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La crisi arriva nei Kibbutz

Un po' azienda e un po' hotel: in Israele ce ne sono 250, la guerra con Gaza pesa

E' crisi per i Kibbutz (un po' azienda e un po' hotel) che in Israele risentono della guerra e del calo drammatico dei turisti che un tempo visitavano il paese. Una meta turistica diventata sicuramente più pericolosa. Peccato, perchè nei Kibbutz era possibile svolgere anche esperienze di volontariato. Questi villaggi si erano col tempo offerti come  un’ottima alternativa low-cost: prezzi contenuti per una vacanza a stretto contatto con la natura

Il primo kibbutz, quello di  Degania Alef, risale al 1909. La sua struttura innovativa, ispirata ai valori della condivisione e dell’uguaglianza, riscosse presto molto successo, tanto che venne replicata in molti altri centri sparsi per il Paese.

Il più celebre kibbutz è sicuramente quello di Sde Boker, sorto nel 1952 nel sud di Israele, a 50km dalla città di Beer Sheva. Qui David Ben Gurion, storico Primo Ministro e fondatore dello Stato di Israele, trascorse l’ultima parte della sua vita ed è ancora possibile visitare la sua casa, oggi convertita in museo.

Attualmente in Israele i kibbutz sono circa 250, ognuno con le proprie aziende e peculiarità.

Al Kibbutz Ein Gedi, che si affaccia sul Mar Morto c'è un grandioso giardino botanico, diventato parco nazionale nel 1972. Sorto nel 1953 sopra un insediamento millenario, questo villaggio è un luogo perfetto per il relax.

Nel Negev il kibbutz Ketura, a 50km da Eilat, fu fondato nel 1973 da un gruppo di giovani nordamericani, conta circa 300 abitanti, di cui la metà sono bambini. Oggi è dotato di un grande impianto a energia solare e promuove attivamente tra i suoi abitanti uno stile di vita il più ecosostenibile.

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