Scienza, Ambiente & Salute

In difesa dell'acqua

''...è una voce, un diritto, un sistema di relazioni''

di Gloria Canestrini - Oggi parliamo della difesa dell'acqua. Sono arrivate altre email all'indirizzo rubrica@ilraggioverde a proposito di prati e giardini. Graditissime, lo confesso, ma dobbiamo pur proseguire nel nostro viaggio in difesa dei patrimoni naturali (in gergo giuridico li definiremmo “beni comuni essenziali”): dopo aria, terra, alberi, sistemi fluviali, fauna  selvatica, erbe, non può mancare l'acqua quale elemento in sé,  all'origine di ogni forma vitale sul nostro pianeta.

Argomento impegnativo e versatile, direte voi, a ragione. Qui però vorrei fare una piccola considerazione, se mi è consentito, prima di passare al dunque. Da un po' di tempo assistiamo a un vero florilegio (parola fluida e leggiadra) di iniziative sull'acqua: convegni di studi, campagne di sensibilizzazione, incontri a tema: ed è giusto che sia così. Sembra quasi, però, che mano a mano che procede la devastazione delle risorse naturali, acqua in testa, dovuta alla speculazione, all'inquinamento, alla disattenzione sostanziale verso questo preziosissimo elemento, esso divenga sempre più oggetto del sistema culturale, anziché obbiettivo di difesa collettiva e concreta. Intendiamoci: la cultura, nella sua accezione più corretta e piena, è la piena consapevolezza del proprio contesto, sotto il profilo storico, sociale, artistico e via di seguito.

La cultura però non dovrebbe essere concepita come un mondo parallelo alle nostre vite, al quale attingere per ristorarsi dalle fatiche della vita quotidiana, ma dovrebbe vederci tutti attivi protagonisti e non solo ricettori passivi, potremmo dire consumatori, di idee ed eventi.
Propongo  quindi il tema acquatico da un punto di vista creativo, per l'appunto, segnalando in particolare un  progetto collaterale alla diciannovesima Biennale Internazionale di Architettura, appena inaugurata, come sempre, a Venezia.

L'Institut Ramon Llull presenta in questo prestigioso e interessantissimo ambito i “Parlamenti d'acqua”, ossia le “architetture ecosociali”. In cosa consiste questo progetto? Scrivono i curatori:

“L'acqua non è solo una risorsa: è una voce, un diritto, un sistema di relazioni. L'acqua plasma paesaggi, comunità e futuri. Nutre, resiste e richiede giustizia”.

Opera di Dardo

Con questo enunciato, il progetto in parola esplora il ruolo fondamentale dell'acqua come risorsa vitale e agente culturale, affrontando la crisi climatica attraverso l'architettura, la ricerca interdisciplinare e il design innovativo.

La mostra trasforma uno spazio storico, utilizzato per la cantieristica navale, in un parlamento acquatico: all'ingresso un cortometraggio presenta le sette tematiche individuate e, dopo la proiezione, una membrana di tessuto teso è sospesa all'interno della struttura dell'edificio.

All'interno, sette installazioni incoraggiano una riflessione urgente, un dibattito critico e la partecipazione attiva di comunità, architetti e responsabili politici.
Un bando aperto invita architetti, artisti, studiosi, ricercatori indipendenti,attivisti, istituzioni e organizzazioni a presentare dei progetti che reimmaginino il nostro rapporto collettivo con l'acqua.

Un libro e un'installazione dal titolo “100 Words for Water: a Vocabulary”,poi, propongono un nuovo modo di pensare, parlare e comportarsi in relazione all'acqua.
Le parole, si sa, sono sempre lo strumento fondamentale per l'elaborazione del pensiero, anche se noi, sempre di più, ne facciamo un mero uso comunicativo, riducendole e semplificandole all'osso.

Sarà possibile, invece, come ritengono gli autori di questo importante progetto culturale, trasformare  il nostro rapporto con l'acqua, intesa come soggetto dotato di diritti e quindi come interlocutrice di un rapporto e non più oggetto inanimato? Due atomi di idrogeno e uno di ossigeno  riusciranno a stabilire un legame indissolubile con una nuova  consapevolezza, per la quale aprire un rubinetto non  sia più un gesto scontato ( talvolta anche lasciarlo aperto, purtroppo!).

Prima della civiltà industriale, che tanto ha contribuito a oggettivare e a “offendere” la risorsa più importante che abbiamo, nelle società contadine, l'acqua era fondamentale nei rituali: di amicizia, di matrimonio, di fortuna e fertilità, di guarigione.  Ogni evento era segnato e simboleggiato dall'acqua.

Per riflettere sull'acqua come elemento essenziale sotto ogni aspetto, anche simbolico,  segnalo per finire  una mostra collettiva a Roma, dal titolo accattivante “La tempesta nel bicchiere” : le opere esposte (presso Antonini Arte Contemporanea) evocano il fluire costante di questo elemento, dolce o vorticoso come la vita stessa.  
 


Autore: Gloria Canestrini

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