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Come scegliere l'alimentatore giusto

...senza sacrificare spazio e affidabilità

Scegliere un alimentatore per un impianto o un quadro elettrico non è mai una scelta semplice, specialmente per chi non è del settore. Difatti la qualità di questo componente ricade direttamente sulla stabilità dell’intero sistema e, in molti casi, anche sulla sua durata nel tempo. A complicare la scelta c’è spesso la necessità di ridurre gli ingombri: nei pannelli di controllo moderni ogni millimetro conta, ma non si può scendere a compromessi con sicurezza ed efficienza.

Per chi opera in contesti industriali o di automazione, una soluzione pratica e molto apprezzata è l’HDR-60-24 MOXA, progettato per offrire il miglior compromesso tra compattezza, affidabilità e prestazioni. Vediamo, dunque, quali criteri dovrebbero guidare la scelta di un alimentatore a montaggio DIN-rail.

Le specifiche tecniche più rilevanti

La prima variabile da considerare è la potenza erogabile. Non serve andare alla ricerca di valori troppo elevati rispetto al carico reale; piuttosto bisognerebbe focalizzarsi sulla necessità di non occupare spazio o generare calore inutile. Un modello da 60 W, per l’appunto, fornisce 24 V a 2,5 A ed è sufficiente per diverse applicazioni.

Altro punto chiave è la compatibilità con la rete di alimentazione. L’ingresso universale, che accetta da 85 a 264 VAC, consente l’uso in ambienti diversi senza trasformatori aggiuntivi. A ciò si aggiunge l’efficienza prossima al 90%, un parametro che riduce le dispersioni e migliora la gestione termica.

Non meno importanti sono le protezioni integrate: sovratensioni, sovraccarichi e cortocircuiti sono rischi tipici degli impianti. Di conseguenza, un alimentatore di qualità deve reggere questi eventi, oltre a gestirli evitando danni ai dispositivi collegati.

Spazio ridotto e affidabilità: un equilibrio possibile

La miniaturizzazione dei quadri è un altro aspetto da tenere in considerazione. Avere un alimentatore largo poco più di cinque centimetri significa poter ottimizzare la disposizione dei componenti e ridurre i costi di installazione. Un formato compatto non deve però essere sinonimo di inefficienza, quindi valutate anche la progettazione termica e i materiali impiegati.

La possibilità di funzionare in un ampio intervallo di temperatura, da –30 a +70 gradi, è un altro indice di affidabilità, perché significa resistere senza problemi a officine poco riscaldate in inverno o a locali tecnici soggetti a surriscaldamenti estivi.

E per finire, c’è un ultimo aspetto pratico, ovvero quello che riguarda la compatibilità con le guide DIN standard. Questa peculiarità, in breve, semplifica l’integrazione in sistemi esistenti senza modifiche strutturali, quindi senza dover cambiare pezzi o interi quadri in favore del componente.

Quali criteri valutare per la scelta finale?

Un alimentatore non può essere “visto” come un accessorio, perché, in realtà, è il centro potente e sicuro che assicura il funzionamento continuativo di tutti i dispositivi ad esso collegati. Nella scelta, pertanto, occorre saper bilanciare la potenza richiesta, il margine di sicurezza, l’efficienza e l’ingombro fisico.

Sul mercato ci sono tanti modelli che dimostrano che si può avere un dispositivo compatto, facile da installare e allo stesso tempo duraturo ed affidabile. Per professionisti e aziende che puntano a ridurre i tempi di manutenzione e aumentare la vita utile degli impianti, scegliere di investire in un alimentatore affidabile, dopotutto, significa risparmiare tempo e costi nel lungo periodo.

 

 

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