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Caterina la grande

Nel 2029 il il 300° anniversario di una donna che fu decisiva per l'impero degli Zar

Caterina la Grande  è stata una delle magistrali interpretazioni di Helen Mirren. 

Nel 2029 la Russia si prepara a celebrare una grande donna e un importante anniversario: il 300° anniversario di Caterina la Grande nel 2029. Fu decisiva per la Russia e il suo posto nel mondo. Il regno di Caterina II ha cambiato la carta geografica mondiale. 

La ricorrenza del 2029 sarà celebrata con eventi su larga scala per decreto del presidente russo Vladimir Putin.

Durante il governo di questa donna (che arrivò a regnare dopo aver spodestato il marito), la Russia crebbe in potenza e ricchezza. Fu un'autentica era: l'era di Caterina la Grande. Il suo impero ha trasformato la Russia in una potenza continentale. Conquistò la Crimea (1783), stabilì una base sul Mar Nero dopo le vittorie contro l'Impero Ottomano e acquisì nuovi territori a ovest attraverso le spartizioni della Polonia. 
 

Caterina si è anche distinta in diplomazia: ha creato la ''Lega di Neutralità Armata'', difendendo la libertà del commercio marittimo durante la Guerra di Indipendenza Americana. La sua posizione è diventata un simbolo della politica estera indipendente della Russia.

Caterina venne incoronata nella Cattedrale dell'Assunzione di Mosca il 22 settembre 1762. Per la sua incoronazione fu forgiato uno dei gioielli più importanti del tesoro imperiale dei Romanov, la Corona imperiale di Russia, disegnata dal gioielliere franco-svizzero Jérémie Pauzié. Ispirata a un disegno bizantino, la corona venne realizzata con due sfere d'oro e d'argento a rappresentare l'impero romano di oriente e di occidente, divisi da una ghirlanda fogliata e da festoni.

La corona contiene 75 perle e 4 936 diamanti indiani a formare delle foglie di alloro, simboli del potere e della forza, ed è sormontata da uno spinello di 387.62 carati in precedenza appartenuto alla zarina Elisabetta, oltre a una croce di diamanti. La corona venne prodotta nel tempo record di due mesi e raggiunse il peso di 2.3 kg. Dal 1762, la corona imperiale venne utilizzata per tutte le incoronazioni degli zar della dinastia dei Romanov sino all'abolizione della monarchia nel 1917.
 

Caterina la Grande  è stata una delle magistrali interpretazioni di Helen Mirren

Le trasformazioni interne sono state altrettanto importanti. Caterina ha realizzato riforme amministrative, sviluppato l'istruzione, incoraggiato la scienza e la cultura, e fondato nuove città — Odessa, Mykolaiv, Dnipro. Ha trasformato la Russia non solo in una forza militare ma anche in un centro di idee illuministe.

Il ricordo è vivo non solo in Russia, ma anche in America Latina, dove si possono trovare murales che la raffigurano. Caterina II è dunque il simbolo della grandezza imperiale, della sua influenza e dell'arte diplomatica che esercitò durante il suo regno. 

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UNA DONNA AL POTERE

Quella di Caterina II di Russia detta la Grande è una storia di scandali, intrighi e potere. La monarca donna più longeva di Russia (regnò dal 1762 al 1796) salì al potere dopo aver spodestato il marito, Pietro III. Fu lei a dare nuovo slancio alla nazione, che divenne una delle più grandi potenze d’Europa. Il periodo in cui regnò è noto come "l’epoca d’oro della Russia". 

Caterina passa alla storia per aver continuato a modernizzare la Russia secondo le idee dell'assolutismo illuminato che furono già di  Pietro il Grande: si interessò ai problemi dell'istruzione, fondando il primo istituto di istruzione superiore femminile in Europa, delle finanze e della creazione di nuove cittadine fondate su suo ordine.

Il suo vero nome era Sofia Augusta Federica di Anhalt-Zerbst: nacque il 2 maggio (21 aprile per gli ortodossi) 1729 a Stettino, in Pomerania, nell'allora Regno di Prussia (attualmente in Polonia). Era figlia di Cristiano Augusto di Anhalt-Zerbst, principe di Anhalt-Zerbst, generale prussiano e governatore di Stettino per conto della Prussia, e di sua moglie, Giovanna di Holstein-Gottorp, una principessa tedesca. Due dei suoi cugini di primo grado divennero sovrani di Svezia: Gustavo III e Carlo XIII.

Secondo il costume tipico dell'epoca presso le famiglie nobili della Germania, ricevette un'educazione accurata e di ottimo livello, in particolare dalla propria governante francese e dai propri tutori. Durante la sua infanzia venne spesso trascurata dalla madre, la quale le preferiva il fratello minore Guglielmo Cristiano Federico, e Caterina soffrì a lungo di questo fatto. Il suo precettore era di fede protestante, ma la giovane Sofia non condivise mai la visione del mondo del suo insegnante.

Fin da bambina si mostrò di carattere vivace, estroverso, animata da una curiosità non comune, con la quale, partecipando ai balli, ai banchetti e ai salotti della nobiltà, sbalordì molti interlocutori. Un episodio, in particolare, spinse la madre a contrastarne il carattere pieno di orgoglio: quando si presentò al cospetto di Federico Guglielmo I di Prussia, la bambina si rifiutò di baciare l'orlo dell'abito del monarca, perché era troppo corto e non riusciva a raggiungerlo.

Per quanto appartenente all'alta aristocrazia tedesca, la famiglia di Caterina non godeva di consistenti disponibilità finanziarie e la sua ascesa al potere fu perlopiù frutto della necessità di reperire denaro e prestigio con un matrimonio di interesse, deciso a tavolino dai suoi parenti.

La scelta di Sofia come moglie per il suo cugino di secondo grado, il futuro zar Pietro III, fu  frutto delle gestioni diplomatiche  interessate a rafforzare i legami tra Prussia e Russia per indebolire l'influenza dell'Austria e porre in rovina l'atteggiamento filo-austriaco del cancelliere russo Bestuzhev.

Caterina incontrò Pietro la prima volta all'età di 10 anni. Sulla base dei suoi scritti, sappiamo che trovò Pietro detestabile sin dal primo incontro: si oppose alla sua tendenza a consumare alcolici sin dalla giovane età e al suo eccessivo militarismo, e il suo aspetto malaticcio, con la pelle pallida, non le lasciò una buona impressione di lui.

La zarina fu molto colpita da Sofia al suo arrivo in Russia nel 1744 e la stessa giovane fece ogni sforzo per ingraziarsi non solo la sovrana, ma anche il futuro marito e con loro il popolo russo. Si applicò con zelo allo studio della lingua russa, giungendo a svegliarsi in piena notte per ripetere quanto appreso nella giornata (mantenne per tutta la vita, comunque, uno spiccato accento tedesco che provò più e più volte a eliminare senza successo). Questa pratica di studiare di notte, nelle ore più fredde della giornata, la portò a contrarre una pericolosa polmonite nel marzo del 1744, da cui si riprese dopo breve.

Sofia scrisse nelle sue memorie che non appena fu giunta in Russia si ammalò di pleurite, una malattia che quasi la uccise e dalla quale si salvò solo grazie a frequenti salassi: in un singolo giorno si sottopose anche a quattro flebotomie. Sua madre, che si opponeva a questa pratica, si inimicò nuovamente la zarina Elisabetta, che la allontanò dalla corte per occuparsi lei stessa di Sofia. Quando la situazione pareva ormai disperata, la madre le inviò un pastore luterano per confessarsi. Sofia, però, rispose: "Non voglio alcun luterano; voglio il mio pope ortodosso". Questo fatto innalzò ulteriormente la stima che la zarina nutriva nei suoi confronti.

Il padre di Sofia, devoto luterano tedesco, si oppose alla scelta della figlia di convertirsi alla chiesa ortodossa. Malgrado questa obiezione, la chiesa ortodossa russa ricevette ufficialmente la principessa Sofia come suo membro il 28 giugno 1744, la quale prese il nome di Caterina e il patronimico artificioso di Alekseyevna (figlia di Alessio), lo stesso nome assunto da Caterina I, madre di Elisabetta e nonna materna di Pietro.

Il giorno successivo venne formalmente battezzata. Il matrimonio da lungo tempo desiderato avvenne il 21 agosto 1745 a San Pietroburgo. Caterina aveva 16 anni e Pietro 17; suo padre non presenziò alla cerimonia. Lo sposo, all'epoca noto come Pietro di Holstein-Gottorp, era divenuto duca di Holstein-Gottorp (un ducato tedesco al confine con la Danimarca) nel 1739. La coppia si stabilì alla reggia di Oranienbaum.

Come Pietro aveva - poco dopo il matrimonio - un'amante (Elizaveta Romanovna Voroncova), così anche Caterina aveva intrapreso diverse storie d'amore con Sergej Saltykov, Grigorij Grigor'evič Orlov (1734-1783), Aleksandr Semënovič Vasil'čikov, Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, Stanislao Augusto Poniatowski e altri.

Pietro aveva un temperamento insopportabile anche a coloro che facevano parte della loro "piccola corte" a palazzo. Era uomo di carattere violento e incline a ubriacarsi, si dimostrò ostile verso la moglie, maltrattandola in pubblico, e anche da adulto, mantenne la sua ossessione per il mondo militare e continuava ancora a giocare con i soldatini: una volta fece impiccare un topo con una forca improvvisata perché aveva rosicchiato un suo soldatino, rovinandolo. Ignorata dal marito, lei si dedicò alle letture, che includevano anche Voltaire, Diderot e Montesquieu, e si tenne informata sugli eventi della Russia.

Lo zar Pietro III regnò per soli sei mesi; morì il 17 luglio 1762. ERa salito al trono dopo la morte della zarina Elisabetta di Russia il 5 gennaio 1762, Pietro venne chiamato a succedere al trono russo con il nome di Pietro III, e Caterina divenne imperatrice consorte. La coppia imperiale si spostò nel nuovo Palazzo d'Inverno a San Pietroburgo. Le eccentricità e le tendenze politiche dello zar, inclusa la sua ammirazione per il re Federico II di Prussia, alienarono ancora di più Caterina e i suoi sostenitori.

Caterina, che pure soffriva della situazione, più volte richiamò nelle sue memorie di avere pensato solo alla finalità ultima di divenire zarina un giorno, salendo al trono: "Ero solita dirmi che felicità e miseria dipendono da noi stessi. Se ti senti infelice, ergiti sopra l'infelicità, e fa' che la tua felicità sia indipendente da tutto ciò che ti accade intorno."

A luglio del 1762, dopo quasi sei mesi dalla sua ascesa al trono, Pietro si prese una vacanza con i suoi cortigiani e parenti tedeschi alla reggia di Oranienbaum, lasciando la moglie a San Pietroburgo. Dalla capitale, Caterina iniziò a tramare seriamente per detronizzare il marito, grazie anche all'appoggio e alla complicità di eminenti personalità di corte e dello stato che desideravano una completa inversione di rotta nella politica nazionale e credevano che Pietro III stesse lentamente ma progressivamente impazzendo e che quindi fosse necessario detronizzarlo.

La notte dell'8 luglio Caterina venne a sapere che uno dei suoi co-cospiratori era stato arrestato per ordine di Pietro III e che tutto ciò per cui lei stessa aveva meticolosamente lavorato per anni stava per disgregarsi sotto le indagini della polizia incitata dal marito.

Il giorno successivo, Caterina lasciò il suo palazzo e si portò al luogo ove era accampato il reggimento Izmajlovskij; qui tenne un discorso accorato ai soldati ai quali chiedeva di difenderla dalle angherie di suo marito. Caterina si portò quindi con il reggimento alla caserma Semenovskij dove anche alcuni rappresentanti del clero la riconobbero come unica sovrana sul trono russo. Con questi appoggi e con gli altri collezionati sino a quel momento, Caterina riuscì a fare arrestare suo marito e lo costrinse a firmare un documento di abdicazione, così che nessuno potesse contestare la sua ascesa al trono.

Il 17 luglio 1762 (otto giorni dopo il colpo di Stato e sei mesi dall'ascesa al trono) Pietro III morì a Ropša, strangolato per mano di Aleksej Grigor'evič Orlov-Česmenskij. Gli storici non hanno riconosciuto a Caterina la volontà di fare uccidere il marito.

Caterina approvava l'Illuminismo e considerava sé stessa un filosofo sul trono, come Marco Aurelio o Federico II di Prussia. Fu conosciuta come una protettrice delle arti e della letteratura. Scrisse commedie, romanzi e memorie. Tra le commedie opera di Caterina si ricordano L'ingannato e Lo stregone siberiano (in cui vi è un riferimento al Conte di Cagliostro), scritte sia con intenti didattici sia con intenzioni critiche nei confronti di ipotetici nemici, quali la massoneria.

Numerosi intellettuali e artisti beneficiarono della sua protezione, fra i quali Voltaire, Diderot e D'Alembert, tutti famosi enciclopedisti francesi, che in seguito consolidarono la sua reputazione nei loro scritti. Ospitò per un periodo Diderot in Russia, e acquistò anche la biblioteca del filosofo, che ne mantenne tuttavia l'uso vitalizio.

In particolare, Caterina mantenne Diderot fino alla sua morte nel 1784 (nonostante lui ne avesse in seguito criticato il governo assoluto, definendola "dispotica" anche non necessariamente "tirannica", e avesse descritto la Russia come "un colosso dai piedi d'argilla" Inviandogli del denaro periodicamente e pagandogli l'affitto del sontuoso appartamento parigino di rue Richelieu, dove visse nel suo ultimo mese di vita; in seguito istituì una donazione di 1 000 rubli per la vedova Antoinette Champion e provvide economicamente anche alla figlia Angèlique e ai nipoti di Diderot. Anche gli italiani  Domenico Cimarosa, Tommaso Traetta e Giovanni Paisiello soggiornarono in periodi diversi alla corte dell'imperatrice.

Caterina tenne sempre in grande considerazione la filosofia e la cultura europee: credeva fermamente che fosse possibile creare anche in Russia una "nuova società" se si fosse riusciti a inculcare nei giovani l'educazione. Caterina credeva che l'educazione fosse l'unico metodo per fare emergere il popolo russo dalla sua arretratezza. Questo avrebbe comportato uno sviluppo dell'intelletto e della moralità intellettuali, instillando conoscenza e senso civico.

Anche se Caterina non era una discendente della dinastia dei Romanov, era discendente della dinastia dei Rurik che aveva preceduto i Romanov al trono di Russia. Superò un  colpo di Stato che la voleva deporre per trasferire la corona al giovane granduca Paolo, il quale si dimostrava più propenso a una monarchia costituzionale anziché a una autocrazia illuminata. Questo colpo di Stato non poté avere luogo e Caterina regnò sino alla propria morte per quasi 35 anni.

 

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