
In difesa del bosco
''Il bosco è un mondo'' - di Gloria Canestrini
di Gloria Canestrini - Oggi intervengo in difesa del bosco. E' arrivato il caldo e, nel chiuso dei nostri uffici cittadini, vagheggiamo...il bosco! Il bosco non è però solamente un luogo fresco e aerato dove concedersi qualche ora di sollievo passeggiando e accarezzando il muschio sotto il fogliame fitto (sbirciando nel contempo le presenze che lo animano): ovviamente è molto di più, è una sorta di mondo parallelo. Mentre ci immergiamo in quel mondo siamo consapevoli che ogni passo ci avvicina a noi stessi, pur allontanandoci un po' dalla cosiddetta civiltà.
Così ne parla Carlo Pagani nel suo seguitissimo blog Il Maestro Giardiniere: “Il bosco è da sempre il regno delle fiabe, lì ha trovato la nonna Cappuccetto rosso e il lupo cattivo. Biancaneve viveva con i suoi nanetti, lì anche la botanica diventa fiaba, trasale il profumo della terra fresca, la bellezza si nasconde, pudica e discreta, perfino gli uccelli osservano silenziosi...Entrando bastano pochi metri per lasciarsi alle spalle le scadenze, l'amministratore condominiale, guerre insulse e follie della politica: se hai la fortuna che si è scaricata la batteria del cellulare addirittura ti sembrerà di essere su un pianeta disabitato tutto tuo, perché nel bosco è difficile incontrare qualcuno. La botanica diventa fiaba perché il bosco è una scuola di natura dove crescono anche le piante più sconosciute e vorresti conoscere tutte, sapere il loro nome, soprattutto fiori, erbe, bacche''.
Chi ha la fortuna di abitare in prossimità di un bosco, sia esso di faggi, di conifere o di arbusti, queste sensazioni le conosce bene, ma talvolta i pensieri positivi e leggeri che scaturiscono a contatto con la natura recano anche delle preoccupazioni. Eh, si: dietro l'angolo c'è sempre qualche iniziativa umana che contempla l'abbattimento delle piante, perfino di interi boschi.
Nonostante siano numerosi gli enti e gli organismi che si occupano di tutela del paesaggio, dell'ambiente e di prevenzione del territorio su vasta scala ( ne cito alcuni: Gli Stati Generali della Montagna , la Conferenza delle Regioni e delle Province, La Convenzione delle Alpi, l'Euregio, il Ministero per l'Ambiente, l'Associazione Alpe Adria, il Fondo europeo per lo sviluppo rurale, l'UMST, Coordinamento enti locali per le politiche territoriali) e, a livello locale nella nostra provincia (il Dipartimento Territorio, Ambiente, energia e cooperazione, il Servizio politiche per lo sviluppo rurale, il Servizio sviluppo sostenibile e aree protette, per ricordarne i principali), sempre più spesso è la Magistratura a dover intervenire contro gli abbattimenti indiscriminati degli alberi, sia di quelli presenti nei parchi urbani che sulle colline boscate minacciate dalla speculazione edilizia.
Un'importante sentenza del Consiglio di Stato, in particolare, la numero 9178/2022, nell'annullare un'ordinanza di abbattimento relativa a un abete centenario, ha messo un punto fermo sulle condizioni tassative secondo le quali gli abbattimenti possano essere considerati legittimi.
Difficile “riassumere” una ponderosa sentenza in poche righe, ma vale la pena provarci, come bene ha fatto di recente il presidente dell'Associazione Avvocati liberi (fortunatamente possiamo contare su diverse associazioni a difesa dei nostri amici alberi e sulla presenza di molti avvocati che in tutta Europa si specializzano in questo settore):
-Il “rischio zero di caduta di un albero non esiste, va valutato e ponderato caso per caso
-il provvedimento di abbattimento deve essere giustificato da una situazione di pericolo attuale e grave che minacci l'incolumità dei cittadini
-il provvedimento necessita di un'adeguata istruttoria preliminare che verifichi le condizioni dell'albero e ciò va fatto con esami strumentali riconosciuti a livello internazionale.
illustrazioni grafiche a cura dell'Autrice, @GloriaCanestrini
E' bene anche ricordare che la presenza di alberi consente la sopravvivenza di molte specie animali: uccelli, mammiferi, insetti e artropodi, anfibi. E' quindi ora di ripensare anche il nostro rapporto e i nostri comportamenti atti a tutelare queste presenze, andando oltre la comprensibile passione per gli animali d'affezione.
La caratteristica della nostra specie umana è di attribuire un “senso” all'esistenza: abbiamo bisogno di un “perché” per ciò che facciamo e questo senso l'umanità, specie nelle civiltà contadine dove permanevano molteplici simboli legati al mondo naturale, l'ha sempre trovato anche nell'attribuzione di significati specifici a piante e animali.
Oggi il rapporto spirituale con loro sembra culturalmente depotenziato, in una distorta idea di possesso che vorrebbe l'uomo “padrone” della natura e piante e animali ridotti a “bottino”. Invece, al contrario, è di un equilibrio consapevole di cui doppiamo riappropriarci, per dare un vero significato al nostro abitare la terra. Attraverso una pianificazione attenta ai bisogni ma anche alle risorse ambientali: che sono un bene comune e non sono inesauribili, come dimostra la situazione di emergenza planetaria che stiamo vivendo. Sottovalutando la biodiversità, aggirando le norme restrittive sulla conservazione delle specie animali e vegetali, abbattendo indiscriminatamente alberi secolari senza reale necessità, consentendo la caccia libera ovunque e così sacrificando la fauna sull'altare del consenso (come nella recente riforma legislativa sulla caccia, inserita di nascosto nel “collegato ambientale” alla legge di bilancio).
Cambiamo rotta e entriamo nel bosco, dove bastano pochi metri per lasciarsi molte cose prive di senso alle spalle. Perché il bosco è un mondo.
illustrazioni grafiche a cura dell'Autrice, @GloriaCanestrini
Autore: Gloria Canestrini
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