foto: Vatican News
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Gaza: l'orrore senza fine

Escalation in Cisgiordania. Danni anche al patrimonio artistico: l'antica chiesa San Porfirio non c'è più

Gaza: di orrore in orrore. Israele non si ferma. Dall’ottobre 2023 in Cisgiordania, Gerusalemme Est compresa, c’è stato un terribile aumento della violenza mortale da parte delle forze israeliane e degli attacchi dei coloni, sostenuti dallo stato israeliano.

Resterà nei peggiori annali quanto successo il 19 luglio scorso:  un orrendo crimine. Un ragazzo down lasciato sbranare da un cane, e poi, agonizzante, abbandonato in una stanza. La sua famiglia era stata cacciata con la promessa che lo avrebbero curato, ma quando i suoi cari sono tornati hanno trovato il corpo in stato di decomposizione. La storia arriva dal quartiere Shujaiya, nella parte orientale di Gaza City, dice l'atrocità del regime Israeliano e dei suoi fedeli esecutori che spesso ''sparano per noia''.

Non c'è nemmeno più un posto per pregare e anche l'antica comunità cristiana è stata privata dell'antica chiesa di San Porfirio che le forze aeree israeliane hanno attaccato 9 mesi nei primissimi giorni della guerra (era il 19 ottobre 2023). Lì alcune famiglie cristiane di sfollati vi avevano cercato rifugio. 

La chiesa si trovava nel quartiere di Al-Zaytoon, nel sud della Striscia di Gaza ed era considerata la terza chiesa più antica del mondo. Fu costruita nel 425 d.C. e rinnovato nel 1856 d.C. Nel corso dell'attacco era morto un neonato e decine di persone ferite versano in gravi condizioni. Gravissimi i danni alla Chiea e agli edifici eterni andati distrutti.

L’attacco aereo ha totalmente distruzione il consiglio degli amministratori della chiesa, che ospita un certo numero di famiglie palestinesi, cristiane e musulmane, che si erano rifugiate nella chiesa in cerca di “un posto sicuro”. Molti feriti sono ancora sotto le macerie e le squadre di soccorso e di ambulanze stanno cercando di raggiungerli. In quei primi giorni un certo numero di cittadini cristiani erano fuggiti nelle chiese e negli edifici ad esse collegati, dopo che le case erano state distrutte a seguito dei bombardamenti, cercando un rifugio più sicuro.

E' evidente che ormai si punta al massacro. Ospedali, scuole, moschee e chiese non sono risparmiati dall’occupazione nonostante questi luoghi siano protetti dal diritto internazionale e dal diritto umanitario internazionale.

Nella striscia di Gaza ci sono 9 siti archeologici e sono soprattutto cristiani, di importanza enorme: vengono sistematicamente distrutti. Fra questi un cimitero romano ora ditsrutto. Mosaici di enorme importanza dove Israele ha parcheggiato sopra i carri armati.

Tornano alla mente le parole di Refaat Al-Areer poeta, scrittore, docente di letteratura, ucciso a Gaza in un bombardamento, con la sua famiglia. Tra i fondatori di ''NON SIAMO NUMERI'' scrisse:

Se dovessi morire tu devi vivere per raccontare la mia storia, per vendere le mie cose, per comprare un pezzo di stoffa e qualche stringa.
Prendilo bianco con una lunga coda, cosicché un bambino, da qualche parte a Gaza guardando il cielo negli occhi in attesa di suo padre (che se ne andò in una fiamma e non diede l'addio a nessuno nemmeno alla sua stessa carne nemmeno a se stesso) veda l'aquilone, il mio aquilone che tu hai fatto, volare là sopra e pensi per un momento che un angelo sia lì a riportare indietro amore.
Se dovessi morire fa che porti speranza, fa che sia un racconto.

Siamo qui a raccontare questo orrore senza fine anche per lui.

Perchè possa sopravvivere con le sue parole.
Corona Perer

 

 

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