Arte, Cultura & Spettacoli

Storia di un musa: la donna del Vento

Riccardo Schweizer raccontato da Dina

C'è un articolo di questi 10 anni web che ha dato a SENTIRE particolari soddisfazioni in termini di letture. E' stato letto ovunque e alla protagonista ha portato lettere, manifestazioni di affetto, o magari pura e semplice curiosità morbosa. E' la storia di un grande amore, di una donna bella, che diventa giovane musa di un artista geniale strappata da una piccola cittadina di provincia e catapultata nel jet-set dell'arte al cospetto nientemeno che di Picasso. Lei è una donna che vive l'amore come una tempesta. Lui è Riccardo Schweizer. Lei è la donna del vento, grande personalità e  rara bellezza.

Dina e Riccardo Schweizer, si sono tanto amati da finire per odiarsi, restando però sempre uniti. Lei non aveva mai narrato pubblicamente la storia di quell'amore. Ha deciso di farlo nell'agosto 2015 perchè SENTIRE le garantiva il giusto spazio per il sentimento: l'amore, la più bella delle opere d'arte.

L'intervista confessione che potete leggere su www.giornalesentire.it non tace i momenti più difficili, le scelte controcorrente, gli sguardi bigotti e invidiosi in provincia, i giudizi velenosi che una donna così libera, spregiudicata, divenuta ricca dopo un'infanzia modesta, non poteva che suscitare sentimenti. Nei mesi successivi all'uscita dell'articolo, Dina ci riferì di lettere, telefonate appassionate di ignoti spasimanti che per anni avevano taciuto quanto l'avessero anche loro ammirata e desiderata, di contatti persino dall'America da parte di  lettori rimasti stregati dalla storia.

Casa Schweizer nei dintorni di Fiera di Primiero custodisce ricordi e memorie di questa pagina di vita piena di passione. Tante fotografie la ritraggono alta, elegante, sorriso da fotomodella, col corpo disegnato dall'artista, in abiti da torero. Emerge la fortissima personalità di entrambi: lei è forgiata, ma forgia anche l'artista. Gioco, complicità, scontri e diktat.

“Bisognava adeguarsi a quello che decideva lui e non c'erano santi a cui appellarsi” racconta Dina, assaporando una delle sigarette che il medico le vietava. Ma lei non è ma stata donna che obbediva alle regole.

Lui la sposa a 40 anni di buon mattino e in municipio (già questo per l'epoca è scandalo). Lei ne ha 23. Due uomini sconosciuti e completamente ubriachi, presi a caso per certificare l'unione,  testimoniano davanti ad un sindaco sbigottito. Poi il successo, la Costa Azzurra, l'entourage di Picasso e i repentini rientri a Mezzano per una merenda nella neve o le cene con gli amici in Casèra.

“Ricordo gli occhi di Pablo: mi spogliò in un istante come faceva con tutte le donne, ma non osò mettersi in mezzo alla passione che c'era tra me e Riccardo. Io ero troppo innamorata di mio marito per vedere altri uomini”.

Tante foto e tante cornici custodiscono frammenti di quegli anni sfrontati e gioiosi, e  quella bellezza prorompente fino a quando anche a lei non ha uno scatto creativo e decide di spenderlo sulla propria vita: rompe, decide di farla finita, di camminare libera e con le sue gambe.

Inizia così il secondo capitolo della sua vita di donna, non meno amata e non meno ammirata. L'uomo più importante e potente del Trentino, Bruno Kessler, si fa avanti. Inizia una vita completamente diversa. E a Roma  inizia la terza tappa della sua vita. Dina non rivela tutto per tatto. “Non voglio ferire”. Ma di una cosa va fiera: di non essersi mai pentita delle sue scelte. E di essere stata se stessa.

 

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Autore: Corona Perer

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