Ferrara - Meis, il museo nazionale dell'Ebraismo
Nuova mostra sugli Ebrei italiani del Novecento
17 febbraio 2024 - Il Meis, Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, non è solo testimonianza di un importante capitolo di storia legata agli Ebrei italiani, ma anche un continuo promotore di mostre: "Ebrei nel Novecento italiano", dal 29 marzo 2024 ricostrurà la bimillenaria storia dell’ebraismo in Italia.
L’esposizione, a cura dello storico Mario Toscano e dell’editore e divulgatore scientifico Vittorio Bo, con l'allestimento a cura dell’architetto Antonio Ravalli, offre un racconto dettagliato del XX secolo attraverso la storia, l'arte e la vita quotidiana degli ebrei italiani.
Il progetto illustra il complesso percorso prima di acquisizione della cittadinanza, poi di perdita e infine di riacquisizione dei diritti, da parte di una minoranza che si è riconosciuta e integrata nella vita italiana, mantenendo salda la propria identità culturale e religiosa e offrendo un contributo di rilievo alla costruzione dello Stato e allo sviluppo della società nazionale.
E intanto è arrivato da Trento a Ferrara, da Fondazione Caritro che l'ha concesso in comodato gratuito il bassorilievo del Simonino da Trento al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Il “Compianto sul corpo morto di Simonino” entra così nella collezione permanente “Ebrei, una storia italiana” del MEIS.
L'opera rappresenta un tassello fondamentale nella narrazione della vita nei ghetti in cui le comunità ebraiche vennero confinate dal 1516. L’opera offrirà ai visitatori un approfondimento su uno dei più drammatici episodi di antigiudaismo. Fondazione Caritro aveva acquistato il bassorilievo ligneo “Compianto sul corpo morto di Simonino” nel 2020 e lo aveva concesso per 9 anni al Museo Diocesano di Trento in occasione della mostra "L'invenzione del colpevole. Il 'caso' di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia".
L’opera è stata restituita dal Museo Diocesano di Trento alla Fondazione Caritro nel 2022. Il Consiglio di Gestione, vista l’importanza artistica e storica dell’opera, si è adoperato per individuare una nuova collocazione dell’opera trovando nel MEIS l’istituzione adatta alla sua contestualizzazione e valorizzazione.
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EBREI, IL POPOLO DEL DESERTO
“Ebrei, una storia italiana” mostra permanente
(Corona Perer) - Entrando al Meis, a Ferrara, si incontra il popolo del deserto, il vento e la vastità di Israele. La storia dell'Ebraismo racconta una patria che abita nel Libro e nella legge prima ancora che nei passi del suo patriarca Mosè e nella terra. Una patria di carta. Il MEIS, Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, racconta la scrittura e il canto ebraico e la vicenda degli ebrei italiani la prima e più antica comunità della diaspora.
L'esposizione racconta l'esperienza degli ebrei italiani dall'epoca dei ghetti (a partire dal 1516 con l'istituzione del primo, quello di Venezia) allo scoppio della Prima guerra mondiale.
"Una storia che è parte integrante della storia d’Italia ed è ancora oggi molto attuale perchè vi è al suo interno la storia della convivenza tra culture diverse e del rapporto tra l’identità di maggioranza e quelle minoritarie" spiega in uno degli apparati video Daniele Jalla.
La nuova mostra prosegue la narrazione di “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni” curata da Anna Foa, Daniele Jalla e Giancarlo Lacerenza e di “Il Rinascimento parla ebraico”, a cura di Giulio Busi e Silvana Greco. Due mostre temporanee ora condensate nella permanente del MEIS “Ebrei, una storia italiana”.
Il nuovo capitolo che si apre copre una delle fasi più emblematiche della bimillenaria presenza degli ebrei in Italia e lo fa accostando opere d'arte, documenti d'archivio, multimediali di approfondimento, oggetti rituali e di uso quotidiano, tramandati da secoli di famiglia in famiglia.
Ricavato nelle ex carceri ferraresi (chiuse nel 1992), il museo ha come mission raccontare la presenza ebraica in Italia che si è formata e sviluppata nella Penisola dall’età romana (II sec. a.e.v.) al Medioevo (X sec. d.e.v..). Gli ebrei d’Italia hanno costruito la propria peculiare identitàsenza mai farsi assimilare. Gli ebrei italiani sono quelli che vivono in Italia o hanno ascendenze italiane o, in senso più ristretto, appartengono all'antica comunità di rito italiano (minhag italkì), diversamente dalle comunità risalenti all'epoca medievale o moderna, che fanno riferimento al rito sefardita (praticato dagli ebrei provenienti dalla Spagna e dal bacino mediterraneo) o askenazita (degli ebrei provenienti dalla Germania e dal nord Europa).
I primi ebrei arrivarono a Roma grazie agli intensi scambi commerciali nel bacino del Mediterraneo e già nel I secolo e.v. (d.C.) la comunità ebraica romana era fiorente e stabile, tanto che poté riscattare gli ebrei fatti schiavi durante l'assedio di Gerusalemme del 70, quando il generale Tito, futuro imperatore, distrusse il Tempio per ordine del padre Vespasiano. Da Roma gli ebrei si sparsero presto lungo tutta la penisola: a sud, dove raggiunsero fino al dieci per cento della popolazione, e a nord, soprattutto lungo le coste.
Migrazioni, integrazione e intolleranza religiosa sono in rapporto sia al mondo pagano che a quello cristiano. Una storia che emoziona quando si arriva alla ricostruzione della tomba della giovane Faustina, morta a 15 anni. In una delle ultime sale, un video consente di contemplare la scrittura ascoltando la voce del rabbino: fermarsi è d'obbligo per "sentire" della cultura di un popolo che ha nel segno scritto la legge e la sua identità.
Come noto l'anno della catastrofe è il 1492, quando gli ebrei vengono espulsi dalla Spagna, dal Portogallo e dai territori di dominio spagnolo. Molti ebrei si trivano in fuga dal centro Europa. A Venezia, nel 1516, fu fondato il primo ghetto della storia, una forma di segregazione in seguito istituita anche a Roma e in quasi in tutte le città italiane tra cui proprio Ferrara che porta nella sua urbanistica evideti segni di quel periodo.
Solo dopo Napoleone gli ebrei italiani cominciarono ad essere emancipati e parteciparono numerosi sia al processo risorgimentale che portò all’Unità d’Italia, sia alla prima guerra mondiale, per difendere la patria. Nel 1938, le leggi razziali emanate da Mussolini segregarono e discriminarono nuovamente gli ebrei fino a provocarne la persecuzione, la deportazione e la morte (circa 9.000 furono arrestati in territorio italiano e uccisi durante il fascismo e l’occupazione nazista). Solo con la nascita della Repubblica e la firma della Costituzione è stata riconosciuta agli ebrei l’appartenenza di diritto all’identità dell’Italia, un Paese che hanno contribuito a fondare.
Nel Rinascimento gli ebrei erano attivi a Firenze, Ferrara, Mantova, Venezia, Genova, Pisa, Napoli, Palermo e ovviamente Roma con un ruolo non secondario di prestatori, medici, mercanti, oppure oggetto di pregiudizio.
Il Museo Nazionale dellEbraismo Italiano e della Shoah di Ferrara mette a disposizione un capitolo del racconto dell'ebraismo italiano e a fine percorso ottimo il bookshop dove trovare libri storici e lo spirito ebraico che ha dato luogo - nei secoli - a favole e fantastici libri illustrati. Non a caso fin dal 2010 il Museo promuove, ogni anno, la Festa del Libro Ebraico in Italia.
(foto e testo di Corona Perer)
MEIS
Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e dell Shoah
Via Piangipane, 81
Ferrara - www.meisweb.it
Autore: Corona Perer
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