
Antonio Canova, ritrovato il testamento
Possagno: le ultime volontà dell'artista che fu chiamato a immortalare George Washington
Possagno, 23 luglio 2025 - E' recente la scoperta del più antico testamento conosciuto di Antonio Canova, redatto nel 1799. Lo hanno annunciato con grande emozione il Comune e la Parrocchia di Possagno, Fondazione Canova e Fondazione Opera dotazione del Tempio Canoviano.
Il documento è emerso alcuni mesi fa all'interno di una cartella finora inesplorata dell’Archivio parrocchiale di Possagno che in sinergia con la Diocesi di Treviso mira alla valorizzazione di questi tesori, grazie anche all’attento lavoro di ricerca di Marcello Cavarzan, studioso e già amministratore di istituzioni locali. Alla pubblicazione del documento stanno lavorando anche Giancarlo Cunial e Alberto Susin.
Si tratta di un abbozzo notarile, redatto da Canova all’età di 42 anni, poco prima del suo rientro a Roma dopo la drammatica parentesi rivoluzionaria che l’aveva spinto a rifugiarsi nel Veneto. Questo testamento si configura come la prima testimonianza della volontà dello Scultore di destinare i frutti della sua arte a finalità civiche e culturali, esprimendo in modo inequivocabile i suoi ideali di generosità e di attaccamento alla sua terra natale.
Nel documento, Canova dispone infatti:
- la creazione di una biblioteca artistica e di una raccolta di statue in gesso nella sua casa di Possagno, affinché gli studiosi possano esercitarsi nel disegno, un'idea embrionale della futura Gypsotheca e di una scuola d’arte;
- il lascito della maggior parte delle sue sostanze alla Comunità di Possagno, per garantire la gestione della scuola e la presenza di un custode fidato;
- la concessione annuale di tre doti nuziali a giovani donne di Possagno nel giorno del Patrono san Teonisto.
Fino a oggi, il testamento più antico noto di Canova risaliva al 1802, redatto in vista del suo primo viaggio a Parigi. Quello appena scoperto è dunque il primo di sei testamenti stilati dallo Scultore tra il 1799 e il 1822, in momenti cruciali della sua carriera e della storia europea.
Il documento getta nuova luce anche sulla profonda relazione fiduciaria tra Canova e il conte Tiberio Roberti, suo amministratore e notaio di fiducia, nonché autore materiale della bozza testamentaria. In essa si riconosce una visione lucida e lungimirante di Canova nel destinare il suo patrimonio a beneficio del bene pubblico.
Questo eccezionale ritrovamento avviene nel cuore stesso della terra natale di Canova, tra le mura dell’archivio della parrocchia di Possagno che da secoli conserva le tracce della sua storia familiare e artistica. La scoperta rafforza ulteriormente il legame tra la figura di Canova e Possagno, e conferma l’impegno della Consulta Canoviana nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico e culturale canoviano.
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VOLLERO CANOVA ANCHE PER GEORGE WASHINGTON
Così famoso, che nel 1816 il Parlamento di Raleigh, nella Carolina del Nord, incaricò Thomas Jefferson di individuare lo scultore più adatto a realizzare una statua, a figura intera, di George Washington da collocare nella sala del Senato.
Fu nel 1816 che in Carolina del Nord, Thomas Jefferson fu incaricato di individuare lo scultore più adatto a realizzare una statua, a figura intera, di George Washington da collocare nella sala del Senato.
A Jefferson fu chiaro che nessuno scultore americano poteva essere all’altezza dell’incarico, e per questo propose il nome di Antonio Canova, uno degli artisti europei più celebrati.
Per Canova, nel pieno della sua carriera era la conferma di essere entrato tra i grandi. Il compito che gli giungeva dalla lontana Carolina parve subito suggestivo: lo scultore ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo in scultura e soprannominato per questo «il nuovo Fidia», Washington era un modello, un eroe romantico. Ai suoi occhi era stato un evento eccezionale l'aver rinunciato al potere in nome di un ideale di libertà. Un gesto quasi artistico e comunque grandioso. Accettò.
L'artista veneto riteneva “Washington un galantuomo” e rappresentò il primo Presidente degli Americani nelle vesti di un condottiero romano, mentre sta scrivendo la rinuncia al terzo mandato da Presidente degli Stati Uniti. L’opera arrivò nel Campidoglio di Raleigh nel 1821 e fu subito un gran successo. Purtroppo era destinata a durare poco: dieci anni dopo andò persa nell'incendio divampato nel palazzo del Parlamento. Rimase solo polvere. La Gypsotheca di Possagno ha ricostruito qualche anno fa questa storia che ci restituisce la grandezza di Antonio Canova.
Nato a Possagno nel 1757, era figlio di uno scalpellino. Morì il 13 ottobre 1822. Aveva fatto il suo apprendistato a Venezia, ma poi si era trasferito a Roma, dove poteva attingere a quello stile classico che solo l'Urbe dispensava a piene mani. Il prossimo anno si ricordano i due secoli dalla morte.
Ha 200 anni anche il Tempio dedicato al Canova. La prima pietra del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno fu gettata l'11 luglio 1819.
Gli Anniversari Canoviani sono stati occasione per portare una rinnovata attenzione ai luoghi natali, all’arte e alla figura di Antonio Canova che ebbe fama in vita. e così sono partiti anchen uovi lavori al Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno grazie al Fondo Cultura (miglioramento sismico e valorizzazione del patrimonio architettonico di una sezione della Gypsotheca).
Il restauro ha riguardto la seconda e la terza campata dell’Ala Ottocentesca, struttura realizzata su progetto dell’architetto Francesco Lazzari fra il 1831 ed il 1836 per volere del fratello dello Scultore, Giovanni Battista Sartori. Sono completamente accessibili al pubblico l’Ala Scarpa e la Casa natale di Canova, luogo che conserva ancora l’arredo originale e che custodisce oggetti personali e strumenti di lavoro dell’Artista.
La Casa natale è attualmente la sede della Pinacoteca che conserva il corpus dei suoi dipinti, 16 tele dipinte ad olio realizzate dal 1783 al 1799. Oltre a questi dipinti nell’edificio sono conservati i suoi disegni, le tempere su carta, alcune incisioni e i marmi.
Il Tempio era stato progettato da Canova stesso in più riprese tra il 1804 ed il 1818, aiutato per i disegni da Pietro Bosio e Luigi Rossini, con i consigli epistolari di Giannantonio Selva e Antonio Diedo. La spesa del Tempio fu sostenuta quasi per intero dallo scultore e ai lavori partecipò praticamente tutta la comunità di Possagno (che fornì anche alcuni materiali e lavoro volontario) e lavoranti del circondario.Il Tempio Canoviano di Possagno, prese il via tra grandi feste in paese e la partecipazione di Antonio Canova in persona, l'artista al quale era stato chiesto persino di raccontare il genio politico del tempo, George Washington.
Nel 1917, subito dopo la grande Guerra, alle soglie dei suoi primi 100 anni, il Tempio fece i conti con una tragedia collaterale del conflitto: oltre alla carneficina, i danni al suo inestimabile patrimonio. Quel 1917 fu per la Gypsotheca un anno Horribilis: un bombardamento tra la notte di Natale e di Santo Stefano delle truppe austro-ungariche colpì la prima campata della Gypsotheca, squarciò il tetto e danneggiò la maggior parte dei modelli originali in gesso che nel Museo erano conservati. La Gypsotheca rimase chiusa fino al 1922.
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