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La caduta di Bashar Assad

E' trascorso un anno - Amnesty: molte sfide ancora aperte

9 dicembre 2025 - Un'anno fa la Siria tornava prepotentemente alle cronache: Assad cadeva e al potere ci andava un uomo dal dubbio passato, Al Jolani. I Cristiani di Siria si sono subito trovati in difficoltà stando alla lettera che ci aveva mandato  il Monaco Jihad, Superiore del Monastero Mar Musa Al- Habashi a Nebek, lo stesso dal quale Padre Paolo Dall'Oglio partì per una missione di pace senza fare più ritorno.  > leggi qui

Siccome l'Europa non ne azzecca una, è tutto da dimostrare che ciò che è accaduto in Siria sia una nuova "positiva opportunità". Ce lo dirà il tempo. Eppure l'elite europea congolava con la capo diplomazia Kaja Kallas che vedeva nella fine della "dittatura" di Assad uno "sviluppo positivo, atteso da tempo" che mostrava ''la debolezza di Russia e Iran". Secondo il cancelliere tedesco Scholz (Merz venne dopo),  la fine del potere di Assad era ''una buona notizia". Secondo Macron - che rendeva omaggio al coraggio del popolo siriano in questa fase solo vittima di tutto (e non certo protagonista del ribaltamento), c'era da gioire per la caduta del "regime barbarico''.

Che un paese fosse caduto nelle mani di un tizio che aveva sulla propria testa una taglia da 10 milioni di dollari, non era affatto un buon segnale. Ma in molti si precipitarono a stringergli la mano. E questo ben sapendo che il ribaltamento poteva spianare la via ai piani di espansione israeliani.

Ad un anno dalla caduta di Assad. Amnesty International ha dichiarato: “I diritti delle persone sopravvissute e delle famiglie delle vittime siano la guida per la transizione” ed ha ribadito l’urgente bisogno che le nuove autorità della Siria rompano i ponti col passato, prendano impegni per la verità, la giustizia e la riparazione e assicurino il rispetto dei diritti umani di tutte e di tutti.

Il nuovo governo guidato dal presidente Ahmad al-Sharaa (Al Jolani), costituito il 29 marzo 2025, ha promesso di rompere col passato e ha adottato alcuni provvedimenti in favore della giustizia e dell’accertamento delle responsabilità. ''Ma ci sono ancora sfide aperte - afferma Amnesty - ovvero: la risposta del nuovo governo alle gravi violazioni dei diritti umani verificatesi da quando ha assunto il potere, come ad esempio le uccisioni settarie nella zona costiera e meridionale della Siria. Gruppi armati che si oppongono al governo hanno a loro volta commesso gravi violazioni, tra le quali uccisioni illegali, rapimenti e incendi di abitazioni” ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

Per quanto riguarda i crimini commessi sotto l’attuale governo, dalle sue forze e da milizie e gruppi armati alleati, contro la minoranza alauita a marzo e la comunità drusa a luglio, il governo ha reso in parte noto un elenco di circa 500 presunti responsabili. Nel mese di novembre sono iniziati i processi nei confronti di 14 persone sospettate di aver preso parte ai massacri degli alauiti nella zona costiera della Siria. Altri 80 indiziati sono in carcere in attesa del processo. Rispetto alle uccisioni dei drusi avvenute a Suwayda, il ministro della Giustizia ha istituito una commissione d’inchiesta, di cui sono stati prorogati i tempi e che non ha ancora reso note le sue conclusioni.

Dopo 13 anni di guerra e in un Medioriente già sanguinante - andava in fumo anche il lavoro e gli sforzi di chi ha lavorato per portare conforto.  ''Un Ponte Per'' ha operato nel nord est della Siria sin dal 2015, con interventi di ricostruzione del sistema sanitario locale in collaborazione con numerosi partner locali.

''In questi anni insieme abbiamo garantito la riabilitazione e la creazione di 15 cliniche e ospedali e di un sistema di ambulanze, garantendo il diritto alla salute alla popolazione colpita da 12 anni di conflitto'' ci hanno scritto.

Questa guerra però non interessava più a nessuno fino alle incursioni terroristiche del dicembre 2024.
Un libro inchiesta sulla storia recente della Siria ha da insegnarci parecchie cose.
L'ha scritto il fotoreporter Giorgio Bianchi ed è edito da Meltemi.

Intanto le cronache di questi ultimi mesi ci annunciano che sono state tolte taglie e sanzioni e che ora chi è al potere è un moderato pragmatico. Chi vivrà vedrà.

(dicembre 2025)

 

 

 

 

 

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