Arte, Cultura & Spettacoli

Se ne è andato Arnaldo Pomodoro

Un grande artista tra minimalismo e controcultura

22 giugno 2025 - Arnaldo Pomodoro si è spento  a Milano alla vigilia del compimento dei suoi 99 anni, nella sua casa. Lo comunica la Fondazione che porta il suo nome, diretta da Carlotta Montebello. Lo scultore, noto tra l'altro per le sue iconiche sfere di bronzo, era infatti nato il 23 giugno del 1926 a Montebello di Romagna. 

Ne ha dato notizie la Fondazione Arnaldo Pomodoro Open Studio, che recentemente aveva allestito un ciclo di mostre nello studio del Maestro, nate con lo scopo di riscoprire e approfondire temi e periodi particolari del percorso artistico di Arnaldo Pomodoro, esponendo opere, documenti e materiali d’archivio originali.

L'ultima in ordine di tempo La negazione della forma. Arnaldo Pomodoro tra minimalismo e controcultura, a cura di Federico Giani, che puntava i riflettori sul quinquennio 1966-1970, una stagione di grande vivacità e interesse, gli “anni americani” di Pomodoro – vissuti a cavallo tra l’Italia e gli Stati Uniti, con incarichi di insegnamento a Stanford e Berkeley – durante i quali l’artista sviluppa un’inedita sperimentazione formale, influenzata da fenomeni come il minimalismo, e partecipa da protagonista a iniziative di controcultura, che intendono cioè aprire nuovi spazi di pratica politica e culturale.

Uno dei temi fondanti della poetica di Arnaldo Pomodoro – all’origine dell’invenzione delle celebri Sfere – fu la “negazione della forma”, cioè la ricerca della vitale contrapposizione tra pieno e vuoto. Tra il 1966 e il 1970 – confrontandosi con le posizioni estetiche e teoriche del minimalismo, consacrato proprio in quegli anni da una serie di mostre cruciali negli Stati Uniti – Pomodoro spinge il suo intervento sulla forma sferica a un grado di estrema sintesi formale e concettuale. Nasce così un gruppo di lavori che lui stesso definisce nei termini di “operazioni mentali”: i Rotanti, Forma X e Onda

foto: riproduzione riservata

 

La sperimentazione sul rapporto tra pieni e vuoti, tra opposti e complementari, ha interessato tutti gli ambiti di attività dell’artista. Sono veri e propri “esperimenti sul metodo”, rappresentati in mostra da una serie di litografie su carte riflettenti e con gamme cromatiche contrastanti, a metà strada tra il Pop e l’Optical, da un libro d’artista realizzato a quattro mani col poeta Roberto Sanesi, nonché da multipli e gioielli, questi ultimi editati dalla GEM-Montebello e immortalati dagli scatti di Ugo Mulas.

Gli anni americani di Pomodoro, animati da un mix di stimoli artistici ed extra-artistici che hanno sollecitato e nutrito le sue ricerche, sono raccontati in mostra da una serie di materiali d’archivio e da opere di amici artisti che documentano la sua attività di appassionato docente a Stanford e Berkley e il suo ruolo di ponte tra Stati Uniti e Italia, manifestatosi in particolare nelle iniziative di controcultura organizzate e promosse da Pomodoro, come la rivista d'avanguardia Che fare, fondata e diretta assieme all’amico Francesco Leonetti, e il ciclo di mostre all’aperto Una scultura nella strada, che coinvolse artisti come Alexander Calder, Giuseppe Spagnulo, Gianfranco Pardi, Mauro Staccioli e Nicola Carrino.

Shaping Negation – La forma negativa (1970), fu il film sperimentale realizzato a sei mani con gli amici Ugo Mulas e Francesco Leonetti, un ritratto auto-ironico dell’artista, delle sue opere e del suo modus operandi, e per esteso anche dell’intero sistema dell’arte, una sintesi dei tratti salienti di ciò che aveva caratterizzato il suo lavoro e la sua vita nel quinquennio 1966-1970, tra sperimentazioni minimaliste e iniziative di controcultura

 

 

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