
Arte al Forte di Fortezza
Inaugurata ''Ponti nel tempo: Architettura dell'invisibile''
È stata inaugurata al Forte di Fortezza la mostra "Ponti nel tempo: Architettura dell'invisibile" curata da Esther Erlacher, Stefan Graf e Patrick Moser. Protagoniste sono le fotografie della costruzione della BBT del fotografo tirolese Gregor Sailer sono accostate alla costruzione del Forte di Fortezza.
La mostra fa luce su due monumentali progetti edili: il Forte di Fortezza e la Galleria di Base del Brennero. Il primo destinato a difendere, la seconda a collegare. Entrambi hanno richiesto e continuano a richiedere enormi risorse umane e finanziarie.
La costruzione di grandi opere come il Forte (costruito tra il 1833 e il 1838) e la Galleria di Base del Brennero (BBT), una delle più grandi opere infrastrutturali d'Europa, lascia tracce evidenti nel paesaggio e nella società. Sono capolavori tecnici, ma anche espressione di un profondo cambiamento e dell'intervento umano nella natura e nell'ambiente, con conseguenze ecologiche, sociali ed economiche a lungo termine.
La mostra pone le domande: chi sono le persone che costruiscono? A che scopo? Per chi? E con quali conseguenze per la natura, la società e la storia? Invita inoltre a riflettere sulla storia e sul futuro della regione alpina e a guardare più da vicino, anche a ciò che spesso viene trascurato: il lavoro nascosto, i paesaggi in evoluzione, le tracce che rimangono, le persone che vivono nell'ombra.
La parte riguardante la Galleria di Base del Brennero è opera del fotografo tirolese Gregor Sailer. Nel 2023 e nel 2024 ha seguito per diversi mesi i lavori a nord e a sud del Brennero, nelle profondità della terra e in superficie. Con la sua fotocamera analogica di grande formato, ha catturato il mondo nascosto dei cantieri edili con le infinite e maestose gallerie, i macchinari rumorosi e gli sconvolgimenti paesaggistici.
Le immagini che ne sono scaturite (fotografie e un’installazione video) fanno luce sulle dimensioni sociali, politiche ed ecologiche del progetto. Sono caratterizzate da un’atmosfera fredda e monumentale, priva di persone e mostrano le strutture, la loro estetica ed il loro impatto. Sailer spiega di essere più interessato alle tracce e ai segni dell'uomo che alla sua immagine. Spesso, l'atmosfera surreale che si aggrappa comunque ai luoghi delle riprese viene ulteriormente intensificata dal non mostrare la persona.
A ciò si contrappone il Forte, realizzato come simbolo del potere imperiale e costruito da molte persone, per lo più senza nome. Devono essere state fino a 4.500, anche donne, provenienti da tutto l'Impero asburgico. Dal Tirolo provenivano circa 670 operai specializzati, la maggior parte dei quali erano militari dell'Impero asburgico: reggimenti di Salisburgo, Schützen tirolesi, soldati serbi e minatori della Bassa Austria. Per fare un confronto: oggi alla BBT lavorano circa 1.500 persone, sul versante altoatesino molte provengono dalla Calabria.
foto: Georg-Hofer by Franzensfeste
Le due opere hanno in comune anche le controversie: mentre nel 19° secolo erano soprattutto militari, che consideravano il Forte obsoleto, oggi sono perlopiù associazioni ambientaliste, comitati cittadini e rappresentanti politici a mettere in guardia da costi elevati, da benefici nebulosi, dall’impatto su paesaggi ed ecosistemi sensibili, nonché da rischi per l'acqua potabile.
Un altro elemento in comune dei due progetti riguarda la migrazione: nella costruzione del Forte erano coinvolte persone provenienti da regioni diverse, come oggi nel caso della BBT. Fattori come la povertà e la disoccupazione insieme al richiamo di un posto di lavoro sicuro e di un salario migliore determinano i movimenti migratori di allora e di oggi.
In termini di sicurezza, invece, ci sono delle differenze: durante la costruzione del Forte non esisteva quasi nessuna protezione. Incidenti, epidemie come quella del colera e la mancanza di sicurezza sul lavoro caratterizzavano la quotidianità. Le prime leggi in tal senso furono introdotte solo decenni dopo. Nella costruzione della BBT, invece, la sicurezza ha la massima priorità, tanto che già in fase di progettazione sono stati integrati sistemi di emergenza, come il rilevamento laser degli incendi e veicoli speciali per interventi in caso di scarsa visibilità o mancanza di ossigeno. Ciononostante, la costruzione di gallerie rimane rischiosa. A ciò si aggiunge lo stress psicologico: i turni sconvolgono il ritmo sonno/veglia, mentre isolamento e oscurità sono spesso fonte di spossatezza o ansia. Molti vivono lontani da casa per mesi.
La mostra, che si svolge nell'ambito dell'Anno museale 2025 dell'Euregio “Guardare oltre”, è visibile fino ai primi di novembre.
Considerato un esempio di architettura delle fortificazioni asburgiche prussiane, ma non è mai stata teatro di eventi bellici. La fortezza di 65.000 metri quadrati è di proprietà della Provincia di Bolzano dal 2013.
Fu progettato da Franz von Scholl e costruito tra il 1833 e il 1838 sotto l’imperatore Ferdinando I per garantire il trasporto transalpino dalla Wipptal attraverso il Brennero ed è considerato un’opera d’arte dell’architettura di fortificazione austriaca.
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