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Arte, Cultura & Spettacoli

Le dita mozzate di Hannelore Cayre

Un giallo avvicente ambientato nella preistoria

di Gloria Canestrini -  “Era alta, un metro e settantasei, aveva la pelle nera come tutti i nostri antenati finché sono di ventati sedentari nel corso del Neolitico. Per tutta la vita ha usato il braccio sinistro, probabilmente perché la mano senza pollice non le permetteva di usare il propulsore e gli attrezzi, o forse perché, semplicemente, era mancina. Ha cacciato fino a un'età avanzata....”.

Inizia così la descrizione di Oli, la formidabile protagonista di ''Le dita mozzate'' un romanzo scritto da Hannelore Cayre, pubblicato in Francia nel 2024 e appena uscito in Italia per le Edizioni le Assassine. Uno dei rari noir ambientati nella preistoria e ispirato alla scoperta della famosa Grotta di Chauvet, in Francia, con le sue pareti ricoperte di rosse e misteriose impronte di mani femminili mutilate. All'interno di questa cavità sotterranea, due scheletri risalenti a 35.000 anni fa, quello di una donna non più giovane e di un uomo di una quarantina di anni.

Una vera scena del crimine ante litteram, che si rivela, pagina dopo pagina, davvero sorprendente: nel suo intreccio serrato, nei colpi di scena che si susseguono, nelle  avventure della protagonista e nella figura stessa di Oli.
Oli è una giovane ribelle, un personaggio straordinariamente caratterizzato dal suo rifiuto di seguire le sorti, inevitabilmente tragiche, delle altre donne della sua tribù di Homo Sapiens, prigioniere di una circolarità senza scampo (nascita, pubertà, accoppiamento, parti rischiosi, allattamento, morte). La ricerca di un affrancamento che oggi potremmo ascrivere alla coscienza femminista, ma che allora rispondeva alla semplice volontà di farsi rispettare alla stregua dei componenti maschi della tribù, a un acuto istinto di sopravvivenza e alla lotta per l'incolumità personale.

Del resto l'Autrice, l'avvocata e scrittrice  parigina Hannelore Cayre, con i suoi romanzi ironici e taglienti, ci ha abituati a fluttuare in questa sorta di originale fedeltà  al proprio tempo, sapientemente miscelata ai grandi temi della storia:  un territorio coraggioso che solo donne forti, curiose e sensibili riescono a percorrere. Come dimenticare, infatti, tra tutti, la Daronne, la narratrice, interprete e traduttrice di tribunale che si ritrova a gestire un'organizzazione di narcotrafficanti per sostenere la sua famiglia, personaggio poi interpretato nell'ominimo film da Isabelle Huppert?

Tra il dark e il divertente è la stessa vita di Hannelore Cayre, figlia di una madre ebrea deportata, ritornata fortunosamente dal campo di concentramento nazista, anaffettiva, narcisista e futile, poi detestata dalla figlia, tanto che lei, Hannelore, vorrebbe aggiungere alla scritta sulla sua tomba, voluta dalla madre:“Amava i cani”, anche un seguito: “Amava i cani e i Grandi Magazzini”.

E che dire della sua vita lavorativa? Dopo un grave incidente stradale che ha spezzato la sua carriera di avvocato societario internazionale, la sua presenza in tribunale è ridotta a tenere il posto al marito avvocato, cosa che le da il tempo di osservare, di pensare e, infine, di scrivere i suoi fantastici ( e ironici) romanzi.
Ho voluto tratteggiare questi scorci biografici per un motivo: chi ha vissuto così non può che donare ai suoi lettori una visione personalissima dei risvolti talvolta tragicomici della vita.

La stessa vita che, a volte, riserva delle curiose coincidenze: ricordo che, anni fa, a una delle tante fiere italiane del libro, nello stand vicino a quello dell' Editore che mi ospitava, erano esposti i titoli affascinanti delle Edizioni le Assassine, che ho conosciuto in questo modo, prima ancora che in libreria. Oggi questi titoli si sono moltiplicati, con tre collane di indubbio interesse: Oltreconfine, che propone scrittrici che abitano vari angoli della terra,  Vintage, alla scoperta di scrittrici pioniere della letteratura gialla e  Sisters, che da spazio a nuove storie, frutto delle penne curiose.

Le dita mozzate arricchisce proprio quest'ultima collana, e a pieno titolo: romanzo anticonvenzionale, unico, ambizioso e divertente insieme, che indaga sulla nascita della sottomissione femminile e le sue origini. 
Oli affiora dalle profondità del tempo con una rara intensità. La vediamo in cammino lungo la Vézière e la Dordogna con la sua tribù di cacciatori-raccoglitori, stringendo nella mano una pietra per lei sacra. Oppure mentre, sottraendosi agli assalti dei maschi ( ha capito che poi, nove mesi dopo dovrà partorire, e non  ha nessuna voglia di rischiare la pelle o di asservirsi a un  faticoso ménage)  mentre imprime le sue impronte colorate sulle pareti della grotta dove le sue ossa verranno poi ritrovate.


Solo una grande scrittrice come Cayre può immedesimarsi con tanta facilità in una donna del Neolitico, compiendo una capriola lunga trentacinquemila anni, e chiedersi come una come Oli si rappresentava il mondo o da che sentimenti era animata.

Lei stessa ci fornisce una risposta: ”Siccome ci è impossibile proiettarci in un passato tanto lontano senza rischiare di cadere nell'anacronismo psicologico, cerchiamo di guardare il suo mondo da una prospettiva inedita.
Quella godibile e avvincente che scaturisce come un'impronta corale color rubino dalla lettura di questo libro.

 

 


Autore: Gloria Canestrini

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