foto di Gloria Canestrini
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Viaggi & Reportages

Girovagare in Tirolo

...e incontrare Paracelso

(di Gloria Canestrini) - Girovagare in Tirolo è una delle gioie d'autunno. E imbattersi in Paracelso una sorpresa.

Per intraprendere un viaggio in questa regione, d'autunno, lungo le sinuose anse dell'INN, ogni pretesto è buono: rifornirsi di zucchette ornamentali, esposte in infinite varietà e sfumature variegate nei supermercati, fare una capatina in uno dei tanti “flohmarkt”, tipici mercatini dell'usato lungo la strada che attraversa borghi e case sparse tra magnifiche foreste di betulle dorate, larici e faggi rugginosi, oppure andare in cerca dei primi addobbi natalizi.

Il mio recente viaggio verso Passau però aveva uno scopo più empirico: andare a salutare Fritz, un amico pittore e disegnatore di grande talento che ha potuto conservare la sua casa-atelier a Marie-Am-Sand, sulle sponde dell'Inn: il grande parco che circonda l'antica magione confina con un grande complesso benedettino in mezzo agli alberi secolari, dove l'autunno è una vera festa del colore.

La casa, costruita nel 1600, ha ospitato prima di lui e di altri innumerevoli abitanti, Franz Paul von Schrank, celebre naturalista, monaco gesuita noto per aver fondato diversi orti botanici, in particolare quello di Monaco e per i suoi viaggi scientifici,  ma anche per la sua eccezionale produzione  di opere a carattere botanico: oltre duecento a partire dal 1792! Dissertazioni, studi brevi, tavole descrittive, classificazioni, si distinguono per originalità, chiarezza espositiva e logica  e ne fanno uno dei principali studiosi di storia naturale della Germania.

Il filo rosso - anzi: verde - delle mie peregrinazioni bavaresi ha avuto però inizio qualche giorno prima dell'arrivo a Marie-Am-Sand, nella cittadina di Schwaz, detta ''l'anima d'argento” del Tirolo, anch'essa lambita dal fiume Inn.

 

A cavallo tra quindicesimo e sedicesimo secolo questa era la seconda città dell'Impero (qualcuno afferma la più ricca città del mondo) grazie alle sue rigogliose miniere d'argento e di rame. La presenza dei Fugger rese il centro un fulcro di innovazione economica e culturale, come si può constatare passeggiando per l'antico nucleo urbano, tra edifici tardo-gotici e la maestosa chiesa parrocchiale, la più grande chiesa gotica a volte ribassate del Tirolo, con il tetto coperto da quindicimila scandole di rame.

Ed è proprio passeggiando in questa galleria d'arte di storia a cielo aperto, che in un vicolo pittoresco e appartato , mi è caduto lo sguardo su un'antica insegna in ricordo di Paracelso, che qui studiò e inventò...la medicina del lavoro!

Questo tipo di “scoperte” regalano dei veri momenti di gioia: a volte, infatti, sembra che nulla avvenga a caso e che i nostri passi ci guidino verso i nostri interessi più profondi.
 

 

Paracelso, il celebre medico e riformatore della terapia medica, al secolo l'eclettico Theophrastus Aureolus Bombast von Hoenheim, dopo gli studi di filosofia, scienze occulte, alchimia, cabala, astrologia e medicina, si iscrisse  alla scuola mineraria fondata dai famosi banchieri Fugger, dove i giovani venivano istruiti a diventare esperti minerari in oro, stagno, mercurio, ferro e rame.

Terminato il suo apprendistato specifico, il genio della medicina poi conosciuto ovunque come Paracelsus, compì lunghi viaggi per motivi di studio, che lo portarono infine a Schwaz, dove, nelle ricche e frequentatissime miniere d'argento, poté iniziare i suoi studi comparati ed empirici sulle malattie professionali dei lavoratori delle miniere stesse.

Perché “Paracelso”? Con questo appellativo egli intendeva significare che il suo obiettivo era di superare il pensiero del famoso medico dell'antichità, Aulo Cornelio Celso del primo secolo d.C. E, in effetti, Thephrastus Aureolus Bombastus non fu da meno.

Insigne chirurgo militare, docente universitario (le sue lezioni, tenute in tedesco e non in latino contro ogni usanza universitaria), e medico famoso come Paracelso, curò la gamba del famoso editore Johannes Frobenius con tale successo che il risultato sorprendente delle sue cure gli procurò potenti appoggi da parte di Erasmo da Rotterdam e di altri esponenti riformatori.

E' curioso che dopo tanta scienza abbia dedicato la parte finale della sua vita ai malanni dei minatori in quel di Shwaz, tuonando anche contro le assurde pratiche dei medici dell'epoca basate su salassi, incisioni e suffumigi.

L'osservazione attenta non solo delle malattie ma anche della natura doveva invece portare ai veri rimedi, al di là di dogmi, protocolli e schemi precostituiti...
La sua morte, come la sua intensissima vita, fu altrettanto interessante e abbastanza misteriosa ed è a tutt'oggi ammantata di giallo.

Shwaz fu dunque il luogo delle sue ricerche... E chissà se anche lui - come me - ha avuto il tempo di restare rapito da alcuni poetici scorci che lasciano vagare lo sguardo all'infinito, catturando sottili nebbioline vaganti sui campi arati, talvolta impigliate all'orizzonte tra i rami dei noccioli,  degli abeti e degli aceri o sui cipollotti dei campanili.

Io che in Baviera ero arrivata per salutare Alois, architetto in pensione, che con la consueta verve venata di ironia si trova oggi in una casa di riposo, mi son così imbattuta in Paracelso, lo scienziato svizzero che oggi riposa in una solenne tomba a Salisburgo.

Ma anche in una bella pagina di assistenza sociale. Alois infatti si trova in una di quelle piccole strutture per ospiti d'età, che sia in Germania che in Inghilterra si presentano  come gradevoli ostelli nel verde, magari immerse in un parco cittadino, composte da poche unità abitative con camere ariose, ben esposte e curate in ogni dettaglio. Certo, invecchiare non è facile, ma ci sono delle strutture che rendono più agevole questo passaggio della vita. 

Dalla Baviera potremmo importare qualcosa, io credo.

 


Autore: Gloria Canestrini

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