Arte, Cultura & Spettacoli

Riccardo Schweizer ''I luoghi dell'anima''

A Palazzo Scopoli allestimento d’autore curato da Barbara Schweizer

Tonadico (Tn) 22 luglio 2022 - Palazzo Scopoli ospita una seconda esposizione del progetto dedicato a Riccardo Schweizer.

“I luoghi dell’anima”, presenta fino al prossimo 11 settembre le opere che richiamano la terra d’origine che amava molto, ma anche la Francia e Venezia. Posti in cui ha vissuto e lavorato.

Il percorso artistico è  curato da Barbara Schweizer, figlia del noto artista: “Non si tratta di mostre antologiche - spiega la curatrice - ma abbiamo optato per due esposizioni ‘emozionali’, da interpretare comunque come un’unica mostra, diffusa''.

A Palazzo Scopoli, a Tonadico,  è possibile conoscere una parte importante della vasta produzione dell'artista e designer. Non mancano i progetti con i disegni preparatori del Palazzo del Cinema di Cannes, ma non solo: ci sono opere pittoriche di diverse epoche ed alcune originali sculture.

La tavola nella stube, è stata riallestita in veste estiva per l’occasione (dopo il successo delle precedenti anteprime invernali).

 

Nell'inverno scorso (26 dicembre 2021- 7 gennaio 2022) la tavola ebbe un outfit invernale con l'allestimento d’autore curato dalla stessa Barbara Schweizer e Dora Tavernaro.

Protagonista l’iconico servizio da tavola Giulietta e Romeo e il servizio di bicchieri e brocche Cubo Bibita protagonisti della “Tavola di Schweizer” un progetto coordinato dalla Comunità di Primiero, in sinergia con i Comuni di Primiero San Martino di Castrozza, di Mezzano e con la preziosa collaborazione della famiglia Schweizer, in particolare della figlia Barbara.

Per Schweizer la casa è una “macchina per abitare”, bisogna realizzare strutture sagomate su forme geometriche semplici, massicce, virili, dalla perfezione “non antica, né moderna, bensì semplicemente eterna” come il cubo, la sfera, il cilindro e la piramide, oggetti scultorei dalle forme pulite e geometriche, che si scompongono e ricompongono in un perfetto gioco di incastri.

L'artista nato a Mezzano nel 1925 e scomparso nel 2004, torna alla sua terra d’origine con i suoi concept di design. Nella suggestiva sala d’epoca in legno del 1600, situata al primo piano del palazzo, la modernità delle linee e i metalli preziosi si integrano con l'antica stube, dando vita ad un’armonia di forme, colori e giochi di luce.

I celebri servizi da tavola dell’artista, sono ceramiche rifinite in oro, platino e rame. Si tratta di servizi disegnati da Schweizer negli anni ’70 per l’azienda Pagnossin di Treviso, attualmente prodotti e distribuiti dall'azienda Bosa di Bassano del Grappa, in esposizione a Palazzo Scopoli grazie alla disponibilità di alcuni collezionisti privati.

Ad impreziosire ulteriormente questo allestimento, due collaborazioni importanti con il laboratorio artigianale Artelèr di Tonadico, con i suoi tessuti e bicchieri di Felicia Ferrone, designer americana di fama internazionale. Sono infatti opera delle preziose mani di Lucia Trotter i tessuti utilizzati per la tavola, ricavati da filati naturali di qualità eseguiti su antichi telai in legno nel piccolo laboratorio che fanno di Artelèr una vera chicca dell’artigianato locale.   

Una tavola dal grande valore estetico ed artistico.

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Pittore, eccellente fotografo e genio del design

Riccardo Schweizer, tra estetica e funzionalità

(di Corona Perer) - Per capire la sua genialità bisogna imboccare la porta del design e fermarsi sulle ceramiche di Riccardo Schweizer. Negli anni ‘70 l’artista inizia a collaborare come designer con un’azienda di ceramiche, (stimolato dal titolare e amico Giulio Pagnossin) dando vita ad una serie di oggetti per la tavola. Come spesso accade, la produzione tuttavia cessò ma numerosi prototipi sopravvissero.

Una sfera è il servizio di piatti impilati, per un tete-a-tete. L’artista la chiama Giulietta e Romeo. Un cilindro è un portaspezie. Un parallelepipedo che contiene una sfera  per il manico, racchiude caraffa e bicchieri. Le tre forme geometriche che caratterizzano la sua visione di oggetto casalingo di design sono cubo, sfera e cilindro.

Nei suoi pezzi più geniali (molti dei quali disegnati negli anni ’70) respirano estetica e funzione.

 

La figlia dell’artista, Barbara Schweizer, che oggi è a sua volta designer, provvede a tutelare e promuovere il patrimonio d’arte di famiglia e porta in sè l'eredità artistica del padre. La complessa e poliedrica personalità di quest’artista che ha percorso  mezzo secolo di storia, (aveva conosciuto Picasso e a Vallauris visse una stagione destinata a influenzare tutta la sua opera) senza mai abbandonare  la  passione per la sperimentazione.

La sua filosofia sospesa tra estetica e funzione lo guidò a San Michele all’Adige per realizzare il ristorante “Da Silvio” di Faedo, oggi bene tutelato. Qui l’artista lavorò disegnando, scolpendo, arredando di suo gusto seguendo i dettami dell’arte totale che avevano avuto un primo fulgido esempio con Fortunato Depero e che resta al fondo delle logiche futuriste.

Grazie ad astuti giochi ad incastro realizza un servizio di piatti, oliere. Una riedizione preziosissima con l’impiego d’oro 24 carati, platino e rame è stata realizzata qualche anno fa per collezionisti. Forme pulite e di grande essenzialità. Moderne, e senza tempo.

maggio 2018

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Biografia dell'artista

Riccardo Schweizer (Mezzano 31 agosto 1925 – Casez, 20 settembre 2004) È stato pittore, scultore, fotografo, designer italiano. I suoi studi tecnico-artistici hanno inizio a Belluno e successivamente a Venezia presso l’Istituto Statale d'Arte dei Carmini, diretto dal roveretano Giorgio Wenter Marini e dove insegna anche Carlo Scarpa. Si diploma in seguito all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove insegnerà per un periodo pittura in qualità di assistente di Bruno Saetti. Vive in quegli anni in casa dell’amico pittore Vittorio Basaglia. Nel 1950 è in Francia, a Vallauris in Costa Azzurra, dove conosce e frequenta Pablo Picasso, Marc Chagall, Fernand Léger, Jean Cocteau, Massimo Campigli e Le Corbusier. Nel 1958, in occasione del decimo anniversario dalla fondazione, il Museo Picasso di Antibes gli dedica un'importante mostra personale. Dal 1960 si stabilisce in Costa Azzurra e si impegna nell'attività di ceramista. All'anno successivo risalgono le prime grandi opere murali, per l'Istituto Editoriale Italiano di Milano e per due strutture alberghiere a San Martino di Castrozza. Nel 1963 si sposa con Dina Raveane. Legato da una forte amicizia a Giulio Pagnossin, titolare dell’omonima azienda trevigiana, con il pannello in ceramica progettato per le nuove terme di Levico (1965) inaugura anche il legame professionale che rimarrà indissolubile fino alla morte dell'amico Giulio avvenuta prematuramente nel 1979, da questo sodalizio professionale e di amicizia, nasceranno importanti oggetti d'arte applicata. Nel 1966 dedica al disastro del Vajont un importante lavoro a Ponte nelle Alpi. Al 1978 risale uno dei suoi interventi più ampi di decorazione d'interni presso il ristorante Da Silvio a San Michele all’Adige, divenuto poi raro esempio di ristorante tutelato tra i beni culturali trentini. Negli stessi anni realizza affreschi, progetti e cicli decorativi, oggetti di design e decorazioni d'interni per edifici pubblici e privati, in Italia e in Francia, tra cui l'importante progetto di decorazione del 1982 per il Palazzo dei Festival e dei Congressi di Cannes. Nel 1980: mette a punto una tecnica a base di ossidi e cemento per un grande bassorilievo esterno che ricopre tre facciate del Municipio di Carros (Nizza), edificio progettato da François Druet. Nel 1986 realizza un grande affresco per la nuova sede dell'Istituto Trentino di Cultura a Trento, ora Fondazione Bruno Kessler. Come designer vince, nel 1986, il Primo Premio Murano. Negli anni '90 concepisce e realizza numerose opere su commissione pubblica e privata, delle quali molte in Trentino. Insignito 'motu proprio' da Carlo Azeglio Ciampi del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana nel 2001. Muore in Val di Non nel settembre 2004.   

 

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