
Piccolo trattato sull'immensità del mondo
Sylvain Tesson (Piano B edizioni)
(Corona Perer) - Appassionato di tutto, anche dei nomi non solo delle forme e dei paesaggi. Del resto nominare è dare sostanza alle cose. Sylvain Tesson scrittore, giornalista e grande viaggiatore, è il prototipo del viaggiatore intelligente, del vagabondo 2.0. E del resto è proprio nel suo nome che - in nuce - si è annidato questo spirito: Silvano (Sylvain) deriva dal latino ''silva'', bosco. Con i suoi viaggi ha penetrato lo spirito del mondo sempre teso alla ricerca della meraviglia e della gioia.
Tesson è il prototipo di colui che si muove per capire per il mondo. E lo racconta. Attratto da ogni cosa, persino dalla bellezza dei termini scientifici e geomorfologici, dalla comprensione del segreto delle forme.
Il suo "Piccolo trattato sull’immensità del mondo" (edito da Piano B edizioni) raccoglie le impressioni, i pensieri e le avventure raccolte nel suo vagabondare per il mondo. Un diario di viaggio che diventa trattatello filosofico. Sylvain Tesson (classe 1972) ha fatto un giro del mondo in bicicletta per capire che ciò lo appassionava di più era l’Asia centrale, che visita frequentemente a partire dal 1997.
I suoi viaggi da nomade contemporaneo nelle sue pagine diventano iniziazione e inno alla libertà, ma soprattutto celebrazione della curiosità che muove l'uomo. Che è poi desiderio di conoscenza, quella forte volontà di entrare nella natura delle cose.
''Niente mi incanta più di duomo granitico, soliflussione, gelifrazione; o delle parole che invitano al viaggio e danno fuoco alle polveri interiori come Venezia, Timbuctu, Valparaíso. Certo, non nego la potenza mitica dei toponimi, ma sostengo che la musica della geografia fisica sia altrettanto evocativa. Quando sento la parola 'barcana' tiro fuori i miei stivali delle sette leghe. E che dire dell'espressione trasgressione flandriana, o delle parole stratoglacier o dicco? Mi piace sentir attribuire nomi di battesimo ai rilievi che attirano il mio sguardo'' scrive.
E' nei modi di avvicinarsi alla Natura che si capisce il suo spirito di pellegrino ''integrale'' per il mondo: cammina, cavalca, bivacca sopra un albero o sotto un ponte, arrampica a mani nude sulle grandi cattedrali europee e vaga raccontando le sue avventure nelle steppe asiatiche, dal Tibet alle foreste della sua patria, la Francia.
E ciò che scrive divent esperienza che si fa invito a scoprire i piaceri del nomadismo e del vagabondaggio.
''Il suo 'Piccolo trattato' è al contempo un antidoto alla società digitale e un’ode a un’esistenza spesa nella natura, un elogio della lentezza e un diario romantico contro l’ordine costituito'' scrive l'editore presentato questo piccolo e godibilissimo trattato da poco nelle librerie.
Come autore Tesson ha esordito nel 2004 con un racconto di viaggi, L’Axe du loup. Nel 2009 ha pubblicato con Gallimard Une vie à coucher dehorse. Nel 2011 è arrivato il grande successo di Nelle foreste siberiane (Sellerio 2012), che ha vinto il Premio Médicis 2011.
Tra gli altri suoi libri ricordiamo Abbandonarsi a vivere (Sellerio 2015), Beresina. In sidecar con Napoleone (Sellerio 2016), Sentieri neri (Sellerio 2018) e Un'estate con Omero (Sellerio 2018).
E chissà quanti passi ci sono dietro queste fatiche!
(c.perer)
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