Perchè il nostro giornale si chiama SENTIRE
''Ci stanno a cuore le percezioni e perchè vogliamo dar voce al 'sentire' comune''
Lo abbiamo chiamato SENTIRE perchè ci stanno a cuore le percezioni e
perchè vogliamo dar voce al 'sentire comune'.
Tatto, Gusto, Olfatto, Udito, Vista. Quando tocchiamo, gustiamo, odoriamo, guardiamo…noi “sentiamo”.
Ma le nostre percezioni vengono anche dal cuore, persino quando il cuore non vuole sentire.
E quando avvertiamo disagio, quando una disarmonia ci circonda, il nostro sentire si trasforma
in un “sentirsi diversi”.
L’Uomo sente freddo e caldo, la fame, la felicità, il dolore, la febbre, la stanchezza di una giornata pesante, il vuoto della solitudine, un profumo, una musica, una conferenza.
Ma 'sentire' è anche 'dar retta' seguire un consiglio. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Abbiamo scelto un verbo con un'area semantica molto vasta che anche un sostantivo (di un grand’uomo diciamo - ad esempio - che ebbe un “alto sentire”).
Sentire è percepire, giudicare, avvertire, consentire, dissentire. E stimare.
SENTIRE vuole “sentire”. Quello che sta fuori, quello che sta oltre, quello che sta sotto,
Quello che sfugge nella massa di comunicazioni alla quale siamo sottoposti.
Quello che si dimentica, quello che si evita volutamente di sentire.
Quello che la gente comune pensa e non dice.
Quello che dice senza averlo troppo pensato.
Nel nostro sito web parliamo di attualità, cultura, società, filosofia, ambiente, solidarietà, pari opportunità, popoli e religioni. Con spirito laico, non laicista.
Perchè la laicità autentica è uno spazio pubblico aperto a tutti, non uno spazio neutro da cui tutti sono esclusi.
SENTIRE nasce dalla volontà di dare spazio agli approfondimenti, ai pensieri e ai progetti, ai ragionamenti di prospettiva, ma anche per aprire una finestra sui mondi
a noi vicini e lontani. Per dare visibilità alla società che resta nascosta, per non appiattire
la comunicazione e andare oltre l’effimera vita della notizia. Per non condannarla ad un veloce
usa e getta, al già visto e al già sentito.
Per dare spazio alle idee.
L’organo del nostro sentire sarà il cuore.
Una sola cosa facciamo: lavoriamo con sentimento.
E il bello di questa avventura è che possiamo garantirlo
Corona Perer
direttore@giornalesentire.it
15 ottobre 2007
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