
Bambini Soldato: in Yemen, combattono anche loro
Una tragedia nella tragedia
La piaga dei bambini soldati è presente in tutti quei paesi che fondano la propria politica nel terrore: interno ed esterno. Arruolarsi a volte significa salvare la propria famiglia e non farlo signifia sottoporsi ad arruolamenti (o sparizioni) forzate.
“I bambini yemeniti sono tra i più colpiti, poiché rappresentano un quarto delle vittime legate ai conflitti registrate” dice Egizia Petroccione, Capo Dipartimento Advocacy e Policy Internazionale di Save the Children Italia.
“I bambini yemeniti vivono nella paura, la guerra continua a portare la morte nelle loro città. Il picco della violenza a Hodeidah e Taiz mostra che ora più che mai è il momento di un cessate il fuoco a livello nazionale come primo passo verso una pace sostenibile”.
Le agenzie delle Nazioni Unite stimano che dal marzo 2015 siano stati arruolati, in Yemen, quasi 1500 bambini soldato. Numero assolutamente per...difetto.
Human Rights Watch aveva già accusato, nel maggio 2015, gli huthi di arruolare, addestrare e impiegare bambini soldato.
Tutto questo accade in mezzo a vergognose contraddizioni: Usa e Regno Unito da un lato mandano aiuti umanitari allo Yemen, dall’altro fanno vendite multimiliardarie di armi all’Arabia Saudita, armi che stanno procurando una sofferenza devastante alla popolazione civile dello Yemen. Sono stati esportati 17 miliardi di euro in armamenti, tre volte il valore degli aiuti stanziati dagli stessi Paesi per alleviare le sofferenze del popolo yemenita. La situazione umanitaria continua a peggiorare dopo oltre 5 anni e mezzo di conflitto lo Yemen è un paese distrutto.
E l'Italia? Nonostante l’11 luglio 2019 abbia sospeso per 18 mesi l’esportazione di bombe d’aereo e missili dirette verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, tra il 2015 e il 2019 il nostro Paese ha autorizzato export di armamenti per un valore complessivo di circa 845 milioni di euro verso l’Arabia Saudita cui si aggiungono gli oltre 704 verso gli Emirati Arabi Uniti. Fa finta...di non sapere.
(fonte: Amnesty International e Save the Children)
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SPERANCE DI PACE?
(aprile 2023) Sarebbero in corso manovre di pace. Dopo 7 anni, gli ultimi dei quali trascorsi senza che la comunità internazionale vedesse la tragedia in atto, l'Arabia Saudita mostra volontà di pace. Fonti telegram danno quasi ogni giorno notizia di incontri e di passi fino a pochi mesi fa impensabili.
La guerra iniziò la notte del 25 marzo 2015, la Coalizione militare guidata dai sauditi lanciò il suo primo attacco contro lo Yemen. La guerra che infuria da allora nel Golfo di Aden è descritta dalle Nazioni Unite come "il peggior disastro umanitario causato dall'uomo". Solo nel 2019, ci sono stati più di 3.000 decessi diretti e 24 milioni di persone dipendono attualmente dall'aiuto umanitario.
Dal 2015 tutte le parti coinvolte nel confitto hanno commesso gravi e ripetute violazioni del diritto internazionale umanitario. Le forze Huthi, che controllano buona parte dello Yemen, hanno bombardato indiscriminatamente centri abitati e lanciato missili, in modo altrettanto indiscriminato, verso l'Arabia Saudita. La Coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, che appoggia il governo yemenita riconosciuto dalla comunità internazionale, continua dal canto suo a bombardare infrastrutture civili e a compiere attacchi indiscriminati, che uccidono e feriscono centinaia di civili.
Tutte le parti in conflitto hanno soppresso la libertà d'espressione ricorrendo a detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, maltrattamenti e torture. La popolazione civile è intrappolata nel conflitto e sopporta le conseguenze peggiori. Tra morti e feriti, le vittime di questi cinque anni sono state oltre 233.000.
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