courtesy by Magritte Museum
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Arte, Cultura & Spettacoli

Magritte, genio del surrealismo

La ricerca sistematica dell'effetto poetico sconvolgente

(foto: Magritte Museum) - Tra 2017 e 2018 sono stati numerosi gli eventi dedicati a René Magritte per i 50 anni dalla morte (avvenuta il 15 agosto 1967).

E' il Belgio con i suoi musei ad averlo celebrato lungo tutto il 2018 con mostre ed eventi. Il Musée Magritte Museum rappresenta la più importante e completa collezione dell’artista belga e del suo periodo vache: vi sono custoditi oltre 230 tra opere e materiale di archivio. Lo spazio multidisciplinare riunisce dipinti, acquarelli, disegni, sculture e oggetti ma anche manifesti pubblicitari, spartiti musicali, fotografie e filmati. Oltre 300.000 visitatori ogni anno, alla scoperta di questo museo unico.

René Magritte, maggior esponente del surrealismo belga, tenne ad Anversa nel 1938 una conferenza in cui spiegò se stesso. In quell’occasione, una delle poche in cui l’artista si espresse pubblicamente sulla sua opera, Magritte illustrò l’evoluzione della propria poetica e citò gli artisti che maggiormente lo avevano suggestionato.

Come spiegato da lui stesso, alla base dei dipinti realizzati tra il 1925 e il 1936 ci fu la ricerca sistematica di un effetto poetico sconvolgente, raggiunto attraverso la decontestualizzazione di oggetti comuni.

L’evoluzione di Magritte è scansionata dalle opere giovanili dalle forti influenze per le avanguardie italiane, fra gli anni Venti e Trenta entrano i temi prediletti dell’artista: l'oggetto decontestualizzato.  Una poetica che l’artista riprese anche negli anni successivi, realizzando alcune fra le sue opere più celebri (La Mémoire, 1948 e La Grande Guerre, 1964, entrambe in mostra) in cui è chiara la metamorfosi dell’oggetto. L’unica e breve divagazione dal proprio inconfondibile stile fu il periodo 'vache' (letteralmente 'vacca'), con una serie di opere realizzate nel 1948, dai colori sgargianti e dalle pennellate libere, che fanno ironicamente il verso al fauvismo.

 

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