Natale a Betlemme
Terra Santa deserta e col cuore che sanguina
Betlemme 16 dicembre 2024 - Natale a Betlemme, col cuore che sanguina. Sì certo: c'è stata la parata per il Patriarca, e gli scout, e la gente in piazza. Ma in questo 2024 è stato triste come quello di un anno fa quando - a pochi mesi dai fatti del 7 ottobre - la città dove è nato Gesù appariva deserta. All'epoca si sperava che tutto si risolvesse in qualche mese. Ma dopo un anno triste, tragico, amaro la Terra Santa è ancora deserta e col cuore che sanguina. Niente luci e niente festeggiamenti, cancellati già nel 2023 in segno di lutto e solidarietà con Gaza. C'era stato un solo precedente durante la pandemia. Era il 2020.
A Tel Aviv invece le lucine ci sono, e incantano chi si vuol facilmente incantare. Da qualche parte si vedono anche a Gerusalemme, ma è evidente che questo secondo Natale di guerra ha portato - oltre che morte - una economia turistica allo sfacelo. In tutto Israele i danni al turismo sono stati enormi (> leggi qui) e poco possono fare gli uffici stampa (specie quelli del turismo) e meno che non ingaggino giornalisti embedded e pagati per dir bene, pasteggiare con vino siriano e scrivere che la guerra (...stando magari in un buon hotel) non si sente. Anche quaesto fa tanta tristezza.
La realtà è che l'economia sta pagando caro il conflitto, che i turisti non ci sono perchè questa è diventata una meta pericolosa. E le crudeltà dell'ultimo anno non sono certo una allucinazione, basta leggere i rapporti di Amnesty International. Betlemme - purtroppo - paga più degli altri: viveva solo di turismo e qui le botteghe artigiane sono chiuse da 1 anno. Senza turismo è fame e povertà.
La situazione di Betlemme è emblenatica: la gente non esce di casa, è tutto chiuso, negozi sprangati. Gli artigiani hanno spento i loro arnesi per fare il tipico artigianato in legno. E da Betlemme arrivano voci di dolore e preoccupazione anche perchè la guerra tra Hamas e Israele sta portando a una escalation di violenza anche in Cisgiordania, con i coloni israeliani che hanno intensificato i loro attacchi contro la popolazione palestinese. Ce lo ricordava ad un anno dall'attacco di Hamas e dell'inizio della guerra di Gaza padre Ibrahim Faltas, numero 2 alla Custodia di Terra Santa. Ecco la sua testimonianza di oggi 16 dicembre 2024.
''Betlemme è triste, vuota e silenziosa. Manca la presenza dei pellegrini, manca l'aria di Festa. Come l'anno scorso, anche quest' anno non sarà acceso il grande albero che viene acceso solitamente la prima domenica di Avvento e che segna l'inizio delle celebrazioni nella città dove è nato il Principe della pace e dove il Natale è Festa per tutti i betlemiti, cristiani e musulmani. Ci saranno le celebrazioni religiose che non vedranno la presenza dei pellegrini che ogni anno arrivavano da ogni parte del mondo. L'anno scorso alla Santa Messa di mezzanotte si riunirono i cristiani locali e fu commovente pregare insieme e chiedere la pace con il cuore pieno di speranza. Spero che in questi giorni si realizzino i propositi di pace che sembrano definirsi a breve.
Sarebbe il miracolo di Gesù Bambino!''
Padre Ibrahim Faltas,
Gerusalemme 16.12.2024
Dal 7 ottobre 2023, giorno del grave attentato di Hamas e dell'inizio della guerra di Israele, i coloni israeliani hanno ucciso anche in Cisgiordania e sempre nell’ambito di azioni punitive verso la popolazione civile che abita nei villaggi. Anche nelle frazioni di Betlemme, tutto questo ha generato un grande stato di paura e allarme, che induce le persone a non uscire di casa.
Lo stato di guerra proclamato sul territorio cisgiordano dal governo israeliano impone misure di controllo che coinvolgono anche Betlemme: il coprifuoco e il divieto a muoversi al di fuori del proprio comune di residenza (vale anche per la residenza nelle frazioni, che per la città di Betlemme sono numerose).
Inoltre, sono state imposte anche la chiusura di numerosissime attività commerciali e negozi, come anche delle scuole. Queste fortissime restrizioni alla libertà di movimento rendono molto difficile, spostarsi. Anche per potersi curare nell'unico ospedale della zona. Persino raggiungere il Caritas Baby Hospital, che è un punto di riferimento per le famiglie di decine e decine di comuni della regione, è diventato proibitivo.
La Cisgiordania è stata sigillata, inaccessibile dai turisti, che portano la maggior parte dell’indotto di città come Betlemme, dove oltre il 90% del lavoro si svolge in ambito turistico. Inoltre, tutti i trasporti verso e fuori la Cisgiordania sono bloccati, così come i trasporti tra città e città.
Questo comporta una crescente difficoltà nel reperire ogni genere di beni, inclusi quelli prodotti localmente. Il peso psicologico di questo immiserimento è grandissimo.
Che Natale è? E' un Natale Amaro. Lì, in Terra Santa dove l'avvento ricorda un Dio fattosi uomo, diventa difficile immaginare e sognare la Pace.
Nelle chiese cristiane lì - come da noi - si prega. E si fatica a trovare la Speranza in mezzo a tanto odio scatenato verso la popolazione palestinese.
Che manchino luci lì dove Cristo si è rivelato è naturale. Ma Cristo venne anche in piena povertà, perciò arriverà ugualmente nel cuore di tutti, specie in Terra Santa.
Non si sono le luci ma nella piazza antistante la Chiesa della Natività deserta come tutta la città è come se ci fosse un urlo che reclama un sacrosanto diritto: il diritto ad esistere anche per i Palestinesi.
Corona Perer
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