
Maxxi L'Aquila, relazioni di tessuto
La Mostra - True Colors. Tessuti: movimento, colori e identità
Narrazioni, spazi, movimenti e relazioni ...in tessuto: ''True Colors. Tessuti: movimento, colori e identità, inaugurata lo scorso 7 giugno al MAXXI L'Aquila (curata da Monia Trombetta con Chiara Bertini, Fanny Borel, Donatella Saroli e Anne Palopoli) è un espediente per indagare come il tessuto sia stato mezzo per l'arte e come differenti approcci dal 2000 a oggi, da parte di artisti internazionali di varie generazioni abbiano preso forma in gesto artistico.
Per taluni artisti il tessuto è stato mezzo espressivo per raccontare e riflettere sulla tradizione e su questioni politiche, sociali e di genere; in altri esso diventa seduta, arredo e costume, di scena o da indossare, con l'obiettivo di attivare una modalità di fruizione partecipata. La mostra di L'Aquila prende spunto dalle opere della Collezione del MAXXI e raccoglie prestiti e nuovi lavori realizzati per l’occasione che entrano in dialogo con le sale barocche di Palazzo Ardinghelli, sede del museo, attivando nuove relazioni e connessioni.
Karina Kaikkonen-Towards tomorrow
«Questa mostra è un viaggio corale tra memoria e visione, dove le opere, molte delle quali nate dal dialogo con il territorio e la sua storia, trasformano Palazzo Ardinghelli in un organismo vivo. Attraverso la pluralità di linguaggi e prospettive, il museo rinnova il suo impegno a essere spazio di confronto, partecipazione e rigenerazione culturale» afferma Francesco Stocchi, Direttore Artistico MAXXI.
Un viaggio, afferma il Direttore, perchè la mostra esplora molteplici ricerche: da fili, fibre e stoffe ad arredi, abiti e personaggi, tecniche di lavorazione, trame, intrecci e colori, dalle sperimentazioni su fibre e tessuti alle installazioni ambientali e site-specific, fino ai progetti partecipativi e performativi.
La selezione delle opere e il ercorso espositivo è stato curato da Monia Trombetta, Direttore ad interim MAXXI Arte che è partita dalla collezione MAXXI e dalle ultime acquisizioni di lavori in tessuto. «Dal riconoscimento della centralità del tessuto nelle ricerche artistiche sono nati i dialoghi che hanno determinato la selezione delle opere in prestito e le nuove produzioni che speriamo possano ancora arricchire il patrimonio pubblico».
«La mostra ha per me un significato speciale - afferma Emanuela Bruni, Presidente Fondazione MAXXI - perchè parla di legami, e questo museo è il simbolo del legame profondo tra il MAXXI e la città, un presidio culturale nel cuore di una città che rinasce attraverso la creatività e il sapere. True Colors intreccia memoria e futuro, locale e globale, arte e partecipazione. È un omaggio all’identità, alla trasformazione, alla forza creativa delle persone e dei luoghi».
In mostra opere di Dana Awartani, Marion Baruch, Yto Barrada, Jacopo Belloni, Sanford Biggers,
Alex Cecchetti, Adelaide Cioni, Olga de Amaral, Isabella Ducrot, Gelatin, Sheila Hicks, Kaarina Kaikkonen, Kimsooja, Abdoulaye Konaté, Claudia Losi, Hassan Musa, Marinella Senatore, Paola Pivi, Yinka Shonibare, Rosemarie Trockel, Franz West.
Opere di Olga de Amaral, Paola Pivi, Jacopo Belloni
Nel periodo di apertura (fino al 16 novembre) i visitatori potranno interagire attraverso performance, workshop e formazione creativa.
True Colors. Tessuti: movimento, colori e identità è realizzata con il sostegno di CdP – Cassa Depositi e Prestiti e con il Patrocinio del Comune dell’Aquila.
TRUE COLORS
Tessuti: movimento, colori e identità
fino 16.11.25 - MAXXI L'Aquila
a cura di Monia Trombetta con Chiara Bertini, Fanny Borel, Donatella Saroli, Anne Palopoli
Dana Awartani, Marion Baruch, Yto Barrada, Jacopo Belloni, Sanford Biggers,
Alex Cecchetti, Adelaide Cioni, Olga de Amaral, Isabella Ducrot, Gelatin, Sheila Hicks, Kaarina Kaikkonen, Kimsooja, Abdoulaye Konaté, Claudia Losi, Hassan Musa, Marinella Senatore, Paola Pivi, Yinka Shonibare, Rosemarie Trockel, Franz West
Adelaide Cioni, Song for a Square, a Circle, a Triangle
Marinella Senatore, Memory and Celebration
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LA RINASCITA DI PALAZZO ARDINGHELLI
Maxxi L'Aquila ha trovato sede in un meraviglioso palazzo barocco recuperato dopo il sisma del 2009: Palazzo Ardinghelli certamente una delle dimore più affascinanti e singolari della città, unico palazzo abruzzese che presenta una insolita soluzione di facciata con balconata.
Edificato nel ‘700 dalla famiglia di origine toscana degli Ardinghelli, su progetto dell’architetto Francesco Fontana, l’edificio ha avuto alterne fortune; se alla fine dell’Ottocento fu dimora ed atelier di Teofilo Patini, tra gli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso ha ospitato gli uffici della Pretura e dell’Anagrafe comunale. Ma nulla che fosse all’altezza del suo stile ricercato.
A dispetto di tanta magnificenza, Palazzo Ardinghelli non ha mai avuto una sua precisa identità nel tessuto del centro storico dell’Aquila. Diventato bene demaniale alla fine del 2008, Palazzo Ardinghelli mostrava i pesanti segni del tempo e dell’incuria, su cui fortemente ha inciso il sisma del 2009, che ha provocato il ribaltamento delle pareti del cortile, con crollo parziale del porticato e diversi danni anche all’apparato dei saloni, dovuti al crollo – in vari punti – della copertura.
“Adottato” dal Governo della Federazione Russa, è stato sottoposto ad un lungo e accurato intervento che, oltre al consolidamento globale dell’edificio ed al restauro dei preziosi apparati decorativi, ha salvato la pietra originale della facciata e l’intonaco settecentesco dello scalone, ed ha disegnato la nuova pavimentazione di sale e salone ispirandosi alla porzione di pavimento originale giunta sino a noi.
La destinazione d’uso è cambiata mentre i lavori erano in corso (l’edificio originariamente era destinato ad accogliere alcuni uffici del Ministero della Cultura). Poi l'idea: portare a Palazzo Ardinghelli il MAXXI. Il Settecento doveva essere riletto per accogliere l’arte contemporanea.
Il recupero è stato possibile grazie all'aiuto del governo russo: rispondendo all'appello delle autorità italiane in occasione del G8 ospitato proprio all'Aquila, la Federazione Russa aveva individuato due beni monumentali da adottare per garantirne il restauro: la Chiesa di San Gregorio Magno, nella frazione di San Gregorio, e Palazzo Ardinghelli, nel centro del capoluogo abruzzese, a cui venne destinato un contributo di 7,2 milioni di €uro.
Il 26 aprile 2010, un anno dopo la tragedia, l'allora primo ministro della Federazione Russa Vladimir Putin e l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sottoscrissero un accordo bilaterale in cui il governo russo si impegnò a finanziare il restauro di due monumenti scelti nel G8 del 2009 con un importo di 7,2 milioni di €.( > leggilo qui ). Nel marzo 2013 si arrivò alle procedure di gara con assegnazione lavori.
Il restauro di Palazzo Ardinghelli, richiese otto anni di lavoro certosino degli esperti e dei tecnici dei Beni culturali del territorio. Un periodo in cui Italia e Russia si diedero spesso la mano (> leggi qui) . La Russia ribadì il suo impegno anche il 10 aprile 2013. Infatti la dimora barocca settecentesca ha collaborato con la Fondazione Russa per l'Arte Contemporanea VAC (Victoria - the art of being contemporary).
L'inaugurazione del Palazzo avvenne il 30 ottobre 2020 alla presenza del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, e dell'ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov (il MAXXI divenne operativo nel maggio 2021). Il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, nel suo intervento espresse il sentimento di gratitudine della comunità abruzzese nei confronti dell'ambasciata russa a Roma e del governo e della Presidenza della Federazione Russa per aver deciso di destinare i fondi necessari al restauro di Palazzo Ardinghelli che ora vive come museo. E che ammalia con il suggestivo il cortile semiottagonale porticato – che collega piazza Santa Maria Paganica e via Garibaldi, e che diventa un vero e proprio “attraversamento urbano”. Monumentale lo scalone di derivazione borrominiana sovrastato dai dipinti murali dell’artista veneto Vincenzo Damini e di nobile impianto i saloni con i grandi camini, la preziosa cappella di famiglia, le pregevoli decorazioni in stucco dei soffitti e le sequenza di stanze che aprono prospettive sempre diverse sullo spazio interno del palazzo e sull’esterno che nobilmente sovrasta.
Una bellezza che oggi dialoga con l'arte contemporanea.
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per saperne di più
Beni Culturali Abruzzo
Autore: Corona Perer
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