Viaggi & Reportages

Gente di Giordania

I reportages di Giornale SENTIRE

(Corona Perer, Macheronte) - I migliori incontri si fanno sempre per strada. Eppure prima di partire non c'è persona con la quale ho parlato del mio viaggio in Giordania che non mi abbia detto "...ma sei matta ? E' pericoloso". Ebbene è proprio per questo che il governo ha chiamato 400 giornalisti di tutto il mondo e fra questi 14 italiani tra cui Giornale SENTIRE. La sfortuna di questo paese è stare attorno ad altri paesi belligeranti. Perciò la risposta che si deve dare a chi ti dice "ma è pericoloso" è questa: immagina di vedere 7 fratelli che litigano e uno al centro buono e pacifico e che anzi cerca di metterli d'accordo. Tu per questo diresti che è pericoloso?

Alcuni ricordi indelebili si sono fissati sulle alture di Madaba, lungo la strada che conduce a Muqewir, dove sono i resti del palazzo di Erode il Grande, la gente del posto si ferma ad osservare incuriosita chi fotografa "qualcosa" che è  in realtà molto naturale:  il rito della mungitura a fine giornata delle pecore.

E' il paradosso di due curiosità a confronto: quella di chi non capisce cosa ci sia di così strano da fotografare e quella di chi immortala ciò che 'avverte' come definitivamente perduto o sopravvissuto solo in zone remote del pianeta, come questa.

Così mentre i flash si scatenano sulla fila di pecore messe una contro l'altra e legate tra loro, una famigliola e alcuni curiosi osservano divertiti l'insolita confusione che si è creata intorno al gregge per colpa di un gruppo di giornalisti occidentali. Sono venuti tutti insieme: lui, lei, i loro bambini. Non si avicinano per chiedere elemosina: si avvicinano per conoscerti.

Anche i pastori sono emozionati: a metà tra eccitazione e imbarazzo si mostrano timidi ma onorati dell'attenzione che si presta alle loro pecore. Sorridono e vogliono entrare in relazione. Poi si prestano al bombardamento di flash.

Le donne giordane - invece - mostrano il loro volto sorridente e accogliente al mercato della capitale. Non fuggono lo sguardo e non sono severe con l'obiettivo che vuole immortalarle, Capiscono anche loro di essere ambasciatrici di un mondo unico,  un caleidoscopio di razze e culture stratificate l'una sull'altra.

Alcune di loro prestano servizio nei locali che le assoldano non solo per fare il pane tipico, caldo e appena cotto alle pareti del forno, ma anche per mostrare una antica abilità sopravvissuta anche nella moderna capitale dove sfavillanti grattacieli fanno da contrasto alle botteghe tipiche della cittadella.

Ma non si può raccontare la Gente di Giordania senza dire del mito che è racchiuso nel deserto Wadi Rum dove si respira la suggestione di Lawrence d'Arabia e dove lo si incontra - senza averlo visto -  nella preghiera silenziosa di un beduino.

E' l'ora del tramonto, i turisti fotografano il sole che scende. Lui guarda invece dalla parte opposta: verso la Mecca e prega. E' inevitabile non andare con il pensiero al cuore del "sentimento"  arabo che paradossalmente qui rimanda ad un europeo, la cui storia è strettamente legata al mondo arabo di oggi: Lawrence d'Arabia (ve ne parliamo in questa pagina > clicca). Voleva creare un'unica nazione per tutti gli arabi dispersi nel mondo. La sua operazione nel corso della Prima Guerra Mondiale, è epica: é lui che guida le popolazioni arabe contro i Turchi. Un piccolo ufficiale inglese, ma dal grande carisma e dalla vita romanzesca.

La Giordania oggi è un paese pacifico e lo dimostra il fatto che abbia buone relazioni internazionali.
E' un paese magico che profuma di mito e mistero e sorprende oltre che per la bellezza del suo territorio, per il suo spirito pacifico malgrado si trovi nel triangolo più agitato della terra.

Malgrado abbia petrolio (la sua sostanza "geologica" è la stessa della Siria, di Israele, del Libano e del vicino Iraq) la Giordania non lo estrae. Che sia questa l'intuizione eccellente di Re Hussein che ha reso libero e pacifico il suo popolo, che ancora lo venera come l'indimenticato "re" fondatore della patria? Pare proprio di sì: perchè molte delle guerre attuali sono state mosse da mani sporche di petrolio.

Questo piccolo regno ha saputo individuare la leva più pericolosa, per rinunciarvi a favore del bene del proprio popolo. E questo - ci pare - possa bastare a spiegare perchè vive in pace. E perchè merita di essere conosciuto.

A Petra è il sorriso quieto e dolce di un anziano venditore di souvenir a raccontare la nuova stagione che ora vive l'antica città nabatea: i suoi avi commerciavano con le carovane, lui... con i turisti. Con i souvenir ci vive.

"In quel posto lui ci sta da almeno 30 anni" ci racconta la guida che lo conosce a perfezione e lo ha sempre visto vendere più o meno le stesse cose: un sasso decorato e scolpito, qualche moneta, i cammellini di stoffa.

E se arrivate a Petra non dimenticate di cercare il chiosco che prepara meravigliose spremute di melograno. Ne porterete a vita il ricordo.

foto e testo di Corona Perer
(28 marzo 2015, Amman)

Per le vie di Amman (foto visit Jordan)


Autore: Corona Perer

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