
Mercato delle Armi: i grandi affari dell'Italia
Iveco acquisita da Leonardo
Come noto nel sanguinoso conflitto nell’Europa orientale Kiev impiega sistemi bellici prodotti in Italia. Impossibile sapere quante e quali armi abbiamo inviato alle forze armate ucraine dopo l’invasione russa del 24 febbraio.
Armi arrivano anche ad Israele e la premier Meloni ha ratificato di recente le intese. Bastasse: per soddisfare il piano di riarmo euroeo servirebbero 51 miliardi di euro, in prestito!
Gli italiani sono fermi al palo con gli stipendi, i servizi non funzionano, la sanità post pandemia è allo sfascio ma il cittadino italiano si troverà suo malgrado a vedere che i soldi delle sue tasse vanno in armi.
Un dato: lo stipendio medio lordo annuo in Italia è di 44.893 €, ben al di sotto di quello di paesi come Islanda, Lussemburgo o Germania.Il divario tra Nord e Sud resta significativo: circa 3.700 € annui di differenza.Il gender pay gap è ancora presente: gli uomini guadagnano in media il 7,3% in più rispetto alle donne.La pressione fiscale italiana resta tra le più alte d’Europa, con un impatto forte sul potere d’acquisto.
Al tempo stesso l'industria delle armi genera profitti e stipendi da capogiro per il suo management. E' di pochi giorni fa la notizia che Leonardo ha sottoscritto l'accordo di acquisizione di Iveco Defence, una divisione di Iveco Group, per un controvalore di 1,7 miliardi che sarà finanziato con la cassa disponibile.
''Con questa operazione, Leonardo compie un ulteriore passo per il consolidamento della propria posizione di riferimento nel settore della difesa terreste e rafforza il proprio ruolo di 'original equipment manufacturer' integrato, con un portafoglio di soluzioni complete per la difesa e la sicurezza, su piattaforme cingolate e ruotate''.
Così recitava il comunicato stampa di un raggiante Roberto Cingolani ex ministro del governo Conte poi transitato in posizione di top manager all'industria che resta un attore di riferimento nel settore della Difesa terrestre europea.
Che tristezza.
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