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Gerusalemme città fragile

Scontri nella città Santa alla moschea di al-Aqsa

6 aprile 2023 -  Dura presa di posizione di  Amnesty International: "Due notti consecutive di terrore trascorse dai fedeli palestinesi alla moschea di al-Aqsa di Gerusalemme hanno mostrato la profonda brutalità del sistema israeliano di apartheid''.

Come noto la sera del 5 aprile le forze di sicurezza israeliane hanno fatto irruzione nella moschea, intorno alle 22.30, poco dopo la fine della preghiera della sera. Hanno lanciato granate assordanti e picchiato coi calci dei fucili i palestinesi presenti per il Ramadan.  Ne riferisce Agenzia Nova che pubblica anche un video dell'irruzione israeliana e dei brutali pestaggi ( < clicca qui)

Non era la prima volta in cui le forze di sicurezza israeliane hanno attaccato la moschea di al-Aqsa durante il Ramadan. Nel 2021 erano stati feriti almeno 170 palestinesi.  

Nel corso del primo attacco erano stati arrestati almeno 450 palestinesi, 50 dei quali sono ancora in stato di detenzione. Molte delle persone scarcerate dal centro di detenzione di Atarot erano a piedi scalzi e mostravano segni di percosse e ferite.

Un avvocato ha riferito ad Amnesty International che molte delle persone arrestate, minorenni compresi, erano state picchiate. La Società palestinese della Mezzaluna rossa ha riferito che le forze israeliane avevano impedito al suo personale di soccorrere i feriti all’interno della moschea sparando proiettili di gomma contro le ambulanze.

“Questi attacchi coordinati mostrano fino a che punto le autorità israeliane siano disposte ad arrivare per mantenere il loro crudele sistema di apartheid. Nelle tremende immagini degli ultimi due giorni abbiamo visto le forze di sicurezza israeliane picchiare uomini, donne e bambini e trascinarli via fuori dalla moschea. Ancora una volta le forze di sicurezza israeliane hanno dimostrato cosa sia l’apartheid”, ha dichiarato Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

“Le forze di sicurezza hanno sottoposto i fedeli palestinesi a due notti consecutive di terrore e hanno trasformato uno dei luoghi più sacri dell’Islam nella scena di un crimine. Sollecitiamo la comunità internazionale ad agire immediatamente per proteggere i palestinesi da questa violenta oppressione e per chiedere alle autorità israeliane di rendere conto dei loro crimini di diritto internazionale. L’impunità per questi terribili attacchi contro persone in preghiera non farà altro che alimentare ulteriore violenza”, ha aggiunto Morayef.

Dopo l’attacco della notte tra il 4 e il 5 aprile sono scoppiate proteste nelle città e nei villaggi palestinesi di Israele. Il 5 e il 6 aprile le forze israeliane hanno compiuto attacchi aerei contro la striscia di Gaza in risposta al lancio di missili contro Israele.

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Il commento
Gerusalemme città fragile 

di Ibrahim Faltas*

Dalla finestra del mio ufficio della Terra Sancta School di Gerusalemme, vedo la porta di Damasco. Ci sono scontri e poliziotti a cavallo. Nell’ultimo mese, la vita e l’attività della zona aveva ripreso la vivacità di sempre, poichè la popolazione di  Gerusalemme, sembrava uscita dalla crisi del covid.

Ad aprile, migliaia e migliaia di ebrei sono venuti a Gerusalemme, da tutto Israele, per festeggiare la Pasqua  Ebraica, anche noi cristiani, abbiamo fatto tutte le nostre celebrazioni in tranquilità, anche se è il secondo anno che mancano i pellegrini, quest’anno almeno abbiamo avuto la gioia della partecipazione della comunità cattolica locale.

Con la settimana di pasqua ortodossa sono partiti gli scontri. Iniziava anche il Ramadan, il mese più importante per i musulmani, un mese di purificazione e preghiera. Ed è proprio in concomitanza di queste due ultime celebrazioni, che sono scoppiati i disordini, andando a compromettere la sicurezza e anche il diritto per tutti di pregare.

Tutto questo caos, questo scompiglio si è esteso in tutta la Cisgiordania, come un effetto domino, creando proteste ovunque. Questi ultimi  fatti di violenza fanno  comprendere la fragilità di Gerusalemme, che dopo un anno di pandemia, è venuta a galla violentemente la questione  irrisolta di Gerusalemme.

C'è indifferenza, la comunità internazionale non trova una soluzione sul riconoscimento di Gerusalemme, come Città Santa, città che appartiene a tutti i popoli. Ricordo con commozione le parole di  San Giovanni Paolo II che in una lettera apostolica  afferma: "...La città santa di Gerusalemme, così cara a ebrei, cristiani e musulmani, si eleva come un simbolo di incontro, di unione di pace per l'intera famiglia umana".

Poi esortava: "...Con buona volontà e larghezza di vedute sia trovato un modo giusto nel quale i differenti interessi e aspirazioni possano essere messi insieme in una forma armoniosa e ferma...!. Spesso ripeteva che se non ci sarà pace a Gerusalemme, non ci sarà pace nel mondo.

Gerusalemme è la chiave per  chiudere ogni conflitto e aprire la porta della pace.
Le proteste di questi giorni,  a cui hanno partecipato molti giovani di tutte le religioni,  ci invitano a a ripensare Gerusalemme come l’icona, il modello  della Fratellanza Umana. 

Dice il Salmo:
Domandate pace per Gerusalemme:
sia pace a coloro che ti amano,
sia pace sulle tue mura,
sicurezza nei tuoi baluardi.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».

Chiedo alla comunità internazionale di riprendere i dialoghi sulla questione di Gerusalemme, per il bene dell’umanità, per un futuro di pace e giustizia. La città di Gerusalemme, non è una città come le altre, ma è un messaggio di convivenza e di pace per  il mondo, ha una grande opportunità, in questo secolo post covid, di ripartire con una luce nuova, come un modello esemplare, perchè la sua natura e le sue caratteristiche sono i pilastri fondanti di una nuova società, dove le tre grandi religioni monoteiste, l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam, possono essere i protagonisti di un modello di una società basata sulla coesistenza  e sulla collaborazione.

Ciò può arricchire la Gerusalemme di oggi, rispettando quel legame indissolubile tra la Gerusalemme storica e la Gerusalemme celeste perchè  l'una richiama l'altra. Attrae tutta la storia umana: tutti siamo nati a Gerusalemme, tutti apparteniamo alla Città di Dio. 

* vicario della Custodia
Ofm Terra Santa
aprile 2021

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