
I ''carfògn'' dolci agordini con semi di papavero
Come dimenticare il blitz delle Fiamme Gialle 40 anni fa?
di Corona Perer - I ''Carfògn'' di questa foto sono quelli - buonissimi - di Fabrizio Pescosta chef ormai noto in Agordino oltre che volto televisivo dei cooking show di Rai 1.
Questi dolci sono tipici e fanno parte della storia dell'Agordino, furono anche un caso di cronaca quando nel 1985 le Fiamme Gialle arrivarono in elicottero a Vallada Agordina distruggendo i papaveri, trattando come spacciatori tanti anziani rimasti di stucco e in lacrime di fronte a tanta violenza.
E' un fatto che chi scrive ricorda molto bene: era Ferragosto del 1985, quarant'anni fa ed ero redattrice a Telebelluno quando ci arrivarono in redazione le telefonate disperate dall'Agordino e la notizia di un blitz antidroga con elicottero. Seguirono settimane di polemiche infuocate con l'intendente di Finanza (così si chiamava) Michele Aprile che a ripetizione si giustificava con una litanìa di poche parole che non ammettevano replica: ''La legge è legge e io ho applicato la legge''.
Questa coltivazione secolare era stata invece brutalmente sfregiata ed interrotta dall'ampio dispiegamento di forze che colsero di sorpresa gli ignari abitanti di Vallada la cui unica colpa era quella di coltivare questa pianta in buonafede. Fu proprio necessario agire in quel modo così eclatante? Interrompere la consuetudine di secoli col rumore di un elicottero, che arriva di sorpresa appoggiato da automezzi delle Fiamme Gialle e uomini in divisa? A quarant'anni di distanza appare tutto molto ridicolo. Ma in realtà fu tragico.
Molti finanzieri furono fatti venire appositamente dal Trentino, in particolare da Predazzo - non molto distante una volta superato il San Pellegrino e Moena - che arrivarono in forze per estirpare oltre 7000 le piante sotto gli occhi increduli e in lacrime degli abitanti delle frazioni di Toffol e Andrich dove si concentrò l'attenzione delle Fiamme Gialle. Poteva sembrare l'Afghanistan ed invece era il tranquillo Agordino dove si dichiarava guerra alle piante di papavero che crescevano rigogliose negli orti casalinghi da secoli.
E così ci furono anche le denunce verso 9 donne anziane, pensionate e casalinghe che furono da subito difese dal loro sindaco: una donna battagliera, Carla Andrich. Ci fu una immediata convocazione del consiglio comunale in seduta straordinaria, l'amministrazione stava con la sua gente: giustissimo. Nei giorni seguenti intervenne un noto legale bellunese (l'avvocato Larese all'epoca principe del foro) che riuscì a dimostrare l'assoluta mancanza di dolo. La vicenda venne archiviata ma non dimenticata. Che brutta storia! La si ricorda ancora oggi come fosse ieri, nonostante 40 anni si siano appoggiati su quella tragica giornata.
Ma torniamo a questi dolcetti. Sono tornata di recente in Agordino per un reportage e il mio occhio è caduto su tanti orti vicini ai tabià: si coltiva ancora il papavero!! E per fortuna: significa che le tradizioni non muoiono mai se qualcuno le tiene vive. Così negli orti accanto a pomodori e insalata, svettano alti i papaveri.
''El pavàre" per i valligiani caratterizzano da sempre i sapori di alcuni piatti della cucina valladese.
Si usano anche per le "lasagne da fornel'' (la vigilia di Natale) e i "carfogn", durante il Carnevale e le feste particolari. I semi del papavero che si vedono in orti e giardini hanno l'unico scopo di ricavare i semi per usarli in cucina.
Se andate in Agordino, troverete questi dolci nei panifici, nei menù dei ristoranti tipici e nei negozi dove si vende solo la tradizione. Che resiste.
Bene così.
(Corona Perer)
Autore: Corona Perer
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