espone alla Gallerie Druet insieme al fratello, a Pavel Čeliščev e a Christian Bérard, artisti con i quali forma il gruppo battezzato dal critico d'arte Waldemar George i "Neo-romantici".

La mostra contribuisce quindi alla riscoperta di un grande cosmopolita. Grazie anche al fondamentale coinvolgimento di alcuni tra i collezionisti internazionali più attenti, ripercorre le tre fasi principali della carriera dell’artista: gli esordi parigini degli anni Venti e primi anni Trenta a contatto con le avanguardie europee; la lunga stagione americana (dal 1935 al 1957) segnata dal successo come artista e scenografo; l’approdo definitivo a Roma (dal 1958 al 1972) dove visse fino alla morte.

Il percorso espositivo, cronologico e tematico, riunisce oltre cento dipinti accompagnati da disegni, fotografie, documenti e da un importante nucleo di reperti archeologici e oggetti rari collezionati da Berman stesso. Questo straordinario insieme consente di scoprire e ricostruire quell’incredibile miscela di realtà e poesia, di verosimiglianza e visione immaginaria, di passato e modernità che costituisce il tratto caratteristico dell’opera di Eugene Berman.

Accanto ai dipinti e alle scenografie per i grandi teatri internazionali, il Mart espone materiali d’archivio che raccontano la poliedricità di Berman: collaborazioni con riviste come Vogue America e Life, appunti di viaggio, fotografie, cataloghi. Ne emerge un diario visivo sospeso tra realtà e visione, capace di connettere l’esperienza del Novecento con la tradizione classica e rinascimentale.

La curatela è stata affidata alla docente Ilaria Schiaffini e allo storico dell’arte americana Peter Benson Miller insieme a Denis Isaia, per il Mart, e a Sara De Angelis per il Forte Sangallo. L’allestimento è firmato dall’architetto Emiliano Leoni.

I curatori sono stati supportati dal prezioso lavoro di critici, studiosi, storici che, insieme agli stessi curatori, hanno costituito un vero e proprio comitato di studio: Gloria Galante, Lindsay Harris, Romina Laurito, Lorenzo Mantovani, Gabriele Quaranta, Eros Renzetti, Martina Rossi, Giulia Tulino.

La mostra è accompagnata dal più ricco catalogo mai pubblicato su Berman. Edito da Silvana Editoriale, include un saggio a quattro mani di Vittorio Sgarbi e Denis Isaia, i testi dei curatori Sara De Angelis, Peter Benson Miller e Ilaria Schiaffini; oltre ai contributi di Ester Garasto, Lindsay Harris, Gabriele Quaranta, Eros Renzetti, Martina Rossi, Luca Scarlini e Giulia Tulino, il catalogo delle opere e gli apparati.

 

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